Fra le molte pagine culturali che andarono sviluppandosi nel corso degli anni Trenta sui quotidiani nazionali e locali, il Diorama Letterario è forse l’esperienza più strutturata ed innovatrice. Nacque sotto l’ala protettrice di Ermanno Amicucci ed Eugenio Bertuetti, il 10 giugno 1931; ebbe come direttore, e come principale suo autore, il giornalista Lorenzo Gigli, intellettuale poligrafo di ideologia nazionalista, che lavorava in redazione già dai tempi del primo conflitto mondiale. Dal 10 giugno 1931 fino al 1935 il Diorama esce regolarmente tutti i mercoledì, nella terza pagina del giornale.
Nel Diorama convivevano due politiche culturali: da un lato un’apertura, di respiro europeo, a problemi di poetica e di teoria letteraria, che prende la forma di collaborazioni eccellenti (Massimo Bontempelli, Giuseppe Ungaretti, Filippo Tommaso Marinetti, Gabriele D’annunzio, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Umberto Saba…), e di accurati notiziari delle pubblicazioni internazionali; dall’altro, una spinta allo sviluppo di una letteratura nazionale di stampo realista, e il conseguente continuo appello agli intellettuali verso l’impegno politico. A questo si aggiunge il grande dispendio di risorse tecniche, che permettono alla pagina di mostrare fotografie e illustrazioni non comuni nel panorama dei quotidiani del tempo.
A partire dal 1935, però, la regolarità nella pubblicazione della pagina viene meno, così come gran parte delle collaborazioni eccellenti: poco per volta, l’anima internazionalista di spegne, vedendo prevalere la linea nazionalista. La pagina prende il sottotitolo "Gli scrittori italiani e la Guerra" e, poco per volta, l’unica penna a scriverla rimane quella di Lorenzo Gigli. Dopo anni di pubblicazione irregolare o quasi assente, la pagina cessa di esistere senza preavviso e senza cerimonie.
Nel Diorama convivevano due politiche culturali: da un lato un’apertura, di respiro europeo, a problemi di poetica e di teoria letteraria, che prende la forma di collaborazioni eccellenti (Massimo Bontempelli, Giuseppe Ungaretti, Filippo Tommaso Marinetti, Gabriele D’annunzio, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Umberto Saba…), e di accurati notiziari delle pubblicazioni internazionali; dall’altro, una spinta allo sviluppo di una letteratura nazionale di stampo realista, e il conseguente continuo appello agli intellettuali verso l’impegno politico. A questo si aggiunge il grande dispendio di risorse tecniche, che permettono alla pagina di mostrare fotografie e illustrazioni non comuni nel panorama dei quotidiani del tempo.
A partire dal 1935, però, la regolarità nella pubblicazione della pagina viene meno, così come gran parte delle collaborazioni eccellenti: poco per volta, l’anima internazionalista di spegne, vedendo prevalere la linea nazionalista. La pagina prende il sottotitolo "Gli scrittori italiani e la Guerra" e, poco per volta, l’unica penna a scriverla rimane quella di Lorenzo Gigli. Dopo anni di pubblicazione irregolare o quasi assente, la pagina cessa di esistere senza preavviso e senza cerimonie.