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Titolo: Ajace

Autore: Vincenzo Cardarelli

Data: 1933-04-05

Identificatore: 1933_194

Testo: Ajace
Sempre obliasti, A jace Telamonio, ogni prudenza in guerra, ogni preghiera. Mai non pensasti ad invocar l’aiuto d'una benigna dea che ingigantir potesse le tue forze o sottrarti sollecita al nemico.
Non avevi una madre
da interessar l’Olimpo al tuo destino, discretissimo eroe.
Quindi a te non fu dato
compiere imprese stupende e gratuite, atterrar Marte od Ettore
o d’Afrodite il mignolo ferire, bensì il combattimento orrido, immane, fra soverchianti avversari, in giorni che non s’ama ricordare.
Ogni volta che Giove era crucciato contro gli Achei, a te scendere in campo, degna prole di Sisifo, rampollo di Titani.
Quando Marte furioso conduceva le falangi troiane ad incendiar le navi, tu le salvasti e Teucro.
Eri la gran riserva
nel pericolo estremo, la resistenza, il muro, la fortezza.
Ti accoglieva ogni sera la disadorna tenda senza profumi e schiave.
Là, presso il mare, tutto imbrattato di polvere e sangue, dormivi un sonno animalmente duro.
Primo fra i tuoi, fra quanti eroi convennero sotto Ilio non secondo a nessuno.
Ma veramente solo ed unico tu fosti nella sventura.
Nessun Dio ti protesse, niuna gloria t'arrise incontrastata, ti fu solo di scorta il tuo valore, o fante antico.
E i Greci ti negarono quel premio a cui tu ambivi:
l'armi d’Achille. Un maestro d'inganni te le strappò. Ma in mare costui le perse. Ed il flutto pietoso, il mutevole flutto, più sagace dell'umano giudizio, più costante della fortuna, sul tuo tumulo alfine, le depose.
Pace all’anima tua infera, Ajace.
Vincenzo Cardarelli.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 05.04.33

Citazione: Vincenzo Cardarelli, “Ajace,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1004.