Opinioni: Presentazione di Ben Hecht (dettagli)
Titolo: Opinioni: Presentazione di Ben Hecht
Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)
Data: 1933-04-05
Identificatore: 1933_196
Testo:
OPINIONI
Presentazione di Ben Hecht
Ben Hecht, americano, autore di Erik Doorn e di A Jew in love (1931), come dire un ebreo innamorato. Quest'ultimo romanzo è stato recentemente tradotto in francese da Maurizio Rémon e pubblicato col titolo Un juif amoureux nelle edizioni Plon. È il quarto d'ora degli ebrei in letteratura, inaugurato dal solenne e drammatico Giobbe del Roth, che adombra nel suo cupo romanticismo il destino del popolo disperso e ne ricava un simbolo di vita da inserire nella cronistoria attuale del mondo. Anche Ben Hecht ha composto un libro crudele, acuto nell’analisi, minuzioso, in certi momenti grottesco, e senza raggiungere l’ampiezza di respiro del Roth ha scritto a sua volta un capitolo di storia dell'ebraismo dopo la guerra mondiale sintetizzato negli egoismi, vizi e debolezze d’un individuo. Il suo Jo Boshere è un miserando eroe che non ha la tempra dei figli del ghetto di Zangwill; anzi egli non vuol essere un figlio del ghetto, si sforza di far scomparire le stigmate della razza sotto una specie d’atteggiamento artificiale e ricercato ch’è la maschera della sua natura; s’è creato così una strana personalità, che lo salva dalle tare originarie e lo fa sembrare un principe azzurro smarrito in mezzo a un pogrom. Questo ebreo camuffato ha una donna che tiene nascosta su dei transatlantici e che adora tre giorni all'anno, come in un rito; e ha un’amante della sua razza, sottomessa e senza grazia, che lo seduce per l’abilità con cui sa imitarlo sin ne’ suoi atteggiamenti più grotteschi; nonostante i due legami, Jo si innamora d’una terza donna, incapace dì comprenderlo secondo le sue esigenze e nella quale egli vuol creare le qualità di cui ha bisogno in una donna, quella specie di personalità asservita da cui aspira ad essere amato. Si direbbe che tutti i caratteri della razza risorgano in questo individuo che s’è sempre sforzato di castigarli in sè: il suo bisogno di dominazione è frenetico, il suo egoismo parossistico; egli tortura sè stesso e gli altri, e i suoi pugni di cenere non sono per lui che segni di sconfìtta transitoria. La caparbietà più dura lo sorregge in una lotta dalla quale è bandito il sentimento, ma anche la fredda ragione. È piuttosto una lotta d’istinti scatenati che esercitano la prima vendetta su colui che ha voluto disconoscerti.. L’ebreo innamorato ridiventa ebreo, il principe azzurro del pogrom lascia il ricco mantello fiabesco per il caftano tradizionale. A Jew in love è certo un libro notevole, un « documentario » impressionante in direzioni nettamente psicologiche ed analiliche. Nel quadro dei contrasti di vita americana, il personaggio di Jo Boshere campeggia come il portabandiera d’una ribellione in potenza che è tutta di natura mistica, di orgoglio raffinato.
Collezione: Diorama 05.04.33
Etichette: OPINIONI
Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Opinioni: Presentazione di Ben Hecht,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1006.