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Titolo: I libri della settimana

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli), Vellani Marchi

Data: 1933-08-02

Identificatore: 1933_348

Testo: I libri della settimana
Con la ciurma dell’ “Alessandro"
e Galoppata nel sole
All’amicizia del viareggino Paolo Tornei, capitano del veliero « Alessandro », Leonida Rèpaci deve d'aver potuto realizzare un'aspirazione maturata ancora nell’adolescenza, leggendo Verne, Mayne Reid e Salgari: compiere un viaggio d’una cinquantina di giorni (quanto basterebbe per attraversare alcune volte l’Oceano da Genova a Nuova York) nel Mediterraneo in semplicità e libertà di vita. Ci si imbarca a Civitavecchia, si fa rotta per le coste di Spagna, Portogallo e Marocco, come una volta: su un tre-alberi, una goletta a palo, che fa una media di cinque miglia all’ora, anche nell’epoca delle velocità sbalorditive. Le cose si fanno sul serio o non si tanno, e Rèpaci s’imbarca come semplice uomo di ciurma. Da questa avventura marina son nati prima le corrispondenze che i lettori della « Gazzetta » ricordano, e adesso questo libro di quasi 350 pagine, Con la ciurma dell’Alessandro (ed. Ceschina, Milano), che è proprio scritto in istato di grazia. La comunione della vita sopra uno spazio così piccolo ed agitato crea la comunione dei sentimenti. Il giorno che, nel porto di Genova, compiuto il viaggio, Rèpaci si congeda dai suoi compagni di ciurma è giusto che li saluti così: « Ci siamo lasciati senza dirci tante parole, semplicemente guardandoci negli occhi e stringendoci le mani. Ma essi sentono che qualche cosa di mio resta con loro sul mare. Io sento che qualche cosa di loro resta con me sulla terra ». Penso che Rèpaci abbia mandato il suo libro alla ciurma e al capitano dell'Alessandro. Se lo leggeranno nei quarti di riposo e s'interesseranno a vedere la loro vita dura rappresentata da un letterato che all'occasione sa scordarsi di esserlo e che intanto ha cominciato col provarla. Tra lo scrittore e i marinai del veliero s’è stabilita automaticamente una fraternità che è dì per se stessa poesia. L’atmosfera, il carattere del libro son qui. Il resto, impressioni, episodi, pitture, è il corredo d'un viaggio dei tanti, pittoresco e mosso, animato da una virtù d’evocatore che al Rèpaci non fa mai difetto e da un vivo senso dell'avventura come se in lui sonnecchiasse l'anima d’un corsaro barbaresco (vedetelo nella fotografia a pagina 297, pizzo al vento, con una mano sull’anca e l’altra appoggiata a un parapetto dei muraglioni di Tlemcen: pare Ad-el-Krim vestito da Prandoni). Ma l’umanità dell’avventura dà il tono al libro e non si smentisce. Sia ch'egli dipinga il quartiere riservato dì Casablanca o i tramonti sul Douro, sia che ritorni tra i contadini della sua Calabria, le sue reazioni sentimentali sono di origine romantica ed esuberante e di esemplare sincerità. Anche un recente volume di novelle (Galoppata nel sole - edit. Corbaccio, Milano) offre del mondo spirituale e dell'arte del Rèpaci un disegno preciso. La sua emozione è sempre autentica, il suo respiro vasto, il suo sentimento pronto a presentare le armi al dolore, all’amore e alla bontà.
REPACI
GALLOPPATA NEL SOLE
(Dis. di Vellani Marchi).
Le memorie di Roberto Malines
Giuseppe Roberto Malines di Bruino, patrizio piemontese del secolo XVIII, ha lasciato dei Mémoires in francese che si stampano ora per la prima volta, in edizione integrale, ricavata da una copia manoscritta esistente presso la Biblioteca del Re in Torino. Dobbiamo l’esumazione di questo interessantissimo documento alla intelligenza, allo spirito di ricerca e alla coltura di Piera Robbone che preparando e curando la stampa dei Mémoires (edizioni dell’Erma, Torino) ha offerto all’esame degli studiosi e alla curiosità dei lettori un modello del genere. L’introduzione premessa dalla Robbone al testo del Malines illustra le condizioni morali e politiche del secolo colte nell’ambiente piemontese del regno di Carlo Emanuele III del quale il Malines fu uno dei personaggi più in vista: l'introduzione in parola è un vero saggio biografico che permette alla Robbone di restituire in luce una figura preminente della storia piemontese e di caratterizzarla. Illuminista ma fedele allo spiritualismo cristiano, il Malines era al corrente della coltura innovatrice, e anche quando si disgustò dello studio, in seguito alla delusione che gli diede la frequenza alle lezioni del corso di logica dell'Università torinese, gli rimase la passione filosofica, come rivela un'altra opera sua, dal titolo Entretiens sur la réligion, tutta imbevuta di spirito illuministico, che si conserva manoscritta nella Biblioteca del Re insieme con gli Entretiens sur les différentes matières qui ont rapport au gouvernement destinati a Carlo Emanuele: di queste due opere, delle quali nessuno finora aveva parlato, dà notizia la Robbone in due diffuse postille al capitolo VII della seconda parte del Mémoires, al quali testimonianze di storici riconoscono indipendenza di giudizio e conoscenza degli uomini e dei tempi, Cronista intellettuale e psicologico della guerra di successione austriaca, lo definisce anzi il Turletti.
Per noi i Mémoires del Malines sono interessanti, oltre che per i loro meriti storici, per il loro valore letterario. Il Malines va considerato un vero artista, avverte giustamente la Robbone: « come chi, guidato da una misteriosa intuizione, trasceglie fra gli elementi della realtà proprio quelli che sono essenziali, personali ed eterni, intrinseci ed al tempo stesso universali, sì da infondere alle proprie creazioni una vita reale-irreale ». Bene ha fatto la Robbone a curare questa edizione integrale dei Mémoires, dei quali il Manno e il Bollea avevano sparsamente già pubblicato le parti più importanti per la storia o più notevoli per vivezza di racconto.

Roberto Malines di Bruino

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 02.08.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli) e Vellani Marchi, “I libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1158.