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Titolo: Risposte di editori alla proposta di Moscardelli: I cento libri da leggere

Autore: Licinio Cappelli, Istituto Italiano D'Arti Grafiche

Data: 1933-08-23

Identificatore: 1933_372

Testo: I cento libri da leggere
Risposte di editori alla proposta di Moscardelli
Ecco alcune risposte di editori alla proposta di Nicola Moscardelli riguardo al « corpus » dei cento libri ritenuti necessari alla coltura di ogni persona.
Non mi sono limitato a leggere una volta la « proposta agli editori italiani » dell’illustre Nicola Moscardelli, perchè alle prime ho creduto a un gioco di paradossi, e che sotto alli versi strani ci fosse nascosto qualcosa. Ma alla seconda, alla terza lettura, ho dovuto convincermi che la proposta era fatta sul serio. E allora dico che non avrei risposto, per non rispondere di no; ma non rispondere sarebbe scortesia. Eccomi dunque nell’imbarazzo, perchè siffatti « referendum » contano, naturalmente, sulle adesioni. E di aderire ai concetti e alle conclusioni espresse dall’illustre scrittore, proprio non mi sento.
Dice Nicola Moscardelli, in sostanza, che è inutile stampare tanti libri quanti se ne stampano, anche se con ciò si deve rinunciare a qualche eventuale capolavoro, non indispensabile, di cui si può fare a meno. E propone che dieci brave persone scelgano un centinaio di libri fondamentali dell’umanità, e che si stampino solamente quelli.
Rinunciare, dunque, anche agli eventuali capolavori. Ma non ha pensato, l’illustre Nicola Moscardelli, che imporrebbe silenzio a tutti i letterati italiani? E che i libri fondamentali dell’umanità sono apparsi tra le innumerevoli opere minori? E che si rischia, col silenzio, di non dar voce a una eventuale futura opera fondamentale?
Non mi sento di sottoscrivere, anche se in cinquant’anni di editoria non ho messo fuori opere fondamentali, da noverar fra quei cento libri; perchè non dispero (anzi, ogni giorno spero) che un’opera fondamentale (ma mi accontento dei capolavori... ) possa capitare a me, e che mi resti il merito di averla stampata.
Nemmeno nelle premesse son d’accordo con l'illustre scrittore della Gazzetta del Popolo.
Egli dice che « i libri che vanno, vanno solo per una stagione, mentre certi libri che sembrano non andare sono poi quelli che vanno, sempre ». Capisco cosa vuol dire: ma di libri che dovrebbero andar sempre, e chi non vanno purtroppo nemmeno per una stagione, son pieni gli scaffali degli editori.
Resta poi la questione dei precedenti: i « Libri necessari » iniziati da Giovanni Papini. Ma se Nicola Moscardelli stesso ricorda che la collezione si iniziò con « I Toscani dell’Ottocento » di Pietro Pancrazi, come fa a vederci un precedente «identico nelle intenzioni » a quello della sua proposta? Che sia un capolavoro, passi. Ma fondamentale, no: lo dice lo stesso Pancrazi. Ne conviene anche Moscardelli, il quale, per la stessa collezione, si atterrebbe alla « Antologia di mistici » di Arrigo Levasti. Allora mi ci metto anch’io con la « Rivolta ideale » di Alfredo Oriani.
Precedenti no, non ce ne sono. Nemmeno gli « Immortali » diretti da Luzzati e Martini. La collezione, se fosse continuata, sarebbe andata ben per le lunghe. In quegli ampi confini un poco alla volta ci entrava anche mezzo catalogo mio e degli altri.
C’è, sì, qualcosa che mi piace, della proposta di Nicola Moscardelli, ed è quel richiamo « allo stato d’animo del pubblico, quanto mai fertile alle buone iniziative ». (È la ragione, creda l’illustre scrittore, per cui si stampano tanti libri; che poi i libri cattivi minaccino i buoni, è cosa umana; che il cattivo minacci il buono, è cosa che si ripete in cielo, in terra, nei mari e nelle vie sotterranee, ovunque lotti la vita. ) Dico che il richiamo mi piace, perchè è una « sveglia ». Infine è bello quest’ardore del Moscardelli. Proposte siffatte, anche se non si sottoscrivono, debbonsi ritenere segno di amore al libro, fervore di nobile aspirazione. Non conta se autori ed editori pensano, per analogia, a un ascoltatore, il quale, innanzi a un grande oratore, preso da entusiasmo gridi: « Non parli nessuno mai più! » E si tagli la lingua.
Licinio Cappelli.
Ho letto col più vivo interesse il lucido articolo « Proposta agli editori italiani » che Nicola Moscardelli ha pubblicato in codesto spettabile giornale. Dichiaro senza reticenze che aderisco all’idea e approvo incondizionatamente la proposta. Ma conviene spiegarsi chiaramente; credo di interpretare il pensiero di Moscardelli dicendo che nel vagheggiare la collezione dei libri fondamentali, egli intende riferirsi a quelli che sono tali in ogni letteratura. Perciò ai classici di ogni lingua. Difatti l’impresa almeno per ora deve limitarsi a questo; se si volesse invadere il campo della scienza, dell’arte, della giurisprudenza, ecc., non so dove si andrebbe a finire; la collezione diventerebbe di 1000 invece che di 100 volumi. L’editoria italiana ha, oltre questo, molti altri doveri da assolvere verso la cultura e li assolverà. Ma frattanto procuriamo che la proposta del Moscardelli non cada nel vuoto. Dal canto mio mi metto a completa disposizione del Moscardelli e del Comitato nazionale che dovrà essere formato, per collaborare all’attuazione del progetto. Ma bisogna fare presto, compiere rapidamente e bene l’impresa, non solo per seguire anche in ciò i precetti del Duce, ma anche perchè la collezione sarà un buon affare commerciale soltanto quando sarà completa.
Quanto al titolo della collezione mi sembra che « I libri necessari » sia il titolo adatto. Credo di interpretare il pensiero di Giovanni Papini dichiarando anche a nome suo che rinunziamo alla proprietà letteraria del titolo stesso a beneficio della nobilissima impresa nazionale.
Enrico Bemporad.
L’Istituto d’Arti Grafiche di Bergamo così precisa per il tramite di uno dei suoi dirigenti il proprio pensiero:
Non è l’editore che dovrebbe dare la nota dei libri « necessari ». Egli è per sua natura « unilaterale » o per lo meno egli mira ad una sua impresa personale. Solo una mente antiveggente (il Duce) od un consesso di uomini « scelti » (l’Accademia d’Italia? ) potrebbe giudicare e disporre.
Istituto Italiano d’Arti Grafiche.
Achille Campanile, cui è stato assegnato recentemente il « Premio Viareggio », riposa sugli allori ad Antignano.
Il poeta Villaroel, a Viareggio dentro una misteriosa baracca —, affida alla curiosità della bella pittrice viareggina Marta Granchi il manoscritto del romanzo Amarsi a Viareggio, che apparirà nel prossimo anno coi tipi dell'editore Ceschina.
Bontempelli fra Marta Abba e Paola Masino.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 23.08.33

Citazione: Licinio Cappelli e Istituto Italiano D'Arti Grafiche, “Risposte di editori alla proposta di Moscardelli: I cento libri da leggere,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1182.