Scrittori giovani: Mino Doletti (dettagli)
Titolo: Scrittori giovani: Mino Doletti
Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)
Data: 1933-08-30
Identificatore: 1933_381
Testo:
SCRITTORI GIOVANI
Mino Doletti
Veronese, vive e lavora a Bologna. Il giornalismo ha in lui un milite vivace, e alcuni suoi libri di viaggi hanno dato la misura del suo spirito di osservazione al servizio d'una sensibilità novecentesca. Ha scrìtto anche qualche libro per i ragazzi e ha collaborato con fiabe d’un umorismo assai fine e gentile alla Illustrazione del Popolo. Quest'anno il Doletti ha mandato fuori il suo primo romanzo, Niente (ed. Cappelli), che è stato giudicato « degno di premio » dalla giuria del premio letterario Bologna ed è rimasto tra le quindici opere in gara a Viareggio. Un giovane, dunque, che è già uscito fuori dal pelago delle promesse per attraccarsi alla riva d'una conquistata personalità che avrà modo di sempre meglio definirsi, come lasciano agevolmente presagire le qualità positive e gli stessi difetti del romanzo. Che, se un rimprovero gli si può muovere sin dall'inizio, è condotto secondo uno schema un poco antiquato, con eccesso di realismo pittorico e di sovrastrutture aneddotiche, superata la barriera delle quali puoi però scorgere il tono e le intenzioni veraci. Il titolo può far pensare a propositi ironici: ma si metterebbe su falsa strada chi volesse seguire, attraverso il romanzo, questa pista. Niente è un titolo allusivo di sapore romantico, è la sintesi d'una esperienza di vita. Riassume, nelle sue due sillabe desolate, i risultati d’un'avventura sentimentale come può applicarsi a tutte le avventure del genere da che mondo è mondo: tele di ragno i cui fili si tramano sull’inizio quasi per gioco, e che poi finiscono per diventare le catene d'una passione che si risolve in dramma. Il caso dei due protagonisti dolettiani non sarebbe nulla di più d’una comune storia d’amore finita male non soltanto in senso sentimentale se appunto la passione non vi trovasse accenti d'una vasta risonanza umana e il banale fatto di cronaca non diventasse ad un certo punto il centro d'un’azione piena di pathos e ricca di contrasti psicologici rappresentati con molta intensità e comprensione. Soprattutto dei caratteri del tempo, del disagio morale al quale le giovani generazioni non si sottraggono e dal quale si salveranno soltanto guardando a ideali alti e virili, quelli che hanno ogni giorno fortunatamente sott'occhio nel nostro paese. In questo senso, possiamo dire che il pessimismo del Doletti è un pessimismo transitorio, o documentario che giustifica ad ogni modo gridi d'allarme e misure. La coppia di Niente è un simbolo da tener d’occhio. Nè va dimenticato l’ambiente in cui cresce, la frivolità o l'indifferenza di certe famiglie davanti alle crisi della gioventù. Colpa che si sconta. Ma il romanzo, dicevamo, vale soprattutto come prova d’un ingegno nuovo e fresco, e nei suoi stessi squilibri denuncia il felice errore dell'età. Sproporzioni, false prospettive, psicologie superficiali, altalene tra la maniera e la verità vissuta, oscillazioni di stile dal trasandato al ricercato e rettorico, insomma un bilancio che si chiude appena all'attivo. Ma nel complesso il romanzo è bello e interessante, e va letto. Anche se domani Mino Doletti ne scrìverà uno migliore, non bisognerà dimenticare questo Niente dal quale ha preso l’avvio.
Collezione: Diorama 30.08.33
Etichette: Censimento degli scrittori giovani
Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Scrittori giovani: Mino Doletti,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1191.