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Titolo: Scrittori giovani: Astone Gasparetto

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-09-06

Identificatore: 1933_392

Testo: SCRITTORI GIOVANI
Astone Gasparetto
È nato a Venezia venturi anni fa, ed è, crediamo, al suo primo libro, che ha un titolo modesto dal punto di vista della « vetrina » ma impegnativo come una dichiarazione di principio dal punto di vista della tradizione e continuità letteraria: Dodici racconti (ed. Zanetti, Venezia 1933 - L. 9). Leggiamone uno: « Da quel giorno egli fu tutto, delle cose. Volle lenire il suo tormento con l’incessante controllo delle sue azioni;
volle proclamarsi padrone delle cose, tenerle sotto il dominio della sua volontà tenace e a tutto pronta; ma le cose che gli stavano all' intorno divennero per lui una prigione che impediva allo sguardo della mente di penetrare in loro... Per liberarsi dagli artigli delle cose, per poter non più pensare ad esse era dunque necessario ch'egli estinguesse la fonte del suo pensiero ». È il terrore delle cose, l’implacabile loro monotonia, la loro oscura forza di vendetta che porta il protagonista alla morte. Un tema analogo è stato svolto da Edourd Estaunié nel bellissimo romanzo Les choses voient, che è poi la storia d'un ambiente provinciale e borghese. Mentre nel romanzo dello scrittore francese le cose hanno un loro volto e una loro anima fatti sullo stampo della gente che le circonda, quindi confitte a loro volta nel terreno d'una mentalità mediocre e comune e perciò tanto più terribilmente incombenti, nel racconto del Gasparetto le cose hanno una funzione simbolica, sono la quintessenza d’un disagio d’origine cerebrale che proietta attorno a sè i suoi fantasmi, li crea e li amplifica sotto l’incubo d'una realtà allucinata e magica. Quindi anche l’atmosfera evocata dal Gasparetto è atmosfera d’angoscia, ma la sua pesantezza più che derivare dalla tirannia della realtà è il frutto d’una costante scomposizione di essa, d’un gioco della fantasia accesa più che del sentimento turbato. Codesta atmosfera si riscontra in tutti i racconti, alcuni dei quali rivelano un temperamento schietto di narratore, dotato di parecchie qualità positive, e soprattutto d’uno stile plastico e corretto che si vorrebbe forse un po’ meno esuberante nelle reazioni alla realtà immaginata. Ma codesto dell’esuberanza e d'un certo affanno interiore è un difetto connaturato alla qualità stessa dei temi sui quali il Gasparetto s’esercita, che sembrano derivare più dalla letteratura che dalla vita, da meditazioni e colloqui con tipici modelli di quella « scrittura » che non si discosta dalla patologia morale e non riconosce altra fonte di ispirazione fuori del pessimismo. Si vorrebbe che il Gasparetto, con l'ingegno che ha e coi mezzi di cui dispone, uscisse di tutela e si guardasse attorno, con occhi suoi, nuovi, pronti a fissar sulla retina le immagini virili e serene che la vita offre ad ogni passo ai poeti, specie in un paese come il nostro e in un tempo come quello in cui ci è dato di vivere.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 06.09.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Scrittori giovani: Astone Gasparetto,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1202.