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Titolo: Libri della settimana

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-09-20

Identificatore: 1933_414

Testo: Libri della settimana
Sottocoperta
Un libro di vita marinara, d'uno scrittore di trent’anni: Giovanni Descalzo, di Sestri Levante, figlio di modestissima famiglia, autodidatta e tipografo. Come può cantare il mare questo « sedentario »? La vita crudele ne ha fatto un uomo libero: vogliamo dire che gli alti e bassi della sua salute lo obbligarono a svincolarsi dai mestieri manuali e a cercare la salvezza dov’era possibile trovarla.
Descalzo la cercò sul mare, fu marinaio « involontario », improvvisato, tanto più fedele ed entusiasta quanto più s’ingrandiva il debito di gratitudine verso il liberatore. Il mare, inoltre, ne ha fatto un poeta. È di due anni fa il carme Uligine che fu premiato dall'Accademia d'Italia, stampato da riviste autorevoli e tradotto all'estero. Segue Risacca, altro inno all’elemento liquido, alla sua grandezza mistica, alla sua universalità. Adesso esce il primo volume di prose del Descalzo: Sottocoperta. Libro marino anch'esso, come dice il titolo, e pubblicato nella collana « I libri del mare » della Lega Navale (ed. P. De Fornari, Genova, lire 12). È un libro di semplici colloqui. Il Descalzo parla e si confida col mare come farebbe con un fratello maggiore. Non hanno segreti l’uno per l’altro. Si guardano, s'interrogano, si rispondono con cenni, si intendono alla prima. Per mettersi in questo stato di grazia occorre un istinto di poeta non ancora guastato dalla letteratura: il Descalzo lo possiede e lo conserva con cura gelosa. Senti che quanto è stato detto e scritto prima di lui sul mare non conta. Egli lo guarda con occhi nuovi, lo scopre, lo fa suo. Ignora i precedenti; e non è neanche questa una posa. Il fascino di Sotto-coperta sta appunto in ciò, nella sua autonomia spirituale e stilistica, nella sua ingenua freschezza che è la voce medesima della verità. La felicità del Descalzo a tu per tu col mare è la stessa d’uno stormo d’alcioni, per usare una sua immagine, sceso sulla superfìcie in una prova di bravura, felice di farsi sorreggere e trasportare dal vento. Sottocoperta è un libro da leggere.
Giovanni Descalzo
Criminali in D’Annunzio
La bibliografia dannunziana non conosce rallentamenti. Vite, saggi generali, saggi particolari, analisi, ecc.: ogni anno qualche decina di numeri s’aggiunge a un elenco già straordinario. Ora ecco un libro che ripropone un tema che fu caro a qualche scrittore della passata generazione, per esempio a Enrico Ferri e al Sighele. Ma I criminali in D'Annunzio di Umberto Ferraris (ed. Apuania, Genova 1933 -L. 7) non vogliono essere un tributo alla scienza positiva e alla criminologia lombrosiana, bensì l'indicazione di un metodo d’indagine non privo d’importanza per la formulazione d’un giudizio complessivo sull'opera del poeta d’Alcione. Dice esplicitamente il Ferraris nelle prime pagine del suo libro che l’esame dei criminali dannunziani può almeno in parte completare il giudizio, sia correggendo errori ormai acquisiti (per esempio la nota frase del Croce: «Giorgio Aurispa è il personaggio medesimo che altrove porta i nomi di Andrea Sperelli e di Tullio Hermil ») sia che discopra pregi d'intuizione e perciò di costruzione che (è il caso di Giovanni Episcopo) sono stati ignorati. Insomma il Ferraris vuol risolvere sul piano della « criminologia » parte del problema critico dannunziano, per lo meno sottoporre a una attenta revisione alcune conclusioni passale in giudicato attraverso trent’anni di fatica. Libri come questo del Ferraris giovano a ritorni su temi che non si esauriscono pur minacciando di cristallizzarsi in formole definitive: la critica è superamento di posizioni ideali e storiche condizionato d a i tempi e dai loro caratteri. Il problema di D’Annunzio nell’anno 1933 non è più quello che vedeva Benedetto Croce nel 1901, e la recente ristampa del saggio del Borgese ha chiaramente rivelato le lacune da riempire con la guerra e dopo la guerra. In tutta l’opera dannunziana vi sono particolari che, secondo i punti da cui si guardano, prima al criminalista o allo scienziato o allo storico che al letterato rivelano nel D’Annunzio un intuitore di verità e un anticipatore di eventi. Ne diamo atto al Ferraris dopo la lettura del suo libro. Ma ne eravamo già persuasi.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 20.09.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1224.