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Titolo: I libri della settimana

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-10-18

Identificatore: 1933_455

Testo: I libri della settimana
Sole d’estate
Per molti anni Grazia Deledda s'è trascinata al piede la catena del successo dei romanzi d'ambiente sardo, che attraevano il pubblico non per il valore universale della loro esperienza umana, ma sì per quel che v’era di colore e di folclore, cioè di caduco. Furono pochi gli accorti che presentirono le possibilità deleddiane e si rifiutarono di risolvere nella formola regionalista un’arte che aveva radici più fonde, risonanze più interiori, orizzonti più vasti. L'analisi psicologica non si limitava ad una definizione di caratteri-tipo più o meno riusciti e pittoreschi; il dramma non si concludeva soltanto sul piano dei rapporti tra personaggi e ambiente; l'intrinseca aspirazione al raggiungimento della autonomia di questi rapporti garantiva per le future conquiste nel campo dell’universale. Capitolo di storia letteraria recente: serve a spiegare come oggi il favore popolare non sorga più così alto e fragoroso sulla scia degli ultimi romanzi deleddiani come sorgeva su quella dei romanzi sardi di vent'anni fa. Si capisce come, per conto nostro, il valore artistico e spirituale dell'opera della Deledda stia appunto in proporzione inversa alla intensità di quel favore; in proporzione diretta, invece, allo sforzo, precisatosi sempre più chiaramente dopo la guerra, tendente a dar risalta al conflitto umano in confronto dell’ambiente, variando i rapporti tra l'uno e l’altro: sforzo che si è risolto in una vera e propria conquista d'equilibrio ottenuta coi mezzi più semplici. A riprova, ecco una nuova raccolta di quelle caratteristiche novelle della Deledda (Grazia Deledda: Sole d'estate. — Ed. Treves, Milano, 1933 - L. 12) che hanno le proporzioni di spunti di novelle e chiudono invece nel breve giro delle loro pagine il ciclo d’un dramma. Venticinque novelle in un volume di 250 pagine, introdotte da una Bonaccia di tono apparentemente idilliaco, ma dove basta un nulla, un tocco, un aggettivo, un’allusione, a creare il clima tendenzialmente tragico della narrativa deleddiana, a insinuare il pathos di quelle passioni elementari e barbare che stanno al fondo di tutta l'opera della scrittrice sarda. S’è detto altre volte che la materia sulla quale la sua arte si esercita pecca di monotonia nel senso dell’incapacità ad uscire da una cerchia di motivi trattati su infinite variazioni; ma in queste novelle come negli altri libri della Deledda, la varietà è data non dal tema ma dalle reazioni al tema, cioè dagli scampoli d’umanità ciascuno dei quali è una coscienza e un caso. Se dovessimo scegliere dalla nuova raccolta, metteremmo alcune novelle, come Lo spirito della madre, Luna di settembre, Il vestito nuovo, Nozze d’oro, Théros, tra le più belle della Deledda, compiute artisticamente e spiritualmente sino a rappresentarla Théros, nome greco che vuol dire sole d’estate, è un’aerea fantasia sul destino della popolarità delle dive ricamata intorno a un ritratto-sintesi di Greta Garbo, che è una novità in un libro della Deledda se badiamo soltanto all'esteriore, ma non lo è più per poco che ci chiniamo sulla sua malinconia.
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Grazia Deledda.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 18.10.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “I libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1265.