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Titolo: I libri della settimana

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-10-25

Identificatore: 1933_466

Testo: I libri della settimana
Pane e terra
Tema degno dell'ora. Nicola Vernieri lo ha impostato in un poemetto di trenta cinque canti dove, con eleganza di ritmi e chiarezza di pensiero poetico, esso è svolto sullo schema d'una biografia elementare. Il Vernieri tratta da anni con scioltezza i metri tradizionali e le maggiori riviste vanno pubblicando le sue « favole liriche» che celebrano i cicli delle opere e dei giorni, la fatica umana, gli aspetti della natura, anche qualche fatto della cronaca giornaliera, con sentimento ed accento profondamente italiani. Un libro del Vernieri, « La favola del tempo perduto », ebbe una segnalazione, da illustri accademici; un premio della Fondazione Fusinato venne assegnato ad un'altra sua raccolta inedita di favole e racconti in versi; e il racconto ch'esce adesso, Pane e Terra (ed. E. Jacchia, Vicenza, 1939. L. 10), è stato premiato dall’Accademia della Crusca nel concorso Rezzi. Sentimento ed accento, si diceva. Il primo deriva la sua forza sincera dalla scelta medesima dei temi che s'inquadrano in momenti ed ambienti tipicamente nostri, non trascurando neppure l'attualità in quanto riverberi sul tema non un interesse meramente cronistico ma significati di più vasta portata lirica ed umana. In Pane e Terra si racconta in nitide ottave composte di due quartine accoppiate la storia di un contadino del Cilento che va a cercar fortuna in America. Non è l’emigrante del consueto stampo antebellico, il quale ritorna coi soldi o non ritorna più. Il contadino del Vernieri è l’emigrante del dopoguerra al quale l’agognato eldorado americano riserva le più amare delusioni e che s’accorge che la vera e saggia felicità è contentarsi del poco che s'ha a portata di mano, del campicello paterno, della donna dei paesi tuoi, del sudato guadagno sulla terra madre. Oh! madre vera e amorosa, non matrigna come quella del continente nuovo dove la crisi s'è abbattuta con violenza proporzionata alla facilità dei guadagni « alla rettorica della prosperity. Il contadino del Cilento torna indietro a mani vuote, ma col cuore sano, e ricomincia a vivere la sua vera vita. Questa semplice trama è svolta dal Vernieri con autenticità d’ispirazione e con novità d'immagini. Si resta forse sempre nei limiti dell'idillio, e la drammaticità della delusione non trova nell’impeto del poeta l’ala per raggiungere le vette del pathos; ma il racconto ha un carattere e un tono, e specialmente negli incontri sentimentali, negli amorosi abbandoni, trova note delicatissime e commoventi. Da aggiungere che il Vernieri deriva più d'un motivo dalla poesia popolare e lo incastona felicemente nelle sue strofe. La morale del suo racconto non sarebbe dispiaciuta al Pascoli (e piace all'italiano del tempo di Mussolini):
L’America? L’America è il Cilento
che ti dà casa e terra se lavori;
dove, se perdi un chicco di frumento, trovi la spiga...
India madre
Roberto Palmarocchi ha tradotto per le edizioni Bemporad, sotto il titolo di India Madre, la famosa inchiesta dell'americana Caterina Mayo che taluno ha voluto accusare di anglofilia. (Una precedente edizione francese — il libro è d'una decina d’anni fa — soppresse dieci capitoli e le appendici dell'edizione originale). In verità, si tratta di un libro spietato. Spietato ma esemplare. Apparentemente freddo come un registro statistico, in realtà animato e sollevato da un sentimento umano che conferisce ai dati scheletrici e alle nude esposizioni un tono drammatico, un calore emotivo non dimenticabile. Libri di questo genere fanno epoca. Chi l'ha letto o chi lo legge oggi nella versione italiana guarda all'India e agli innumerevoli problemi indiani con occhi diversi, con un concetto preciso dei « fatti viventi » dell’India. È facile negarli, dice l'autrice, ma non è possibile controbatterli o rifiutarli. È detto tutto. Quel che vi si legge, mettiamo, sulla condizione fatta alla donna nella società indù, sulla maternità, sul clima famigliare, ecc., può sopportare ben altre obbiezioni che quella d’una colonna statistica male aggiornata. Vista dall'angolo dell’inchiesta fondamentale della Mayo (dico che nessuno dovrebbe mettersi a discorrere dell'India se non conosce questa terribile inchiesta) anche la questione del gandhismo perde per tre quarti il suo valore decisivo nei confronti dei vari problemi posti sul tappeto indiano. La Mayo non pretende che certi fatti clamorosi affermati nella sua inchiesta siano senza contropartita nella civiltà occidentale: ma l’India ha portato i principi dell’egocentrismo e d'un materialismo chiamato spiritualità a un grado più esteso e avanzato che non abbia fallo l’Occidente, e i risultati, presso l'individuo, la famiglia e la razza non sono perciò che più degni d'attenzione. Il libro, dicevamo, s’imprime nella nostra coscienza con segni indelebili. È bene che sia stato tradotto. A leggerlo, non ci perde nessuno. Tutti i miti che crollano sono altrettanti passi sulla via della verità comune.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 25.10.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “I libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1276.