Sul romanzo d’oggi (dettagli)
Titolo: Sul romanzo d’oggi
Autore: Giacomo Etna
Data: 1933-11-22
Identificatore: 1933_505
Testo:
Sul romanzo d’oggi
Caro Diorama, ho letto con interesse il tuo panorama del romanzo italiano, dove sono dette molte cose giuste e si mostra un ottimismo che dobbiamo condividere appieno. Vi è scritto:
« Nel panorama odierno della nostra cultura, il romanzo è, letterariamente parlando, in linea. Che lo sia poi anche spiritualmente non oseremmo affermarlo. Un romanzo del nostro tempo (che interpreti, per intenderci, ranno XII nelle proporzioni con cui ad esempio « Rubè » interpreto il passaggio dalla guerra alla pace) è ancora nei voti. Evidentemente, perchè ci sia, non basta che l’autore dedichi dieci pagine a descrivere un’adunata di popolo in piazza Venezia o un capitolo all’acquedotto dell'Istria e ai lavori di bonifica dell’Agro Pontino. Vogliamo un’arte aderente al nostro tempo, ce l'avremo. Ma essa nascerà all'infuori delle polemiche e delle suggestioni; gli artisti preparati a darcela non mancano. È questione d’attendere senza pessimismi e senza creare e propagare equivoci, i quali, una volta radicati nella cosiddetta opinione pubblica, sono più dannosi di un’epidemia ».
A questo punto mi permetto di farti osservare che nel panorama c’è una lacuna riguardo alla letteratura fascista e che l’accusa velata di poca aderenza alle idealità del Regime mi sembra ingiusta quando ci sono dei giovani che sono in linea da anni e lavorano. Nel 1931 io ho pubblicato un romanzo squadrista, « Chiaranta » (Giuseppe Carabba, editore), in cui narro le vicende del socialismo siciliano e il nascere del fascismo, che culmina con l’espugnazione di un comune rosso. Ho tentato rappresentare i fatti, lasciando da parte la retorica e la propaganda, e il pubblico mi ha letto, ha ritrovato nell’opera qualche cosa che l’ha commosso. Qualche critico invece mi ha scoraggiato, affacciando l’impossibilità di rendere la cronaca del nostro tempo. Lo stesso rimprovero è stato fatto a Vitaliano Brancati, che anche lui con « L’amico del vincitore » ha tentato di sintetizzare audacemente una pagina della nostra storia contemporanea attraverso una vicenda fantastica che ha radice nella vicenda di una grande figura dei nostri giorni. Antonio Prestineza ha pubblicato proprio adesso un romanzo ispirato al dopoguerra e alla rivoluzione, « Primavera borghese », in cui studia il travaglio della borghesia italiana attraverso, un periodo che ha duramente provato uomini e istituzioni. La critica pure nei suoi riguardi si mostra tentennante e impacciata e si lascia sfuggire, andando dietro osservazioni tecniche e stilistiche, il significato del libro, il suo spirito nuovo. Si vede il lato negativo e non ci si accorge che siamo in presenza di un germe che merita di essere coltivato e seguito con simpatia. « Chiaranda » voleva essere l’antagonista di « Rubè », l’eroe della volontà e dell'azione; ma nessuno se n’è accorto. La colpa sarà stata anche mia, ma non completamente.
Mi auguro anch’io che si chiariscano una buona volta questi equivoci e non si crei presso il pubblico uno stato d’animo contrario al sorgere della letteratura nuova, che non può ignorare le Camicie nere, la riconquista della Libia, la bonifica, materia degna di un Tolstoi o di un Balzac. Noi non chiediamo all’arte di trasformarsi in organo di propaganda, di sostituirsi al giornalismo, ma di accostarsi alla vita, di esserne specchio fedele, di seguirla nelle sua trasformazioni, di comprenderla in tutti i suoi aspetti.
Intanto, per cominciare, perchè non si tenta un’inchiesta seria, serena, sulla letteratura fascista attuale, in modo che si sappia quanto si è realizzato nel primo decennio? Le opere sincere si potranno forse contare sulle dita, ma segneranno un orientamento, che non va trascurato. A Berlino, una settimana addietro, mi si chiedeva se esistesse una letteratura ispirata alla rivoluzione. Io ho fatto qualche nome; ma bisognerebbe offrire agli italiani e agli stranieri un quadro completo che dimostri l’influenza del fascismo nel campo delle lettere.
Giacomo Etna
Conosciamo i romanzi « fascisti » di Giacomo Etna, di Prestinenza, di Brancati, scrittori d’ingegno e di fede. Ma... sono tre. Il nostro « panorama » voleva appunto dire una parolina nell'orecchio a « quegli altri ».
Collezione: Diorama 22.11.33
Etichette: Giacomo Etna
Citazione: Giacomo Etna, “Sul romanzo d’oggi,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1315.