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Titolo: Utilità e funzione dei "premi letterari"

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1931-09-02

Identificatore: 139

Testo: Un' inchiesta fra autori ed editori

Utilità e funzione

dei “premi letterari"

1° Credete all’utilità del premi letterari e alla loro efficacia come mezzo di propaganda popolare a vantaggio del libro italiano?

2° Credete che i premi possano rivelare degli autentici valori che non avrebbero altrimenti modo di arrivare al pubblico?

3° L'attuale moltiplicarsi di premi letterari non è già un indice della favorevole ripercussione ch’essi, nel recente passato, hanno avuto nella massa dei lettori? O anche in fatto di premi preferite la formula: « pochi, ma buoni »?

4° Qual è l’influenza immediata del premio sulla vendita del libro premiato?

Un accademico

F. T. Marinetti, accademico d’Italia e capo del movimento futurista, interviene nella discussione con la sua maniera simpaticamente spicciativa (e... « prò domo sua »):

I premi letterari sono utilissimi. Occorrono giurie composte di scrittori celebri e geniali, senza invidie nè paure e patriotticamente ansiosi di scoprire nuovi ingegni italiani.

Con questi principi, lanciai molti anni fa il premio della mia rivista internazionale Poesia, che rivelò due autentici poeti: Giosuè Borsi e Paolo Buzzi.

Con questi principi ho creato i circuiti futuristi di poesia di Milano, Torino, Firenze, Napoli, Roma, che rivelarono i poeti-record, Farfa, Tullio D’Albissola, Giacomo Giardina, Krimer. Sasso. Questi entreranno in gara l'inverno prossimo per il casco d’alluminio, simbolo della nuova espressione lirica simultanea della veloce nostra civiltà meccanica.

F. T. Marinetti.

Un editore

Arnoldo Mondadori, l’editore dalla multiforme attività, le cui officine bodoniane mandano per il mondo l'Opera omnia dannunziana, sospiro di tutti i bibliofili, cosi risponde alla nostra inchiesta:

I — Certamente. E lo provano... i concorsi dell'Accademia Mondadori. Anzi, giacchè mi si presenta l'occasione per un pro domo, vorrei rettificare un piccolo punto di... cronaca letteraria contemporanea... Mi accade spesso di leggere frasi come questa: « Il premio Bagutta che ha iniziato la serie dei premi letterari italiani... ». Ora, i premi banditi dall’Accademia Mondadori hanno preceduto di alcuni anni quello dei miei ottimi amici baguttiani. Tanto per la verità.

II — Anche qui rispondo: certamente. E cito un esempio: il Perri, coi suoi Emigranti. Perri aveva ormai desistito dall’attività letteraria, scoraggiato dalla difficoltà di farsi largo. Letto l’annuncio del concorso decise di giocare l’ultima carta. In due mesi di accanito lavoro buttò giù il romanzo, che ebbe la fortuna che tutti sanno. Le ultime cartelle furono scritte poche ore prima della scadenza dei termini! Altro esempio: Giana Anguissola « seconda arrivata », al nostro ultimo concorso, che ha visto fermarsi intorno al suo romanzo tanta simpatica attenzione: e una delle consacrazioni più importanti l'ebbe proprio in un bellissimo articolo di Gigli, sulla Gazzetta.

III — Pochi e buoni. Oggi il pubblico comincia ad essere disorientato dal numero del premi, e diffida, sospettando camarille anche dove non ci sono. Inoltre, l’accrescersi continuo dei concorsi fa si che anche la stampa non dia e non possa dare loro il rilievo necessario, e sia costretta a sbrigarsene in poche righe. Poi il pubblico ha le sue preferenze tenaci e accorre al richiamo di certi premi, mentre non accoglie altri che con sovrana indifferenza: si pensi a quanto avviene in Francia dove il Goncourt batte sempre di parecchie lunghezze, per dirla con termine ippico, e... di parecchie edizioni tutti gli altri premi.

IV — Vedi sopra: secondo il premio, ma anche secondo il libro premiato. Il premio dà una spinta iniziale che può essere debole, forte o fortissima: ma poi il libro fa da sè: se è pesante, per quanto energica sia la spinta, si ferma subito; se invece è vivo, umano, accessibile a larghe sfere di pubblico e non solo a una piccola élite di letterati, apertagli la strada dallo squillo vittorioso, la percorre allegramente... e non si ferma più.

Riassumendo dunque direi: raccogliere le forze e l’attenzione su pochi premi; tener presente nel premiare, se si vuole ottenere una certa eco, non il gusto, o il cattivo gusto, del pubblico; ma le sue possibilità e le sue giuste, umane esigenze.

Arnoldo Mondadori.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 02.09.31

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Utilità e funzione dei "premi letterari",” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/139.