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Titolo: Alla vigilia del Premio Bagutta

Autore: Uno degli undici

Data: 1934-01-10

Identificatore: 1934_67

Testo: Alla vigilia del Premio Bagutta
Milano, gennaio
Gli undici giudici di Bagutta si sono visti arrivare per il Natale molti affettuosissimi messaggi d’augurio. Esaminate le firme con attenzione, esse risultarono opera di giovani o maturi scrittori d’Italia, tacitamente aspiranti al premio Bagutta.
Si sa che al premio Bagutta non si concorre; gli aspiranti non possono far altro che farsi vivi con saluti, cartoline, sospiri, promesse, corruzioni (alle quali, è noto, i giudici sono insensibili; nel senso che accettano da tutti, e poi giudicano a modo loro), elenchi di disgrazie famigliari, sorrisi, ecc. Molti sono ricorsi a questi mezzi tutti insieme, ma si sono dimenticati di mandare il loro libro. Non che questo sia necessario; i giudici di Bagutta sono i soli che i libri li comprano, e non impongono agli aspiranti la spesaccia di dieci o venti copie del volume concorrente. Molti altri hanno fatto lo gnorri; hanno spedito il loro libro con una bella dedica personale, come pensando ad altro (ma sotto, in inchiostro simpatico, avevano scritto: voglio il premio! ). Altri infine non si sono fatti vivi, non hanno brigato, non hanno chiesto informazioni.
I primi pareri sono stati scambiati, già si hanno le prime vaghe indicazioni. Si sa ormai che gli indovini si sono stancati di scrutare nel premio Bagutta, che essi possono predire una guerra o una cometa ma non mai chi sarà il vincitore del prossimo premio; l’assegnazione scoppia improvvisa, inattesa, spesso non si sa agli spaghetti, nemmeno dai giudici, quale vittoriosa candidatura si affermerà all’arrosto. I giudici si preparano al premio in un solo strano modo: leggendo di tutto. Poi portano le loro simpatie e i loro giudizi alla discussione finale; ma se avvenga per esempio che fra gli ignari spettatori della tavola della stampa scorgano il viso di uno scrittore, e si sovvengano del libro che ha pubblicato dieci mesi prima, e come gli piacque, e perchè, può succedere, come successe una volta, che buttino all’aria tutti i loro preferiti per accordarsi su quell’ignaro (consiglio quindi agli aspiranti di farsi vedere in Bagutta il 14 gennaio).
Sempre con la riserva dell’imprevisto, si può dire intanto che i giudici hanno messo fuori concorso certi nomi di grosso calibro: Soffici, Baldini, Balbo, la Negri, la Deledda, verranno tutt’al più additati all’Accademia perchè pensi lei a premiarli come si conviene (a parte il fatto che le donne per regolamento sono escluse dal premio). Certi altri fortunati, già premiati o premiatissimi, sono stati ugualmente messi da parte: Civinini, Rèpaci, Gallian, Napolitano, Dino Buzzati Traverso (un giovanissimo, ma già coronato del premio « Festa del libro » per il suo Bàrnabo delle montagne). I poeti dividono con le donne l’onore della esclusione; tuttavia per questi qualche sorpresa è sempre possibile: alcuni giudici si son già palleggiati i nomi di Barile (Primasera), di Sergio Solmi (Fine di stagione), di Chiesa (Stellata sera), di Villaroel (Il cuore e l'assurdo), di Ravegnani (Quattro canti).
Certi altri libri di studio e d’impegno (come il Demiurgo di Burzio, il Giudizio sul bolscevismo di Ciocca) sono citati con ammirazione, ma non prenderanno il premio; sono libri scritti sul serio, sono opere di pensiero; la letteratura e i premi letterari sono cose molto meno serie...
Hanno una ragionevole speranza di essere ammessi alla discussione finale e possono già farsi imprestare dei soldi dagli amici promettendone la restituzione sul premio (5000 lire sonanti) i seguenti, fra altri che non si nominano per machiavellismo, o per modestia degli autori, o per dimenticanza: Giovanni Descalzo, per il suo bel libro di racconti marinari Sottocoperta (se il premio fosse di competenza degli scultori Messina e Castagnino, del pittore Salietti, del poeta Grande, che fanno il tifo per lui, Descalzo l'avrebbe già in tasca), Massimo Leli, per Stagioni al Sirente, Lorenzo Gigli per il suo Gobineau, Eugenio Barisoni per le sue esperienze di caccia e d’amori campestri Bella vita vagabonda, Alessandro Bonsanti ci ha mandato per sedurci l’Adriana a far capricci (I capricci dell’Adriana), e Ridolfo Mazzucconi e Vittorio G. Rossi le Veneri nere delle loro copertine (i libri si chiamano Una vita sbagliata il primo, e Tropici quello del Rossi). Ma i giudici sono di altra tempra di quei lettori, o meglio compratori di libri, che badano solo alla copertina. Ci ha narrato l’editore Bompiani che del libro di Napolitano, Viaggio intorno al mondo, in due tomi, ha venduto più del secondo tomo che del primo, semplicemente perchè la copertina del secondo volume mostra una provocante venere melanesiana, ed il primo una fredda moschea.
Altri libri segnalati: Vincenzo Guarnaccia, Balcone a levante, Radius, Amici di mezzanotte, Carlo Salsa, Pioggia sul mare, Bruno Roghi, Re pallone, Cerio, Manicomio tascabile, Elio Talarico, Via dell'arancio, Vincenzo Biani, Ali italiane sul deserto (son sicuro che l’atlantico aviatore Vincenzo Biani non sa nemmeno che esista il premio Bagutta; ma il suo bel libro fresco, vivo, netto, è piaciuto a più di un giudice).
Basta questa breve cronaca a mostrare agli increduli che Bagutta è sempre viva, anzi vivissima; e per codicillo aggiungeremo la riproduzione della lupa alata di Vellani Marchi che decora le pareti della saletta della storica osteria e spiega per barbara e baralipton l’originalità e la priorità del premio. (— Ecco loro vedono Signori la lupa alata con altri attributi che qui si tacciono, simboleggiante, come si legge, il premio Bagutta: la data 1927 è l’anno in cui il premio nacque primo di ogni altro in Italia; i fanciulli appesi alle su« gonfie poppe sono i premi venuti dopo che da essa trassero argomento e vigore; le nuvolette nel cielo indicano per chiara allusione i premi pur dopo nati e già defunti).
Uno degli undici.
1927
PREMIO BAGUTTA
L'allevamento dei premi letterari (Disegno di Vellani Marchi)

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 10.01.34

Citazione: Uno degli undici, “Alla vigilia del Premio Bagutta,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1432.