Libri della settimana (dettagli)
Titolo: Libri della settimana
Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)
Data: 1934-04-11
Identificatore: 1934_181
Testo:
Libri della settimana
"I Vela": 17°
Salvator Gotta ha dato a questo suo romanzo, il 17° del ciclo, che puntualmente s’accresce ogni primavera d’un numero nuovo, un titolo da alba del mondo: Lilith (ed. Baldini e Castoldi, 1934 - L. 12). È la versione moderna della leggenda della donna-angelo che tenta di volar via e dell'animale che è costretto ad alzarsi sulle due gambe posteriori per trattenerla, e diventa così un uomo. La leggenda di Lilith ha una letteratura abbastanza diffusa così nell’antichità come nell’era media e moderna: essa è probabilmente d'origine assira, appresa dagli ebrei nel tempo della cattività di Babilonia e da essi diffusa. Prima del Gotta, l'ha svolta modernamente Remy de Gourmont che, come è noto, si dilettava di ricerche preziose e rivestiva di splendidi colori i suoi torbidi fantasmi sensuali. Adesso lo scrittore canavesano, mettendo al centro del suo romanzo l’antichissima leggenda nella quale si esprime il mito eterno della femminilità, la volge ai suoi fini, la introduce nella vita d’un uomo per determinarne le reazioni della coscienza e dei sensi le quali, cominciano con la rivelazione a se stesso. È ancora l'albero biblico del bene e del male che funziona, il problema della conoscenza che si pone. « Io — dice il protagonista — nacqui il giorno in cui cessai d’essere semplice, ossia il giorno in cui m’apparve la prima donna mandata da Dio a complicare la mia anima e i miei sensi ». L'uomo primitivo, l’individuo anticomplicato e vicino alla natura, messo improvvisamente di fronte alla donna fatale, all’angelo-demone, al vampiro della letteratura romantica. Si sa quanto spreco d’inchiostro s'è fatto su questo tema specie nel tardo ottocento, dai romanzieri delle scuole naturalista e simbolista. Il Gotta lo riprende con spirito nuovo, libero da ricordi letterari, e ne fa strumento di salvazione attraverso la sofferenza: la crisi del suo eroe ha accenti grandiosi, dietro l’oscuramento della sua coscienza la luce risfavilla. L'esperienza della donna-demone non è un’esperienza di morte, ma di vita. La mattina che per la prima volta al giovane appare la donna candida nella sua nudità profilata sullo sfondo del cielo e del mare, l’ansia di prendere ch’egli sente destarsi dentro è anche un'ansia di trascendere: « avere la femmina e raggiungere l'angelo: quel grande angelo misterioso, di forma soave, tutto armonioso nelle sue linee pure, bellissimo nella sua testa dal profilo un poco aquilino, chiomata di tanti capelli neri scomposti nel vento ».
La donna sparisce. Il giovane segue il suo istinto cercandola: è come Adamo che appena creato camminava a quattro gambe. La ritrova un giorno in una casa di signori inglesi, ed è da lei che apprende la leggenda di Lilith, prima donna avuta da Adamo, madre dei giganti. Poi venne Eva, di sostanza terrena, madre dell’umanità. Però Adamo non potrà mai dimenticare Lilith e per cercarla tenderà sempre le braccia verso l’alto. « In ogni uomo è rimasto il fascino oscuro e trascendente di Lilith. Eva è la donna della legge; Lilith la donna dei sensi e dello spirito. Eva divide con l’uomo i dolori e le gioie del mondo, Lilith ispira l'uomo ad emulare Iddio. L’una gli ricorda che egli è polvere e polvere diventerà; l'altra lo illude d’essere eterno e di saper creare, in virtù dell’amore, opere da gigante... ». Questa è la chiave del romanzo di Salvator Gotta, dove il problema fisico e spirituale della donna è sfiorato talora con franchezza lawrenciana, talaltra ricondotto nel giro della formola freudiana che afferma l’origine sensuale dell’ispirazione. Ancora. una volta il Gotta ha voluto aprire le porte del suo ciclo romanzesco all'attualità, e l’ha fatto con la bravura che gli conosciamo, rinnovando coi suoi mezzi la materia e plasmandola secondo le esigenze della sua fantasia. Il movimento iniziale del romanzo è assai bello e crea subito un'atmosfera da mito, che si distende poi su tutta la vicenda a volte raggelata sino a toccare l’inumanità, a volte calda di impetuosa commozione.
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SALVATORE GOTTA «LILITH»
(Dis. di Vellani Marchi).
Collezione: Diorama 11.04.34
Etichette: I libri della settimana
Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 23 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1546.