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Titolo: Libri della settimana

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1934-04-18

Identificatore: 1934_190

Testo: Ristampa di "Pietro e Paolo"
Opportuna, tempista, sotto ogni rapporto encomiabile la ristampa di questo nobile romanzo di Mario Sobrero nella nuova collezione di « Scrittori moderni » della Casa Ireves. A dieci anni di distanza (il romanzo Pietro e Paolo vide infatti la luce nel 1924, e fu accolto dalla critica e dal pubblico coi segni del massimo favore, per la viva attualità della materia che lo scrittore piemontese aveva artisticamente plasmato dopo averla sentita e sofferta) possiamo collaudare le impressioni d'allora e riconoscere quanto presentimento del tempo nuovo e della crisi morale del mondo fosse adombrato nella vicenda degli Artero e dei loro simili, sullo sfondo d'una grande città industriale (Torino) in cui l’atmosfera si incupiva ogni giorno preannunciando gl'imminenti moti sociali e l'ultimo esperimento bancarottiero della demagogia parlamentare. I rivoluzionari da burla non avevano nessuna voglia di fare la rivoluzione, ed erano pronti, come poi si vide, ad abbandonare il popolo sulle, barricate. L’occupazione delle fabbriche fu la carta estrema tirata sulla pelle del proletariato. Ma già era in marcia la rivoluzione vera, quella delle Camicie Nere, moto autentico di popolo, primavera di giovinezza. Questa accesa atmosfera in cui si ritrovano reduci di guerra, legionari di Fiume, agitatori anarcoidi e agitati, i primi gagliardetti fascisti e i primi scontri sulle piazze, il romanzo di Mario Sobrero rende ne’ suoi segni caratteristici e nelle sue proporzioni. Lo scrittore s'è collocato al centro d’un momento storico e sociale quanto mai drammatico e lo interpreta con la fredda obiettività del cronista, sia pure di stile superiore, ma con l’apporto sempre presente ed operante del suo ricco sentimento umano. È l’italiano che parla di italiani e di fratelli, l'artista che è uscito dieci anni fa dalla torre d’avorio per vivere da vicino la vita del suo tempo. Il valore del romanzo di Mario Sobrero, che noi fummo tra, i primi a
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riconoscere, apparirà oggi nella sua giusta luce a quanti vorranno accostarglisi: e ci auguriamo che siano molti, perchè Pietro e Paolo merita d’essere conosciuto anche da coloro ch’erano, dieci anni fa, giovanissimi e non avevano tempo di legger romanzi perchè si battevano per restituire all’Italia la sua coscienza di grande nazione e per unire tutti gl’italiani in una nuova solidarietà nazionale ed umana. Guardando il libro di Mario Sobrero attraverso questa distanza, dal mondo di oggi, vi troviamo la rappresentazione di quel tempo più che mai viva; ci pare che, anzi, ora se ne vedano meglio le linee essenziali. Nella crisi d’allora oggi si sente meglio, come fatto umano, quel « bisogno di rinnovamento » da cui è derivata la creazione fascista. Quindi, alla lettura anche maggior interesse acquista la seconda parte del romanzo dóve si vedono già morire le idee del. mondo di prima; e più sostanziale rilievo ne deriva alla condizione di Daniele Artero, dell’uomo di buona fede il quale giudica il passato donde viene e se ne separa, ma non può darsi all’avvenire che appartiene alle generazioni seguenti. Opportuna, dicevamo, la ristampa di Pietro e Paolo: perchè, tra i molti altri pensieri che suggerisce, il romanzo del Sobrero è un esempio quanto mai palpitante di aderenza alla vita del proprio tempo. E oggi c'è molta più gente preparata a intenderne l'altissimo spirito.
Novità della "Medusa"
Questa collana di grandi narratori di ogni paese che Mondadori ha iniziato un anno fa è giunta al ventesimonono volume e continua a mantener fede al suo carattere iniziale, che è quello di una sollecita e tempestiva funzione culturale esercitata trasportando nella nostra lingua, ad opera di traduttori responsabili e preparati, i libri degli scrittori stranieri più rappresentativi via via che escono nei rispettivi paesi, precedendo spesso di parecchie lunghezze i già imbattibili editori francesi. Quel che la « Medusa » ha fatto conoscere in un anno a chi ha voglia di tenersi, come si dice, al corrente, è cospicuo, e anche gli ultimi arrivi sono quanto mai interessanti. Due appartengono a quell’Olimpo dove si fucina il romanzo collettivo e sono John Dos Passos e Alfredo Döblin; e il terzo è il delicatissimo e fantastico Davide Gameti, il cui nome, per conto nostro, è legato alla indimenticabile lettura di « Lady into fox », che qualche anno fa gli diede rinomanza mondiale. Motivo per cui ci siamo sùbito precipitati su questo No Love (Niente Amore), tradotto per la « Medusa » da Salvatore Rosati, con la certezza di trovarci il fatto nostro. E non ci siamo ingannali. Il nuovo incontro col Garnett è pieno di magnìfiche sorprese, è una continua scoperta nei campi della psicologìa e dell’ironia, è la presa di contatto con uno scrittore di raro equilibrio che realizza oggi come pochi altri una sua critica del mondo in crisi, sostituendo alla primitiva evasione nel fiabesco e nel. paradossale un’evasione più meditata e serena, con accenti assai frequenti di toccante umanità che lo tolgono dalle rarefatte lontananze dov’egli pur si moveva così piacevolmente e ce lo avvicinano coi toni più cordiali.
Accanto a Garnett, John Dos Passos entra nella «Medusa » col suo famoso 42° Parallelo, tradotto magistralmente da Cesare Pavese: il romanzo (rappresentante la generazione americana della guerra, e i caratteri della sua esperienza prima e durante la tragedia) obbedisce alla tecnica che il Dos Passos si è scelto, da Manhattan Transfer in poi, per rendere in una successione di quadri tagliati cinematograficamente il senso di veloce, provvisorio e assurdo che contraddistingue l'esistenza alla giornata dell'umanità contemporanea, le sue inquietudini d’ordine spirituale e materiale e la sua assoluta incertezza del domani.
Terzo campione meduseo i Giganti di Döblin (traduttori Cesira e Aldo Oberdofer). Il romanzo ha una storia: fu stampato la prima volta nel 1924 in forma molto diversa dall’attuale, col titolo di Monti mari e giganti. Nell’epilogo alla nuova redazione, il Döblin racconta come e perchè si decise a rielaborare l’opera. Quello era il libro dell’adorazione della natura e dell'impotenza umana. Il nuovo prende le mosse dalla posizione storica dell'umanità, attuale e descrive come essa voglia chiudersi dentro la scorza della macchina, come la scorza minacci di soffocarla, come gli uomini la spezzino con indicibili sforzi. Le passioni, i contrasti che dominano questo « libro d'avventure », secondo la definizione dell'autore, sono di portala grandiosa, hanno toni epici, proporzionati al carattere e alla vastità della lotta che il Döblin rappresenta in quadri di grande potenza.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 18.04.34

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 19 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1555.