Diorama Letterario

Titolo: Libri della settimana

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1934-04-25

Identificatore: 1934_202

Testo: Libri della settimana
Tra mezzanotte e l’alba
Giuseppe Mormino, autore di questa Avventura tra mezzanotte e l'alba (Società Editr. Dante Alighieri, 1933 - L. 7) ha esordito nel 1929 con un libro di viaggi (Nerèidi e Tritoni), già pubblicato sotto forma di corrispondenze in un giornale romano fra il 1924 e il 1925. Con questi scritti il Mormino mostrava di possedere mezzi espressivi nitidi e precisi e di volgere costantemente i propri sforzi ad evitare l'approssimativo per giungere ad uno stile schietto. Nel 1930 apparve (ed. Mondadori) un volumetto intitolato ad Alfredo Panzini, disamina attenta dell’opera letteraria dello scrittore romagnolo. Questo studio critico, corredato di un capitolo biografico, è l'unico che abbiamo in Italia, dove una vasta letteratura critica panziniana è costituita soltanto da articoli sparsi su quotidiani e periodici vari. Sul princìpio del 1933 il Mormino ha pubblicato Il Principe Ridius (Giuseppe Carabba, ed. ), biografia romanzesca di un giovane principe mediovale, gustosamente briosa e satirica, qualche cosa che può far pensare all'umorismo di linea classica. Adesso è uscito Avventura tra mezzanotte e l’alba, racconti per la maggior parte inscenati su continenti e mari extraeuropei dove il Mormino ha viaggiato: in questi racconti esotici ad un contenuto saldo e concreto si unisce una forma scintillante, attentamente sorvegliata, tradizionale e nuova al tempo stesso, ricca di fermenti che attestano una originalità non cercata ma che sgorga dall’intima vena di questo scrittore e dalla serietà dei suoi propositi. Nel prossimo anno del Mormino uscirà un libro che egli intitola Prese di quota, una raccolta unitaria di racconti, pensieri, battute di spirito aviatorie: un libro dunque del tempo nostro.
Ecco un giovane che lavora. E con quale ispirazione e quali, mezzi dimostra più d’un racconto dell’Avventura, particolarmente Ulisse, Il diluvio e rincontro con gli amici di gioventù, dove più d'un tocco di malinconica poesia dà alla prosa morminiana un suo incanto patetico e nostalgico tanto più efficace quanto meno scoperto.
*