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Titolo: Libri della settimana

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1934-07-04

Identificatore: 1934_297

Testo: Libri della settimana
La donna segreta
Più d'una volta, leggendo le 125 pagine del romanzo (La dolina segreta, ed. Bompiani, Milano 1934 - L. 5) nel quale Arnaldo Frateili ha analizzato assai finemente e con superiore delicatezza di tocco alcuni problemi della psico-fisiologia femminile, il pensiero è corso al precedente romanzo dello scrittore, a quel Capogiro che è uno dei maggiori Successi letterari dell’anno passato. E non per l'analogia di qualche situazione o i punti di contatto di qualche studio di carattere e disegno d’ambiente, ma per l'atmosfera che circola in entrambi, e che è poi la chiave della forma mentis e dello stile del Frateili. Il quale pare sempre proteso a scandagliare, oltre le esteriori apparenze del suo tema, i significati morali dell’avventura di cui si mette al centro; ad assurgere cioè dal caso personale al generale e a derivare dalle conclusioni del racconto una qualche moralità che valga per tutti. Codesto impegno è dal Frateili assolto, dicevamo, con perfetta coscienza della sua importanza e insieme in uno stato di umana umiltà non facile da raggiungere. La donna segreta è tanto poco un racconto particolare, il ritratto di una eroina e l'analisi della sua passione, che siamo portati, sin dalle prime pagine, a indovinarvi le intenzioni e l’ampiezza, in senso ideale, d’uno studio sulla donna moderna. Ma poi, ferma restando l’impressione generale, ci accorgiamo che il Frateili dà al suo racconto un tono e un andamento che si inquadrano perfettamente negli, schemi tradizionali dell’arte narrativa, che la sua eroina si apparenta di più alle eroine classiche del romanzo europeo dell’Ottocento che a quelle torbide ed inquiete di certa recente letteratura su cui influiscono note teorie di marca oltremontana. E anche la scioltezza e la nitidezza con cui il racconto è condotto provano la fedeltà non soltanto letteraria, ma spirituale del Frateili alle norme di costruzione e di sintesi la cui vitalità va crescendo con lo scorrere degli anni e il declinare di clamorose ed effimere esperienze.
Nel segreto di Anna, la sua eroina, il Frateili scava e studia non il segreto di una donna del Novecento che ha letto Joyce e Lawrence e ha assistito a qualche conferenza su Freud; ma il segreto della donna d’ogni tempo, le contraddizioni e i paradossi della sua psicologia, la tirannia delle passioni sul sentimento. Il fondo inquieto e sensuale del carattere femminile è da lui implicitamente posto come punto di partenza convalidato. Da codesto fondo si sviluppano e si diffondono le correnti segrete che fanno dell'eroina, in determinati momenti, una donna compietamente diversa dalla sua apparenza consueta, un'altra Anna, la cui sensualità quelle correnti scatenano con estrema violenza. È facile vedere quale partito avrebbe potuto trarre da un simile tema uno scrittore di gusto meno fine e di mano più pesante. Al Frateili si può muovere proprio un’obiezione di natura opposta, quella cioè d’essere anche troppo sobrio e schivo, di non scoprire quasi mai il gioco della sua dialettica, rischiando di non illuminare con la dovuta intensità più d’un passaggio e di una reazione. Ma codesto suo riserbo si risolve d’altra parte in una conquista, rialza il tono del libro e ne mette in valore tutta la penetrante e sofferta attenzione. In questo senso il Frateili è uno scrittore del nostro tempo, modernissimo: che dietro l'indagine tremano la sua commozione e la sua pietà.
ARNALDO FRATEILI
LA DONNA SEGRETA
(Dis. di Vellani Marchi).
Novità nella "Medusa"
Saranno presto ripubblicate in nuova edizione nella collana « Medusa » di Mondadori due opere già apparse nell'altra collana «I romanzi della palma», e precisamente Sua figlia di Maurois, tradotta da Enrico Piceni, e Groviglio di vipere di Mauriac, tradotto da Mara Dussia. Inoltre, parallela alla « Medusa », si svolgerà la serie dei « Quaderni della Medusa » che verrà presentando quelle opere di particolare interesse documentario, dovute ad autori della Collana madre, che meglio si prestano ad attestare attraverso diari, epistolari, saggi critici, racconti in prima persona di viaggi, ecc., la loro opera letteraria, rilevando nuovi importanti aspetti della loro arte. Le prime due opere che appariranno nei « Quaderni della Medusa » sono: Jakob Wassermann: Bula Matari o la vita di Stanley (Versione di Luigi Emery): e Aldous Huxley: Tutto il mondo è paese (Versione di Lorenzo Montano). Intanto vanno segnalate tre importanti novità della « Medusa »: e la prima è il più bel romanzo di Carlo Morgan, critico drammatico del Times. Egli ha scritto finora quattro romanzi, che sono intimamente collegati secondo un disegno fatto, giovane ancora, dallo stesso Morgan, di preparare cioè una serie di libri illustranti i diversi aspetti della vita spirituale. Il manoscritto del primo romanzo andò perduto durante la guerra; restano gli altri tre, nei quali i personaggi principali sono scrittori ed artisti che vivono in un mondo ideale, « un mondo all'interno del nostro mondo », i cui valori essenziali sono le sensazioni e le idee. A fianco di codesti personaggi intensamente spiritualizzati, il Morgan non trascura di collocare degli esseri più semplici e più realisti che servono da contrappeso e ci mantengono in contatto con la vita quotidiana, concreta e palpitante, che gli altri sembrano sdegnare. Dicevamo che il romanzo ora. apparso nella «Medusa» è il più bello di Morgan: s’intitola Fontana (lo hanno egregiamente tradotto Corrado Alvaro e Laura Babini) e si ricollega all'esperienza bellica dell’autore che, costretto dopo la caduta di Anversa a passare in Olanda, vi fu internato e vi rimase alcuni anni. Anche l’eroe di Fontana, Lewis Alison, è un internato in Olanda: filosofo per temperamento, le sue meditazioni vengono turbate prima dai compagni che progettano un’evasione, e poi, quando è posto in libertà, sulla parola e trova asilo in un castello, dall’incontro d’una giovane nobildonna, mezzo inglese e mezz'olandese, alla quale l'unisce ben presto una passione sensuale e mistica. Impossibile riassumere questo libro singolare, impossibile soprattutto renderne l’atmosfera particolarissima, dove tutto è suggerito con una discrezione e un ritegno che sono il segno dell’arte. Un anno fa il premio Hawthornden ha consacrato i meriti di questo libro classificandolo tra i grandi romanzi contemporanei. Vi ritroviamo la chiave di volta del pensiero del Morgan: « Lo spirito e la carne formano una cosa sola. È la credenza contraria che ha sovvertito tutta la storia del mondo ».
La seconda novità medusea, Silja di F. E. Sillanpaa (tradotto da Amalia Comboni Casnati e G. Prampolini) rivela uno scrittore finlandese, tra noi sino ad oggi ignoto, che fu sul punto di ottenere l’ultimo premio Nobel. Silja è un romanzo paesano, la storia d’una fanciulla destinata a morte immatura: storia semplice, dove si vede vivere e morire una creatura in quadri di superba bellezza, dominati da una fatalità sempre presente e pure non mai scoperta. E quanto al terzo libro, esso ci rinnova la buona conoscenza di quel cordiale ed aperto scrittore che è J. B. Priestley, giornalista critico e saggista di valore. I suoi Buoni compagni (tradotti da Mario Borsa) meritavano d’essere accolti nella « Medusa » come rappresentativi della scrittura di questo dickensiano del Novecento che popola la sua « commedia della vita » di figure a tutto rilievo, di avventure allegre, di trovate geniali, di vaste assemblee di tipi, e su tutto distende il velo d’una sottile ironia di gusto modernissimo e una melanconia indulgente che costituisce il fondo poetico del libro. Il quale tocca le mille pagine; ma nessuno poi rimpiange il tempo speso a leggerlo.
Carlo Morgan
Allò, radio New York
La Editrice Saturnia (Alessandria, via Dante 3), di cui annunciammo Vinizio dell'attività or non è molto, ha messo in vendita due volumi di giovani, degni di particolare attenzione. Uno, di Uriche, dal titolo Arsione, è di Ferdinando Durand, l’autore del forte studio critico su Enrico Thóvez: nel libro, austero e contrario ad ogni lusinga di contenuto e di forma, palpita un'ardente ricerca del divino. L'altro, di prosa, dal titolo Allò radio New York, è un bizzarro cine-romanzo di Gino Magno. Nel succoso libro, attraverso ad una originale trama, si pone in evidenza l’immenso vuoto del turbine metropolitano. Infine la Editrice Saturnia sta ultimando la pubblicazione di un altro fresco volume di Uriche Luci sul mare del giovane Gino Lacquaniti, collaboratore dell’Universale. Il massimo rigore di scelta è garanzia della continuità e bontà d’azione di Saturnia nel campo letterario, azione che si propone d’esercitarsi soprattutto a vantaggio dei giovani che hanno qualche cosa da dire. Intanto il cine-romanzo di Gino Magno merita qualche cosa di più di una semplice segnalazione. A parte la sua « moralità » di stile italiano e fascista, la sua trama è interessante così dal punto di vista della tecnica narrativa come da quello della tecnica cinematografica: affidato che fosse a un regista capace e a una schiera di attori che siano agli antipodi del divismo se ne potrebbe trarre un film ricco di risorse, di pittoresco e di effetti drammatici: « La sfinge metropolitana, dice l'autore, è una tentacolare insidia che ubriaca i sensi e lascia nell'anima un oscuro tormento implacabile. Non dà, non può dare la felicità »: conclusioni ormai pacifiche, dopo il crollo miserando di certo americanismo di casa nostra. Tuttavia non sarebbe inutile affidarle allo schermo dove la metropolimania continua ad imperversare. Noi crediamo alla efficace collaborazione della letteratura col cinematografo: cioè ai risultati fecondi dell’apporto della poesia e dell’intelligenza là donde esse fino ad oggi sono stale bandite, coi risultati che tutti conoscono.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 04.07.34

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1662.