Diorama Letterario

Titolo: Libri della settimana

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1934-08-22

Identificatore: 1934_353

Testo: Libri della settimana
Generazione dei trentanni
Ha la sua interpretazione, il suo codice di vita in un romanzo di Nino d'Aroma intitolato « 1902 » (edizioni della Cabala, Roma). Il titolo dice che codesti giovani hanno ancora in bocca il sapore della Rivoluzione: quella data impressa sul frontespizio non è un numero qualunque, è una matricola storica. Perchè i ragazzi del 1902 avevan vent'anni quando Benito Mussolini si mosse per salvare l'Italia; e la marcia su Roma la fecero come campioni di una giovinezza che trovava nell'azione la sua ragione prima di vivere: obbedendo insieme a un imperativo categorico della storia che affidava loro il compito di non lasciar disperdere dai politicanti e dagli ignavi i frutti della grande impresa per la quale la generazione precedente s'era svenata sul Carso e sul Piave. Questo senso religioso della consegna è una premessa implicita del libro di Nino d’Aroma; e la sua qualifica di « romanzo » ha un senso tutt'affatto relativo, è una classificazione provvisoria. Qui siamo in pieno documentario e in piena autobiografia; dobbiamo riconoscere al libro la quadratura e le proporzioni di ritratto d’una generazione e di commentarlo d'un'epoca. Dice il D'Aroma nella prefazione polemica che prepara all’accesa atmosfera del libro: « Sono nato e morrò giornalista »; e questa dichiarazione va intesa anche come professione di fede artistica e morale, come ritorsione alle troppe accademie della presente letteratura, ai troppi giochi di tendenze e di chiesuole. « 1902» è un libro di sincerità e di passione, e vi si riconosce ad ogni pagina il giornalista di battaglia, lo squadrista delle ore eroiche. Ma vi si riconosce anche lo scrittore di razza, che ha una fantasia e uno stile, che ha coscienza delle sue forze e responsabilità, e sa essere in ogni contingenza prima di tutto e soprattutto se stesso. Il libro è quindi uno specchio dell'anima, una pietra di paragone dell'umanità dello scrittore. Ecco Nino d’Aroma alle prese con una materia che lo accende e che è implicitamente drammatica: ma anche nel momenti più risentiti vi corre sotto una vena di nostalgia che forma l’incanto non scoperto del libro. È la nostalgia della generazione che oggi ha passato la soglia dei trent’anni e che torna irresistibilmente col pensiero ai suoi venti, non per il motivo generico che richiama ognuno di noi all'età felice anche dalle sponde più lontane, ma per una ragione precisa, altissima, prepotente, per il senso eroico di quei giorni nei quali gli avidi di vita marciarono dietro l’Uomo che si preparava a costruir l’avvenire. Dario Clarenza, il protagonista di « 1902 », è il simbolo di questo stato d'animo di « rivoluzione permanente », è una sentinella dell'esercito di adolescenti che vissero la tragedia della Nazione e non hanno più dimenticato la loro vigilia; essi, pur rendendosi conto che non si può vivere eternamente nel clima acceso della lotta e che i giovani che oggi hanno vent'anni sono necessariamente diversi da quelli che ebbero vent'anni nel 1922, non possono staccarsi dai fantasmi della loro giovinezza inquieta. Attraverso i casi di Dario riviviamo intensamente il dramma di questa generazione che ha tanti meriti di fronte alla presente rinascita italiana e che li sconta soltanto sul piano ideale. L'eroe di Nino d’Aroma è un personaggio che non dimenticheremo, anche per l’assoluta assenza di rettorica con cui la sua passione e il suo « disinteresse » sono interpretati e il suo dramma collocato nell’atmosfera adeguata. Dai nudi capitoli si levano talvolta clangori d’epopea (efficacissime nella loro schematica secchezza le pagine fiumane) d’un’emozione virile e contenuta: l'ultimo episodio è, oltre che riassuntivo e conclusivo dei temi ideali del libro, profondamente commovente; lì sembra metter foce tutta l’intima forza spirituale che dà a « 1902 » la sua logica e la sua coesione.
Nino d’Aroma