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Titolo: Contenuto morale e azione pratica del Sindacato nazionale fascista autori e scrittori

Autore: F.T. Marinetti, Corrado Govoni

Data: 1934-09-26

Identificatore: 1934_392

Testo: Contenuto morale e azione pratica
del Sindacato nazionale fascista autori e scrittori
Le discussioni e le polemiche che si vanno accendendo da qualche tempo intorno al Sindacato autori e scrittori e alle sue specifiche funzioni, di cui la Gazzetta del Popolo si è fatta iniziatrice con gli articoli di Massimo Bontempelli e Achille Campanile, dimostrano l’importanza e l'interesse crescente acquistato dal Sindacato, e particolarmente offrono una buona occasione per ribadire quelli che ne sono i principi informativi e i capisaldi. Lo fanno in questo articolo S. E. Marinetti, Segretario del Sindacato Nazionale, e Corrado Govoni, della Segreteria generale del Sindacato stesso.
Quale può chiamarsi il vero attivo del Sindacato autori e scrittori? Lamentiamo ancora un esercizio di tutela giuridica imperfetto, la mancanza delle provvidenze assistenziali, l’incompetenza per intervenire come ufficio di collocamento o anche solo di segnalazione di opere di soci disagiati e valorosi, presso editori e giornali, eccetera.
Avrebbe forse il Sindacato una convenienza ad abbandonare interamente ogni attribuzione di carattere economico, per concentrare tutta la propria attività nella istituzione di una gerarchia di valori artistici, che darebbe immancabilmente frutti più soddisfacenti di quelli ottenibili a prezzo di contrasti di lotte e di compromessi, agendo come si agisce sul terreno esclusivamente sindacale, a servizio promiscuo della collettività di una categoria che va dal dilettante mediocre al genio? Non crediamo.
Uno dei rimproveri insistenti mossi al Sindacato è che esso non abbia curato la gerarchla dei valori letterari, o per lo meno non abbia finora sentito il bisogno di manifestare idee chiare in proposito.
Se nella sua formazione originale il Sindacato ha rivelato imperfezioni e manchevolezze costituzionali e funzionali, noi via via correggeremo e toglieremo imperfezioni e manchevolezze. Ma non rinunceremo mai alla prerogativa squisitamente sindacale di dedicare la nostra attenzione al fattore economico, fondamento e prima ragion d’essere di ogni raggruppamento sindacale, secondo la concezione mussoliniana che assegna al Sindacato un contratto collettivo come condizione essenziale della sua costituzione e della sua funzione, e quale premessa e anticipazione della Corporazione.
È bene spiegare una volta per sempre che questione economica e gerarchia di valori artistici sono due facce di uno stesso problema, due termini inscindibili della funzione morale e della costituzione organica del Sindacato, come sarebbe a dire il corpo e l’anima del Sindacato. Il socio mediocre, con la sua entrata nel Sindacalo, non vi acquista affatto nè un diritto nè una patente di plus-valore, come il socio d'ingegno non li perde; ma tutt’e due hanno facoltà di attingervi in ugual misura quella autorità per la tutela, e l’assistenza - giuridica e tutte insomma le provvidenze sociali di cui dispone il Sindacato; mentre per la parte morale, i benefici che ne risentono, anche se potenziali, restano sempre assegnati nella proporzione esatta della provvista o della scarsezza dei meriti artistici.
Non si tratta di risolvere problemi di nomenclatura sindacale, via problemi di profonda sostanza sindacale. Per esempio quale vantaggio reale, nei suoi rapporti con gli editori, verrebbe allo scrittore, se egli accettasse come si propone la qualifica, che si assicura rispondente ad uno stato di fatto, di professionista? Noi francamente non lo vediamo. Professionista, sindacalmente intendendo, deve considerarsi chiunque prestando la propria opera per conto di un datore di lavoro, ne riceva una retribuzione fissa ed incondizionata per una durata di tempo più o meno lunga, giusta gli articoli di un contratto stipulato e sottoscritto dalle parti. I rapporti economici tra lo scrittore e l'editore sono stabiliti, dal momento che esiste il contratto di lavoro. Ma i veri termini del prestatore d'opera e del datore di lavoro non esistono, se retribuzione e durata di prestazione sono condizionate alla vendibilità del prodotto. Tante volte lo scrittore, o professionista se volete, si sostituisce nella sua qualità, di prestatore d’opera all’editore come datore di lavoro: si improvvisa, l'uno e l'altro insieme.
Si affaccerebbe qui la proposta di considerarli e prenderli per quello che poi sono in realtà: non per prestatore d’opera e datore di lavoro, ma tutt’e due per prestatori d’opera o meglio collaboratori che dalla vendibilità del loro prodotto si attendono un compenso e un guadagno (ripartibile tra di loro secondo le intese di. articoli: contrattuali) mai una retribuzione.
Ma il fatto insopprimibile e realistico della nostra attuale pratica economica e sindacale, per cui l’autore e l'editore stanno uno di fronte all’altro, offrendo una straordinaria, occasione di attuazione corporativa, viene in effetto a togliere importanza alla proposta. Noi l’abbiamo verbalizzata qui per dimostrarvi come sia facile lasciarsi trascinare lontano, perdendo di. vista il nocciolo delle questioni quando si cede alla felicita estrosa della dialettica.
In concreto abbiamo ottenuto nella categoria, degli scrittori, diffidente refrattaria all'unione e antisindacale per natura, una compagine di forze imponenti per numero e qualità come è innegabilmente quella della nostra organizzazione. Abbiamo ottenuto in una categoria individualistica come la nostra una promettentissima, coscienza sindacale e suscitato un forte senso di responsabilità sociale e collettiva. Abbiamo ottenuto la costituzione e il funzionamento della Sezione sindacale autori drammatici e cinematografici che già sta raccogliendo cospicui frutti in un campo nel quale dominava l'agnosticismo per non dire l'ostilità per i nostri piu elementari diritti e per le nostre giuste rivendicazioni di competenze e attribuzioni specifiche. Ciò è stato conseguito a prezzo di molte difficoltà e molte lotte. Non ci siamo mai scoraggiati. I problemi che abbiamo messo in disparte, non li abbiamo nè ripudiati nè abbandonali. Quelli che necessitano di un perfezionamento e di un aggiornamento saranno attuati in sede corporativa, col più leale e convinto spirito di collaborazione con gli editori, con i quali vogliamo combattere non per sconfiggere e sacrificare i loro interessi, ma per vincere insieme con concorde azione la battaglia degli interessi comuni.
Quando il Contratto Editoriale Tipo, che darà forza esecutoria a tanti articoli della legge sul diritto d’autore ora semplicemente normativi e facoltativi, sarà accettato e riconosciuto dagli editori non come una iugulazione dei loro diritti, ma come la base fondamentale di giusti rapporti economici, sopra un piede di uguaglianza di diritti e di doveri tra essi e noi, si potranno finalmente affrontare e risolvere tanti assillanti problemi che interessano così da vicino la crisi del libro e che nè essi nè noi, allo stato attuale delle cose, abbiamo capacità di risolvere, come catégorie antagonistiche.
Allora si potrà realizzare i provvedimenti per sviluppare la diffusione del libro in patria e all’estero; risolvere il problema delle traduzioni che soffocano con la loro valanga la produzione nazionale; trovare un componimento rispondente a giustizia del dominio pubblico letterario non pagante; eccetera, eccetera.
La nuova grande Italia fascista è giustamente fiera della suà letteratura.
Letteratura originale profonda alta e divertente con tendenze variate dal tradizionalismo provinciale e rurale alla psicologia intensa ultramoderna delle città fino alle audaci veloci interpretazioni futuriste della civiltà meccanica.
Questa letteratura italiana, infinitamente superiore a quella dell’anteguerra. ci appare ormai svincolata dall’influenza delle letterature straniere e spesso superiore a queste.
Esiste però, accanto a questa che ammiriamo ed esaltiamo, una vasta letteratura volgare, sviluppatasi per uno sforzo legittimo di abile commercio degli editori talvolta minacciati nei loro bilanci dall’insufficiente vendita della buona letteratura.
Questa vasta letteratura volgare formata di romanzi gialli e di romanzi a formula erotica fissa, può vantarsi di avere in un primo tempo contribuito a divulgare il bisogno del libro in certi strati sociali che non avevano ancora manifestato questo bisogno.
Oggi questa vasta letteratura volgare va diventando sempre più deleteria e pericolosa per l'avvenire della buona letteratura e per il gusto dei lettori.
Questa vasta letteratura volgare ha i seguenti gravissimi difetti:
1) é priva di poesia arte e stile;
2) è anonima, non firmata o firmata con pseudonimi di colore esotico, quindi irresponsabile;
3) è monotona per l'ossessionante ripetizione di delitti e contatti erotici; quindi, pur nella sua apparente varietà di sorprese, contraria al compito della letteratura: elevare variare ed intensificare lo spirito;
4) è deprimente e scoraggiante poiché della vita da soltanto i lati delittuosi e lussuriosi;
5) è plagiaria poiché quasi sempre imita e copia libri costumi e ambienti non italiani.
Il Sindacato autori e scrittori invita gli editori che sono quasi tutti benemeriti della letteratura e il pubblico dei lettori indubbiamente molto più cosciente e spirituale di quello dell’anteguerra a non insistere in questa moda di una letteratura volgare, fortunatamente già svalutata e in decadenza sul mercato. Insistere significherebbe volere degradare l’arte e il gusto letterario della nuova Italia fascista.
Editori e pubblico diano la loro passione alla vera letteratura italiana d’ispirazione nettamente italiana che dalle sue forme tradizionali alle sue volontà avanguardiste e futuriste esalta la grande Patria fascista, con ottimismo ed energia virile, in armonia con la missione creatrice degli italiani, la bellezza poetica e dinamica della nostra penisola e il suo Duce, primo scrittore d’Italia.
F. T. Marinetti. Corrado Govoni.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 26.09.34

Citazione: F.T. Marinetti e Corrado Govoni, “Contenuto morale e azione pratica del Sindacato nazionale fascista autori e scrittori,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1757.