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Titolo: Letture: la poesia di Lionello Fiumi

Autore: Mario Sobrero

Data: 1934-11-07

Identificatore: 1934_458

Testo: Letture
la poesia di Lionello Fiumi
Lionello Fiumi aveva vent'anni quando, nel 1914, raccolse nel volume Polline le liriche scritte nei due anni precedenti. Si potrebbe dire ch’erano impressioni provate da un ragazzo guardando dalla finestra, di casa o facendo intorno a casa qualche breve giro, in campagna od in una di' quelle piccole città dove la campagna si sente sempre. Al lettore esperto era facile comprendere che il libro era d’un giovine nato alla poesia, ma che questo poeta non aveva ancor potuto fare sufficienti esperienze di vita. Precedeva la raccolta un « Manifesto » nel quale era affermata la necessità di seguire in poesia una via di mezzo tra l’ordine tradizionale e l’anarchia: trovò molti consensi, ed alcuni altri giovini se ne fecero una bandiera su cui scrissero « Avanguardia ».
Sei 1920 fu pubblicato il volume delle Mùssole. Vi erano cantati gli « amori fragili », nella vita d’una piccola città, le passeggiate in campagna ed i convegni nelle camere « venali » con piccole dattilografe che poi scivolavano nella galanteria professionale o facevano « il loro matrimonio conveniente »; vi era analizzato il tormento di non poter mai amare. « quella che cammina al fianco », appunto perchè è cosa che si possiede. Tale l’esperienza di vita che frattanto il poeta aveva fatto? La rappresentazione era molto felice: ricca di elementi — colori, suoni, sfumature sentimentali, pensieri capricciosi — che sembravano unirsi a caso in una improvvisazione approssimativa ed invece fermavano attimi fuggenti. Diede un carattere di originalità alle esigue avventure l’attenzióne con la quale il poeta, vivendole, badava al tempo attuale indicato dalle cose, dai tranvai, dai fili elettrici, dai bar; e quel preferire come scenario ciò che il Fiumi ha definito « l'avancittà », le zone tra città e campagna, dove sui terreni da vendere passano i rumori dei treni in manovra ed il fumo degli alti camini.
Piacquero molto, le Mùssole, ebbero molte lodi. Sotto la superflue di quasi tutte queste liriche era la luce cruda dell’ironia. Essa ne era la forza. Nel racconto di una vita individuale ridotta a quei casi minimi, si sentiva l'ansia d’una vita operosa, d’un orizzonte largo, di ben altre esperienze.
La raccolta Tutto cuore, apparsa nel 1925, è ancora di argomento amoroso. Anzi, qui più che nelle precedenti liriche di Fiumi, l’amore è inteso come una. maniera di vivere; qui meglio di prima il poeta nell’amore rivela la propria condizione nel mondo. Altri anni son passati, le sue esperienze sono più approfondite, più serie; e nello stesso tempo che in lui si matura l’uomo, si matura l’artista. Pur nella efficace alternativa di momenti lieti, di sfoghi tra pianto e riso, di fantasie nere, queste liriche salgono a grado a. grado più in alto, fino alla. « Umiliazione davanti alle stelle » nella quale il poeta, per confortarsi, sprofonda il perduto amore nei misteri dell’universo.
Lionello Fiumi, dato interamente alla poesia, con disinteresse, con ingenuo candore, si è venuto sempre innalzando dall'una, all’altra delle sue opere. Bene si segue la linea ascendente da lui tracciata, nel volume delle Poesie scelte incluso da Giuseppe Villaroel nella pregevole sua collezione di poeti italiani viventi (Edizioni « La prora, », Milano, Lire 12). Quella linea culmina per ora nelle liriche raccolte nel 1931 sotto il titolo Sopravvivenze, le quali videro accrescersi straordinariamente anche la simpatia e le approvazioni che già prima i versi di Fiumi avevano trovato in paesi stranieri: ne parlarono critici di tutto il mondo, alcune liriche sono state tradotte perfino in giapponese ed in cinese. Questa comprensione prova il grado di universalità ora raggiunto dal poeta.
Ben più vaste zone di vita ha conosciute egli nel frattempo; e nei versi ora si mostra soltanto un uomo nell'esistenza, senza riflessi, d’un luogo limitato. Della vita, e per ciò della poesia, ha un sentimento assai più alto, che talvolta si esprime pienamente, in forme che si direbbero nate senza sforzo con l’idea stessa. Anche quando il motivo iniziale è lieve come nei Pesci rossi od in Trapezio, i versi ci conducono ad una conclusione poetica di ordine elevalo, una interpretazione extraumana delle cose, un certo lucido senso della realtà metafisica, ad esempio in Corrispondenze ed in Miraggi, sono resi come se spontaneamente le parole assumano significati nuovi. Si trovano poi in questa raccolta liriche come Le povere piccole etère, Gratitudine del silenzio, Consolazione, Poesia, le quali sono da cima a fondo emozione, sono ispirazione fatta parole.
Ottimamente fondata è la fiducia che la poesia di Lionello Fiumi, con le opere che ci darà in avvenire, non solo deva mantenersi all’altezza raggiunta ma salire ancora, in quella tersa atmosfera ch'egli, ha mostrato di saper respirare.
Mario Sobrero.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 07.11.34

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Citazione: Mario Sobrero, “Letture: la poesia di Lionello Fiumi,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1823.