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Titolo: Condizioni della critica letteraria in Russia

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1934-11-07

Identificatore: 1934_460

Testo: Condizioni della critica letteraria in Russia
Un testo fondamentale in materia di letteratura russa contemporanea è costituito dalla risoluzione adottata dal Comitato centrale del partito comunista fino dal 1° luglio 1924. Questa risoluzione esordisce constatando l’inesistenza d’una vera letteratura proletaria avente diritto all’egemonia, ma afferma che il partito dovrebbe aiutare gli scrittori proletari a conquistare il diritto storico a codesta egemonia e che pertanto il partito deve sostenerli moralmente e materialmente. Vengono poi stabiliti dei principi generali, come questo: che non ci può essere arte neutra in una società di classe. Concludendo la risoluzione proclama la competenza del partito a riconoscere infallibilmente il valore di classe delle tendenze letterarie, a dirigere la letteratura nel suo insieme e anche a giudicare le questioni di forma e di stile.
È facile dedurre da ciò quale possa essere in Russia l’ufficio della critica. Logicamente se il partito è non solo competente ma infallibile in materia di letteratura, è al partito e non a singoli individui che spetta di giudicare le opere letterarie, sì che l’attività dei critici è nella pratica perfettamente superflua. Tuttavia i critici in attività non mancano, e i loro iscritti, sparsi in giornali e riviste di solito molto ben fatti, hanno notevoli ripercussioni. Ma i principi direttivi dei loro giudizi sono impregnati dallo spirito della risoluzione del 1924: i critici letterari russi sono, se così si può dire, dei controllori marxisti; ed è da un punto di vista marxista che essi esaminano tutte le opere, mentre si sforzano di far evolvere la, letteratura verso l’assimilazione sempre più completa dello spirito marxista.
Caratteristica è, sotto questo aspetto, la definizione data dal critico Rojkov: «La critica veramente concreta è quella che, esaminando un’opera, tanto dal punto di vista del contenuto quanto da quello della forma, è sufficientemente armata del metodo di Marx, d’Engels, di Lenin e di Stalin ».
Questa parola d’ordine di Rojkov non rimase lettera morta: profondamente penetrati dalla dialettica marxista, i critici russi passano ogni libro al vaglio del « metodo » e la lettura d’un articolo di rivista letteraria esige la conoscenza approfondita della terminologia marxista-leninista. Bisogna aggiungere, del resto, che codesta terminologia è universalmente diffusa e non costituisce ormai più, da tempo, il privilegio di qualche specialista.
Tale criterio non è tuttavia governato da una rigidità assoluta. La interpretazione marxista d’un’opera letteraria può variare quasi all’infinito: e questa circostanza, che avrebbe potuto dare origine a una certa libertà di movimenti, in realtà ha fatto e fa raddoppiare la vigilanza dei critici, i quali « sorvegliano » non soltanto gli scrittori, ma ancora gli altri critici. Donde la difficoltà crescente di mantenersi nella corrente, e un rinnovamento incessante dei quadri.
All'indomani della risoluzione del 1924 (sulla cui portata generale e istilla situazione della letteratura in regime bolscevico rimandiamo allo studio di Beniamino Goriely intorno ai « Poeti nella rivoluzione russa », pubblicato recentemente nelle edizioni della Nouvelle Revue Française) fu deciso di contribuire alla formazione di critici nuovi, giovani, imbevuti di spirito bolscevico. Così fu fatto; e i giovani non tardarono a sostituire, alla testa delle riviste, coloro che fino al giorno prima vi facevano autorità e dei quali ai nuovi non fu difficile dimostrare la insufficenza marxista. Poi questi giovani furono a loro volta detronizzati da altri, e così di seguito. Ogni tappa fa sorgere dei nomi nuovi, la cui gloria è tanto effimera quanto improvvisa; ogni schiera sopraggiunta si sbarazza della precedente dimostrando con evidenza che è colpevole d’individualismo o di soggettivismo o di nazionalismo o di personalismo e via dicendo. Il gioco continua, l’incertezza cresce, e la critica coscienziosa vive nel timore perpetuo di vedersi « smascherata » da un’altra critica più coscienziosa ancora.
Ma c’è chi avverte il vicolo cieco di questa condizione; e qualche tendenza nuova, appena abbozzata, si preciserà forse domani. Questi critici, si comincia a dire negli ambienti competenti, cioè alla direzione del partito, sono senza dubbio molto colti, molto marxisti, ma sono troppo lontani dalle masse; la loro attività di gabinetto crea tra essi e il proletariato dei compartimenti stagni. Così è nata l’idea nuova d’una critica « alla base ». Se, per esempio, un romanzo tratta della vita degli operai d’un’officina di trattrici meccaniche, sono questi operai che ne costituiscono i critici migliori; se un altro romanzo si svolge nell’ambiente militare, saranno i soldati i più indicati a giudicarlo, ecc.
Non si scorge molto bene quale possa essere la realizzazione pratica di questa formola. Questi critici spontanei saranno i rabcor (cioè i corrispondenti operai che i giornali hanno in ogni officina), o i redattori delle gazzette murali? Come che sia, la critica letteraria del tipo attuale è probabilmente destinata a scomparire; ma è difficile che possa sostituirla la critica « alla base », della quale il pubblico sovietico, che è molto esigente e d’un livello intellettuale assai elevato, non pare disposto ad entusiasmarsi.
Tale la situazione della critica letteraria in Russia. Inutile fare dei nómi; non ce n’è uno che si stacchi nettamente dagli altri, da Talnikov a Gorbov, da Ermilov ad Averbach e a Dukor. Non uno che non sia destinato all’oblio.

Scrittori russi d’oggi: il romanziere Alessio Tolstoi.
Il poeta Kirscion declama le sue liriche alla radio di Mosca.
Marietta Sciaginan, la « Colette russe » (se non altro per l'amore che porta ai gatti).
Il poeta e critico Vladimiro Mirscion.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 07.11.34

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Condizioni della critica letteraria in Russia,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1825.