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Titolo: Lo scacco di Duhamel

Autore: San Lazzzaro

Data: 1934-11-21

Identificatore: 1934_481

Testo: SOTTO LA CUPOLA
Lo scacco di Duhamel
Parigi, novembre
Battuto al premio Nobel, sconfitto alle elezioni dell’ Accademia francese, Giorgio Duhamel erra sulla sua macchina rossa, lanciandola da una fermata obbligatoria a una facoltativa, a salti, a balzi furibondi, lasciandola sul marciapiede, di fronte a piccoli caffè dove battendo le palme sullo zinco ordina, tra lo stupore degli astanti, un gran bicchier d’acqua. Non so che strana malattia gli dia continuamente sete, una sete infuocata, che gli fa mandar giù, a spegnere l’incendio, secchi d’acqua potabile; e la gioia gli fa socchiudere gli occhi miopi dietro i grandi occhiali americani che appaiono così spenti e vuoti, sul volto deluso, come i fari di un’automobile nella luce del giorno.
Al Mercure de France i robinetti son lasciati continuamente aperti; l’acqua scorre dolcemente con un gorgoglio fiacco, bucolico. Duhamel può capitare da un momento all’altro, e la prima cosa che chiederà, alla dattilografa smunta, sarà una caraffa d’acqua fresca. Fresca e non fredda, preciserà l’affabile direttore della Casa, il consueto signor Valette, affaticandosi premuroso intorno allo scrittore dalie tirature astronomiche, a quel blocco di carne rosea che rappresenta almeno cinque milioni di volumi dalla mercurea copertina gialla, sparsi per il mondo.
Che gli accademici svedesi abbiano preferito il drammaturgo siciliano, riaffermando la gloria del mediterraneo che consacra la vita e l’ingegno ai problemi dello spirito nordico, allo scrittore francese che abbandona a poco a poco la nordica freddezza ironica per il buon umore solare, latino, (il suo ultimo romanzo del ciclo dei Pasquier, Vues sur la Terre Promise, si compone di tre mirabili « histoires » riunite dalle frasche della psicologia e dissimulate dalla bruma dei lontani orizzonti sociali) lo scacco di Duhamel non potrà spiegarsi, come s’è sempre fatto, con la gratuita affermazione che gli svedesi hanno voluto recare celebrità mondiale a uno scrittore di fama locale. Questa volta, se mai, è Pirandello che dà prestigio al premio. « Ho visto morire centinaia di uomini intorno a me, — dirà Duhamel al signor Valette — quella è sofferenza ». Avrebbe potuto dire: ci sono nel mondo parecchi Duhamel, che hanno nomi diversi, zeppi di x di y in Inghilterra, di ch e tz in Germania, di tt e th in America, ma non esiste che un Pirandello. Un nome solo, con l’accento tonico scorrevole, ad uso delle diverse parlate. Probabilmente, però, lo avrà pensato.
E quando, qualche giorno dopo, comprenderà che anche la speranza di un’elezione riparatrice all’Accademia di Francia si è dileguata (la morte di Barthou l’ha privato del sostegno dei « verdi » montoni di Panurgo che avrebbero seguito l’illustre uomo di Stato nel mare dell’eloquenza pro-duhameliana) non ritirerà la sua candidatura, andrà invece diritto al sacrificio, dissimile in questo da quel suo personaggio, il figlio Pasquier, che deciso a distruggere un biglietto da mille, tutto il denaro che abbia potuto sottrarre all’avarizia della famiglia, al momento di compiere il gesto sublime e solenne che farà di lui l’anti-Pasquier, esita, e lacera soltanto un biglietto da cinquecento franchi. E al signor Valette, che non capisce più nulla, che lo guardia di sotto in su, terrorizzato, quasi le pagine dei quei cinque milioni di volumi dovessero abbattersi sul Mercure come una tempesta di foglie morte, l’autore della Vita dei Martiri dirà: « Sento morire me, in me stesso; che volete che sia dinanzi a questo dramma della mia esistenza quello di un’elezione mancata? ».
Ma l’indomani, al mercato (il piacere di andare tre volte la settimana al mercato è il violon d'Ingres di Duhamel), gli erbivendoli si chiederanno sbigottiti che cos’ha mai il dottore, il quale per poco non sconquassava un carretto, sostenendo che le carote rosee, fresche, turgide, della Picardia, che gli si offrivano, erano invece carote normanne, fiacche e rugose.
San Lazzaro.
Giorgio Duhamel.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 21.11.34

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Citazione: San Lazzzaro, “Lo scacco di Duhamel,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 23 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1846.