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Titolo: Teoria della guerra aerea

Autore: Pietro Solari

Data: 1935-04-24

Identificatore: 1935_187

Testo: LETTERATURA MILITARE ITALIANA
Teoria della guerra aerea
La Nazione armata, realtà in atto - Il dominio dell’aria - Anticipazioni e polemiche sulla guerra futura - Difesa sulla terra, attacco nell’aria?
Non s'è mai scritto tanto di guerra, in Italia e nel mondo, come negli anni di « pace combattuta » dal 1918 ad oggi. Uomini di governo e scrittori tecnici hanno affrontato questo tema univoco e capitale, i primi per ammonire i popoli a considerare con occhio virile la visione d’ima realtà e necessità storica ineluttabile, i secondi per ricavare dagli ammaestramenti della grande guerra di ieri e dall'avvento di nuove armi, possibilità e concezioni offensive le leggi di quella che sarà la guerra di domani.
Il primo scrittore militare italiano moderno è Mussolini. Alla radice della Sua grandezza, che splenderà agli occhi dei posteri ancor più alta di quel che appaia alla nostra ammirazione e riconoscenza, è l'aver riaffermato categoricamente le glorie e capacità del popolo italiano, l'aver suscitato una Italia militare e guerriera e poste le basi di quella Nazione Armata che oggi vediamo in piedi, formidabile realtà in atto, pronta a tutte le prove.
Ma questa guerra di domani, quale, come sarà?
Qui entrano in iscena i tecnici, i nostri e gli altrui, con disparità grande di opinioni, esposte in una letteratura militare non più destinata agli stati maggiori soltanto, ma ai popoli, chiamati totalitariamente a preparare soffrire combattere e vincere la guerra: ragione che non solo ci permette, ma ci impone di occuparcene anche in sede letteraria.
Fra i tecnici italiani propriamente detti il nome che ha avuto maggior risonanza nazionale e mondiale e la cui teoria forma ancora oggi il tema di appassionate polemiche è quello del compianto Giulio Douhet, mancato recentemente (marzo 1930) alla Patria, dopo un ventennio speso in un’opera assidua, tenace ed entusiasta di apostolato dell'Armata del Cielo. Giornalista e critico militare di eccezionale valore, egli fu rivelato ed imposto all'ammirazione d'un pubblico sempre più vasto da una serie di articoli sulla Guerra mondiale, comparsi nel 1914 e negli anni seguenti sulla Gazzetta del Popolo.
Il successo e l’eco di quella memorabile serie di scritti furono clamorosi. Lo pseudonimo con cui il Douhet li firmava, « Spectator », ebbe una risonanza mondiale, come più tardi il suo vero nome. La sua autorevolezza, già allora grandissima, fu accresciuta in seguito da un gran numero di pubblicazioni, fra cui ricorderemo: Come finì la grande guerra, Roma 1918 - Giornale critico di guerra, 2 volumi, Torino 1922 - Il dominio dell’Aria, Roma 1921 - La difesa nazionale, Torino 1923 - Sintesi critica della grande guerra, Roma 1923.
Importantissimi per la conoscenza del pensiero del Douhet i magistrali articoli da lui dettati per le principali riviste militari ed aeronautiche nostre negli ultimi anni della sua vita, dal 1927 al 1930, in difesa della teoria del dominio dell’aria.
Scrittore vivace e forbito, la passione e la salda convinzione imprimono alla sua prosa un'ardente irruenza, che fa somigliare la sua propaganda ad una predicazione, mentre l’arditissima concezione, precisata con scientifico rigore, conferisce alla sua teoria la suggestività di un romanzo avvenirista alla Verne o alla Wells.
Il dominio dell'aria: ecco il caposaldo della teoria del Douhet. « Certo fu lui — scriveva la rivista Aeronautica tessendo l’elogio funebre del grande pioniere — che venti anni or sono formulò l’idea e prescelse le parole per questo problema aeronautico-militare, alla cui soluzione si affanna con ansia spasmodica tutto il mondo civile ».
Teorici di grande valore — il Baistrocchi, il Pentimalli, il Laviano — avevano trattato con geniali anticipazioni della guerra futura, senza tuttavia impegnarsi a fondo con la categorica intransigenza del Douhet. La sua teoria, costruzione complessa e totale, costituì il fondamento di tutte le teorie e concezioni dottrinali del genere apparse in seguito in Italia e fuori.
La teoria Douhet, basata sul presupposto della preminenza dell’arma aerea, è stata, non occorre dirlo, avversata con grandissima vivacità polemica da tutti coloro che, fedeli ad una concezione più tradizionalista della guerra, vedono nell’arma aerea un complemento importantissimo ma non decisivo delle sorti della guerra.
« Se sono giunto a dichiarare in modo esplicito ed assoluto che conviene raccogliere tutte le risorse aeree nazionali, nessuna esclusa, per costituire una unica armata aerea idonea alla lotta per la conquista del dominio dell'aria — scriveva il Douhet rispondendo a chi gli rimproverava la scarsa estimazione in cui pareva tenere le forze di superficie — ciò vuol dire che a tale conclusione sono giunto non guardando unicamente alla guerra aerea, bensì guardando alla guerra in generale... Non si combatte per vincere sulla terra o sul mare o nell’aria, ma semplicemente per vincere ».
La teoria del Douhet è basata su due principii: resistenza in superficie e azione nell'aria. In un rapido riassunto (V. Rocco Moretta: Come sarà la guerra di domani - Agnelli editore, pp. 65) vi si riconoscono tre capisaldi:
a) la vittoria sarà conseguita più celermente con la guerra aerea che con quella terrestre e marittima. Il belligerante che ha potuto conquistare il dominio dell'aria gode d'un cospicuo vantaggio nelle proprie operazioni contro le forze nemiche di superficie e contro le loro retrovie;
b) bisogna concentrare ogni attenzione sull’arma aerea, perchè sarà essa a decidere della guerra futura. Eserciti e flotte debbono essere riorganizzati in modo da renderli indipendenti rispettivamente dalle loro linee di comunicazioni e dalle loro basi, essendo gli uni e le altre vulnerabili agli attacchi aerei;
c) nella guerra avvenire non vi sarà altro che difesa sulla terra, attacco nell'aria.
La teoria del Douhet fu subito giudicata qual era, più che innovatrice, rivoluzionaria e antistorica, nel senso che nessuna guerra del passato forniva argomenti a sua giustificazione. E il Douhet ribatteva: « La storia che è la storia delle applicazioni delle idee fondamentali in uso sin qui nell'arte della guerra non può insegnare più nulla ». E ancora: « Disgraziatamente tutti coloro che cercheranno nella storia degli insegnamenti per l’avvenire non trovano nessun precedente di guerra aerea ».
Non è nostro compito entrare nel merito della polemica suscitata dal Douhet, alle cui affermazioni esclusiviste altri ha contrapposto asserzioni non meno recise in senso contrario. Ci limiteremo a ricordare che la teoria del Douhet ha avuto ed ha tuttora, in Italia e nel mondo, enorme influenza: in molti Paesi la si chiama senz'altro — cosa che onora grandemente la memoria e la fatica del Nostro — la « scuola italiana »; e chiuderemo con le parole che il colonnello francese P. Vauthier pone a conclusione di un suo libro uscito in questi giorni (La doctrine de guerre du géneral Douhet — Préface de M. le Maréchal Pétain. — Editions Berger-Levrault, Paris): « Io voglio rendere al generale Douhet — scrive il Vauthier — l'omaggio di una ammirazione profonda verso uno degli spiriti più notevoli di questo tempo: carattere indomabile, che nessun infortunio ha potuto abbattere, intelligenza luminosa, agile, dal piglio positivo e scientifico, fede profonda ed attiva, da apostolo; e un talento magnifico di scrittore e di polemista ».
Tale fu Giulio Douhet: un grande italiano, un grande soldato e pioniere dell'Armata aerea d'Italia.
Pietro Solari.


Il Duce prova a Montecelio una maschera antigas (21-3-934-XII).

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 24.04.35

Citazione: Pietro Solari, “Teoria della guerra aerea,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 15 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2096.