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Titolo: Vanità d'aprile

Autore: Renzo Laurano

Data: 1935-04-24

Identificatore: 1935_189

Testo: Vanità d'aprile
Fragilità di una giornata d'aria primo celeste. Innova a chiari cespi Aprile i fiori. Traspaiono e non vedi variopinto il verziere. Una farfalla fa uno strano vedere. È quasi un lembo di vento, un leggerissimo cascame d'indocinese seta il piano ondato volitar di vanessa. Ella di spume de’ fiori è molto vaga e de' piumati aspetti d'equatore che hanno i molli giardini di Sanremo a’ primi cenni di primavera e quando è nelle arie voluttà di contagio e non mai viste terre viaggi in un mellifluo odore inquietante di vainiglia.
Ma era ancora nel mare primavera novella, e pieni di speranza i pesci ne volavano a galla, e de' gabbiani di sale ebbri eran pascolo le larghe sogliole li come pioggia di lame d'argento da quei nitidi e celesti quasi bianchi di cielo. Ecco: e l'uccello di mare è in cresta al flutto, e un puerile gridar bianco ha che provoca cascate aguzze e paurose di diamanti.
Cascano e in fondo al mar fanno le agre sottomarine stelle: le irritate costellazioni piccole che fa ragazzo di una buccia di limone.
Renzo Laurano.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 24.04.35

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Citazione: Renzo Laurano, “Vanità d'aprile,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 15 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2098.