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Titolo: Le memorie dell’editore P.V. Stock

Autore: P.S.

Data: 1935-05-15

Identificatore: 1935_213

Testo: Una storica libreria parigina
Le memorie dell’editore P. V. Stock
Léon Bloy commerciante di manoscritti - Romanziere per forza De Curel cacciatore - Duecentoventicinque anni di editoria
Il peggior servizio che un editore possa rendere ai suoi scrittori è forse di mettere in piazza, in un libro di memorie, i panni e i fatti intimi della casa. Non c’è grandezza o fama, che resista intera a questi attentati, con tutto che ad essi, quasi sempre presiedano la benevolenza di una collaborazione di molti anni e il proposito di rinverdire ed esaltare successi comuni: donde — perchè così comporta la malignità umana e letteraria — il favore che di solito accompagna questo genere di pubblicazioni.
Un libro tipico del genere è il Memorandum d’un éditeur di P. V. Stock, pubblicato dai successori della celebre libreria, Delamain e Boutelleau, e dedicato particolarmente a nove autori fin de siècle pubblicati dallo Stock nel periodo più intenso della sua fortunata attività editoriale: Léon Bloy, Georges Darien, Paul Adam, Charles Cros, Francois de Curel, Louise Michel, Charles Monselet, Louis Desprez, Robert Caze.
Vite romanzate? Tutt'altro: anzi una precisione e inamabilità da documentario, spinta qualche volta sino alla crudezza. Le miserie umane degli scrittori sono messe a nudo senza palliativi, con tutte le circostanze e gli « estremi », come si direbbe in gergo burocratico, atti a ricostruire vivamente il costume letterario di. quel tempo a noi così prossimo per numero d’anni e nondimeno così remoto. Che ressa e che indigenza intorno al giovane ed audace editore! Léon Bloy, preso in mezzo fra una ispirazione imperiosa e una fame crudele, gli chiede venti soldi il giorno, per due mesi, per finire un libro. Cento franchi, duecento, trecento franchi: le richieste e i compensi non superano mai queste cifre. Quando s’arriva al biglietto da mille, è il trionfo o la rovina. Più spesso l'editore è perseguitato fino al caffè e deve interrompere la partita a scacchi per allungare discretamente al postulante uno scudo, che gli permetta di resistere altri due giorni in soffitta e portare innanzi il manoscritto. Scapigliatura, bohème, profusione di ingegno, spreco di mezzi e di energie, battaglie e polemiche: Bloy risulta intero da questa presentazione aneddotica, col suo furore di libellista e di stroncatore. Appena usciti i suoi Propos si fa fare dei biglietti da visita così concepiti: « Léon Bloy, entrepreneur de démolitions, Place de la Bastille ». Per vendere un pregevole e raro manoscritto di Barbey d'Aurévilly a Rothschild chiede la mediazione della signora Hayem, familiare del milionario, con una lettera devota e insolente, umile e spavalda, intessuta di insinuazioni, di punture e d’adulazioni, e nondimeno stranamente dignitosa che per vigore di lingua e di stile può figurare fra le sue pagine migliori, certo fra le più rappresentative, accanto alle migliori del Désespéré e del Mendiant ingrat.
Con lo Stock le relazioni di Bloy furono irregolari e saltuarie, con alti e bassi di sviscerate testimonianze d'affetto e violente rampogne. Frequenti le rotture. L’editore, cosciente d’aver avuto la sua parte nello scoprire quel bizzarro e vigoroso ingegno e nell’averlo avviato per la strada giusta (è Stock a fargli scrivere il primo romanzo, quasi per forza) non sa perdonare al Bloy una infedeltà clamorosa. Solo più tardi riconoscerà con rassegnazione che l’editore semina, spesso, perchè altri raccolga. La parte più istruttiva del Memorandum è anzi quasi tutta qui, nella perspicacia dello Stock scopritore di talenti, nella cura e tenacia posta a farne l’educazione, ad instradarli ed accompagnarli sulla via della fama, spesso per raccoglierne ingratitudine; e il libro ce lo mostra sotto il suo aspetto migliore di direttore di una orchestra letteraria, cioè di editore nel senso classico della parola: perchè che cosa sono gli altri, fuori di questa attività, se non semplici stampatori?
La messe degli aneddoti sugli altri otto autori, per quanto varia ed attraente, interessa meno — tranne forse le pagine che rievocano De Curel cacciatore e viaggiatore — avendo già il tempo fatto giustizia di quasi tutta l’opera loro, buona o cattiva che fosse nel tempo che la vide fiorire; senza contare che molti di loro, come il Darlem e il Cros, ebbero rinomanza quasi esclusivamente nazionale. D’altri autori che lo Stock annoverò fra i più illustri, quale il De Gourmont, l’Apollinaire, il Moréas, il libro non fa menzione.
Un'appendice di singolare interesse fa brevemente la lunga storia della libreria Stock, storia di oltre due secoli — esattamente duecentoventicinque anni — che procede parallela con quella della letteratura francese, costituendone sovente uno dei punti cruciali.
P. S.
Léon Bloy in un disegno allegorico di Uzès.
Francesco De Curel arriva in carrozzino alla sua casa di campagna a
Gondreville.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 15.05.35

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Citazione: P.S., “Le memorie dell’editore P.V. Stock,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2122.