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Titolo: DIORAMA LETTERARIO: non più emigranti, ma "italiani all'estero"; Testimonianze della civiltà latina nel mondo; Storia e poesia; L'unità spirituale della nazione; guide e iniziazioni culturali; una trasizione che riprende; il dramma di Lenau

Autore: Lorenzo Gigli

Data: 1936-02-04

Identificatore: 1936_31

Testo: DIORAMA LETTERARIO
Non più emigranti, ma "Italiani all'estero" - Testimonianze della civiltà latina nei mondo - Storia e poesia - L'unità spirituale della Nazione - Guide e iniziazioni culturali - Una tradizione che riprende - Il dramma di Lenau
L’Italia fasciata ha ristabilito i contatti con i suoi figli sparsi per il mondo (271 mila nel 1871, ad unità politica compiuta; 10 milioni oggi) e, pienamente consapevole del valore spirituale ed economico di questo grande fatto demografico che in vario modo, a seconda dei tempi, ha influenzato la vita della Nazione, ha cominciato a svolgere un’opera di salvaguardia, di tutela e di vigile amore per riavvicinare alla madre comune i figli lontani. Il mito dell’emigrante, intorno al quale fecero scorrere tanto inchiostro gli scrittori e i giornalisti dell’èra democratica, senza far nulla perchè il problema fosse inserito nel quadro nazionale e risolto, è caduto. Oggi non esistono più emigrati, ma italiani all’estero, parte attiva di una massa di 55 milioni, di un popolo che ha raggiunto, dopo l’unità politica, quella spirituale e costituisce un blocco omogeneo e compatto, esempio unico nella storia.
Non più dunque letteratura umanitaria e lagrimogena sugli emigranti. Se mai, una letteratura nutrita di fatti e di reazioni, documentaria, aderente alla realtà, specchio dell’azione: da codesti documenti l’artista potrà domani attingere i temi d’una delle forme più alte di poesia civile.
Anche per questo, oltre che per l’apporto di notizie che reca e la dovizia di fatti eloquentissimi e commoventi, vorremmo che avesse la più larga diffusione l'Almanacco degli Italiani all’estero uscito per la prima volta quest’anno per cura di Franco Ciarlantini (ora volontario in Africa Orientale) nelle Edizioni Roma: la pubblicazione continuerà negli anni successivi, e il Ciarlantini si propone di perfezionarla in modo che diventi una guida sicura per i connazionali all’estero desiderosi di conoscere ciò che di più importante si realizza in patria, e per chiunque voglia avere una nozione della vita e del lavoro italiani nel mondo.
L'impresa comincia bene, è messa sotto gli auspici di Roma eterna e della poesia; e dopo una rapida visione dei Fori e della Via dell’Impero e uno sguardo alle rovine romane di Angora, pietre miliari della marcia imperiale verso l’Asia, è giusto che si renda omaggio, sulla soglia d’un prospetto storico-psicologico dell’emigrazione di ieri di fronte all’espansione d’oggi, alla pura voce di Giovanni Pascoli, cantore dell’Italia raminga con cuore veggente nutrito di sublimi certezze, che gli odierni avvenimenti confermano.
Se il lavoro italiano ha stampato orme profonde su tutta la faccia della terra, si che non esiste opera d’ingegneria e di tecnica o bonifica o miniera o canale che non rechi impresso il segno della tenacia e del sacrificio della nostra gente sobria e capace, l’arte nostra e la nostra cultura hanno pur portato sotto tutti i cieli la luce del genio latino, inconfondibile; sì che all'italiano è motivo d'orgoglio pellegrinare e scoprire, poiché in ogni paese si ritrova un poco a casa propria.
Questo panorama spirituale, che riempirà di fierezza quanti italiani, in patria e fuori, vi si affaccino, è integrato dalla rassegna delle opere compiute in ogni campo dal Fascismo che ha mutato volto alla vecchia Italia tradizionale, custode di memorie e di monumenti, e ne ha fatto una realtà vivente e operante: oggi i suoi figli che approdano alle sue sponde dopo esserne stati tanto tempo lontani non la riconoscono più; o meglio, la riconoscono restituita finalmente alla sua missione. E appena scesi dalle navi s’inginocchiano per baciarne la terra, fatti umili e devoti dallo stesso ìmpeto d’orgoglio che scuote i loro cuori davanti alla nuova realtà.
A noi, che in questa realtà viviamo da quattordici anni, motivi di riconoscenza e d’ammirazione sono offerti dalla documentata rassegna dell’attività dei nostri fratelli d’oltre confine, i quali lavorano nello stesso clima nostro e nelle nostre direzioni. E sia che scorriamo l’elenco dei decorati di medaglia d’oro residenti all’estero o quello degli italiani caduti in terra straniera per la causa della Rivoluzione; sia che riviviamo la passione africana dei pionieri i quali espatriarono e si lanciarono nell’avventura e incontro alla morte disperatamente soli ma sicuri di lavorare per l’avvenire; sia che l’attività presente dei connazionali all’estero ci parli con la nuda eloquenza dei risultati ottenuti in ogni ordine, delle conquiste economiche, delle istituzioni di solidarietà italiana e fascista; il sentimento è uno, la fede è una: « e sarà, tutto, ciò che ancor non fu ». come vaticinò il poeta che avvertì, in tempi tristi ed oscuri, le prime luci dell’alba.
* * *
Le benemerenze culturali dell’editoria italiana continuano anche in tempo di sanzioni. A collane ormai famose per autorità quali quelle del Laterza (la cui Biblioteca di cultura moderna si è arricchita di alcuni numeri nuovi: le « Ricostruzioni storiche greco-romane da scavi e documenti » di M. Rostovtzeff, curiosa serie di quadretti della vita del mondo antico nel periodo in cui le città-stato della Grecia e in seguito Roma e l’Impero avevano raggiunto il massimo della loro potenza; i ricordi di Storia dell’arte di Giulio von Schlosser che dànno notizia degli studi e delle esperienze condotti nella Scuola di storia dell’arte di Vienna, certo la più importante dell’Ottocento; le linee generali di Storia della Russia di Nicola Ottokar; la Storia politico-sociale del Giappone, composta di quattro saggi distinti, d’un gruppo di scrittori russi; e uno studio di Giuseppe Citanna sul Romanticismo e la poesia italiana dal Parini al Carducci) si affiancano nuove imprese intese a fornire guide e iniziazioni al gran pubblico che diffida delle opere di cultura giudicandole dall’idea preconcetta secondo cui lo scrittore italiano non sarebbe atto a fare opera di divulgazione seria e insieme piacevole. A dar torto a questo luogo comune che nega malleabilità e scioltezza alla cultura e la confonde con l’erudizione polverosa, ecco la raccolta di biografie diretta da G. Titta Rosa per l’editore R. Carabba e intitolata « Galleria »: accoglie già tre ariosi e ben costruiti libretti, un Montaigne di Vittorio Lugli, un Carducci di Aurelio Minghetti, un Ariosto di Mario Bonfantini; e nuovi numeri delle collezioni dell’editore genovese Emiliano degli Orfini, un La Bruyère ancora di Vittorio Lugli, critico sagace e prosatore elegante, e uno studio di Felice Rosina su Federigo Tozzi, con prefazione di Orio Vergani.
In questa categoria rientrano alcune recenti pubblicazioni che pure avendo un’etichetta accademica si svincolano dai freddi schemi della erudizione. Sono le pubblicazioni della Facoltà di lettere e di filosofia dell’Università di Milano affidate all’editore Giuseppe Principato (ci fu un tempo in cui parecchi dei nostri Atenei curavano annualmente la stampa di corsi e di tesi particolarmente meritevoli: la tradizione viene opportunamente ripresa dalla Università milanese). Sono usciti, nella serie classica un saggio di Lucia Bozzi su « Ideali e correnti letterarie nell'Eneide »; e nella serie di letterature moderne un’ampia monografia su Lenau di Vincenzo Errante, il quale al dramma del tedesco « martire della poesia » ha dedicato molti anni di ricerche e di studi conclusi ora da questo cospicuo volume di alto interesse critico ed umano.
l. g.
* Parole italiane di Benito Mussolini è il titolo d'un volume di pagine scelte del Duce tradotte in francese e pubblicate dall’editore Figuière. Inoltre presso gli editori Denoël e Steele è uscito un Mussolini di Eugenio Marsan; e presso l’editore B. Arthaud di Grenoble un volume di Raimondo Recouly sull’ Italia fascista.
* Col titolo La Brigata Potenza nella grande guerra sta per uscire (ed. Nani, Como) un volume illustrato del capitano Gaetano de Camelis, in cui sono rievocate le gesta della gloriosa Brigata (reggimenti 271° e 272°) alla quale appartenne come ufficiale Arnaldo Mussolini e che si coperse di gloria alla Bainsizza, a Monte Carnizza e sul Piave.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 04.02.36

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Citazione: Lorenzo Gigli, “DIORAMA LETTERARIO: non più emigranti,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 18 ottobre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2247.