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Titolo: Vetrina delle novità

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1936-05-01

Identificatore: 1936_53

Testo: Vetrina delle novità
Il santo re Davide, santo e peccatore, fu caro sopra tutti gli eroi agli artisti fiorentini del Rinascimento, i quali lo rappresentarono sempre nell’età della giovinezza, ancora ardente della lotta vittoriosa contro il cattivo gigante, e riassunsero e simboleggiarono in lui le più alte qualità umane, grazia e forza, bellezza e destrezza, intelligenza e valore. È parso a uno scrittore toscano d’oggi che la figura di Davide consentisse ancora all’arte « come quando i fiorentini lo ritraevano atteggiato nella fulminea e meditata vittoria »: ed ecco da questo rifarsi ad una tradizione illustre e rinverdire una figura tanto rappresentativa e complessa, venir fuori una interpretazione letteraria dell’eroe biblico che si ricollega direttamente alla interpretazione plastica poiché ne traduce in poesia l’essenza spirituale che il genio artistico del Rinascimento aveva racchiuso in forme perfette. Cosi anche il David di Pietro Bargellini (ed. «Morcelliana», Brescia -Lire 12) è una creatura ideale della primavera toscana, riprende i temi dei fiorentini del Rinascimento che « non potevano trovare, simboleggiati in uno, meglio che in David, i casi e le speranze della loro città ».
La nota bibliografica posta dall’autore in fondo al volume ci risparmia l’obbligo di citazione e riferimenti alle fonti bibliche ed esegetiche e ad una letteratura non eccessivamente copiosa ma scelta, che può cominciare col libro del cardinale Meigneau in polemica contro le falsificazioni renaniane.
Il Bargellini, sciolto dalle premesse polemiche, dalle esigenze storiche e culturali e dai disegni apologetici, ha scritto una limpida vita di Davide, proponendolo implicitamente a modello di umanità completa, che attinge le vette della perfezione attraverso gli errori, il peccato e l’umiltà. Rapide e pittoresche ambientazioni, scorci felici di paesaggio biblico, gli permettono di dare sin dalle prime pagine al personaggio il legittimo piedistallo storico e psicologico che lo solleva sulla marea comune. I precedenti di Davide sono esposti in poche pagine con un andamento di racconto paesano; ma nel clima eroico s’entra poi subito e Davide con la fionda in mano eretto di fronte al gigante morituro empie il quadro con una evidenza fatale. Da questo punto l’accento della narrazione s’alza, si fa talora canto, accompagna il cammino del predestinato nelle tappe assegnategli per raggiungere il punto d’arrivo. Lì la figura è completa; l’uomo Davide è colto e rappresentato nella sintesi degli elementi morali e psicologici che ne compongono la figura. Dal giovinetto vittorioso al perseguitato al re di Giuda e d’Israele la parabola, toccando il suo vertice d’umanità nel momento del peccato, si chiude sul profeta e sul poeta che canta sull’arpa angelica i salmi della penitenza e della riconoscenza. Il peccato lo ha reso vecchio; le lagrime del dolore lavano, ma rodono come l’acido; il fuoco del pentimento purifica ma consuma. Ci stacchiamo da Davide fatto ombra di sé quando gli giunge la notizia della vittoria su Assalonne. Il rigore della giustizia si scioglie nelle lagrime e la vittoria gli duole. Dice il popolo nella sera che scende: « Il re piange il suo figliolo morto ».
Restiamo in campo biblico con La Bible a dit vrai, traduzione d’un’opera di Charles Marston, apparsa nelle edizioni Plon, in cui si esamina al lume dei libri sacri i risultati degli scavi effettuati dal 1924 al 1934 nelle terre dove fiorirono le antiche civiltà. L’autore ha passato buona parte della sua vita con le spedizioni che hanno frugato il suolo ove son nati i testi sacri più splendidi del mondo. Scrive il Marston: « I nuovi fatti di osservazione per ciò che concerne la Bibbia sono le scoperte archeologi-che di questi ultimi anni, e le loro ripercussioni sull’edificio eretto dalla critica scientifica dell’Antico Testamento si possono paragonare ad una successione di terremoti. Codesto edificio è ormai in rovina... ». Il Marston conclude affermando che un esame delle testimonianze lasciate dai contemporanei di Noè, di Abramo, di Mosè e di Ezechiele dimostra come tutto ciò che è stato scoperto dai moderni concorda col testo biblico e lo conferma.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 01.05.36

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Vetrina delle novità,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2269.