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Titolo: Osservatorio: Stavolta tocca a Dante

Autore: Lorenzo Gigli

Data: 1939-02-01

Identificatore: 1939_69

Testo: Osservatorio
Stavolta tocca a Dante
A Giorgio Goyau, accademico francese, non i parso vero di trar partito dalle attuali circostanze per scrivere un articoletto di « ricordi letterari franco-italiani » animato dalle solite buone intenzioni che presiedono alle pensate di quei quattro o cinque intellettuali d’oltralpe i quali amano l’Italia in un modo che quasi ci offende di più delle ingiurie. Le buone intenzioni del signor Goyau sono dichiarate nelle prime righe del suo scritto: « Vi sono dei ricordi letterari — egli avverte — dei quali nessuna nube politica, per opaca che sia, può oscurare lo splendore... ». «Beh! l’inizio è promettente, ci siamo detti, vediamo dunque il resto ». Il resto, come era da aspettarsi, ci ha delusi. Infatti l’illustre accademico ci racconta che in questi giorni cade il primo centenario della tesi di laurea di Federico Ozanam su « Dante e la filosofia cattolica del secolo XIII » (l’Ozanam, credente, professore universitario i cui corsi traevano alimento dal suo fondamentale atteggiamento apologetico, precursore del moderno cristianesimo sociale, è autore di opere letterarie e storiche di indiscutibile valore, tra cui la prima interpretazione del mondo misticoreligioso dell’Italia predantesca, da San Francesco a Jacopone); e dopo avercelo raccontato, afferma tranquillamente che la tesi dell'Ozanam diede agli studi danteschi uno slancio straordinario, aggiungendo: «Grazie a lui, all’influenza di un libro francese, l’Italia del secolo XIX potè convincersi, sempre più nettamente, che la Divina Commedia merita di essere considerata come il maggior monumento del medioevo, del quale è la sintesi e la gloria ».
A questo punto uno crede di sognare e si stropiccia gli occhi. Dunque, se non c'era l’Ozanam di cui meriti, del resto, non siamo qui a disconoscere) nessuno in Italia si sarebbe accorto che il poema dantesco è il maggiore monumento del medioevo! Dante, prima che l’Ozanam lo rivelasse agli italiani, era misconosciuto tra noi, vilipeso, obliato... Proprio così. Non inventiamo nulla: è il signor Goyau che lo dice; e per avvalorare il suo asserto, si rifà (indovinate un po’? ) da quelle balorde Lettere virgiliane dell’arcade gesuita Bettinelli che quando uscirono (1758) quasi nessuno in Italia prese sul serio, ed ebbero da parte di Gaspare Gozzi una immediata e sferzante replica che levò per sempre la pelle al balordo denigratore di Dante. Il curioso si è che le Lettere del Bettinelli, se trovarono un ammiratore, lo trovarono proprio in Francia, nella persona di Voltaire... Che l’accademico Goyau venga oggi a generalizzare l’animus antidantesco del Bettinelli estendendolo a tutti gl’italiani è ridicolo e cretino. E che poi pretenda che nessuno abbia reagito durante ottantanni, fino al giorno in cui la difesa di Dante venne assunta dal francese Ozanam, è cosa da far sbellicare dalle risa persino gli scolaretti di terza elementare.
Non contento di avere annesso Dante alla cultura francese dell’Ottocento, il nostro Goyau in vena di castronerie si annette pure i Fioretti di San Francesco, e anche stavolta ne fa risalire il merito all’Ozanam. Infatti prima che costui scrivesse lo studio sul mondo francescano da noi dianzi citato, i Fioretti sarebbero stati ritenuti in Italia un libro trascurabile, anzi addirittura uno sciocchezzaio. L’Ozanam rovesciò anche questo giudizio; sì che a lui si deve se oggi in Italia Dante e San Francesco sono rispettati...
Questa è la straordinaria conclusione alla quale arriva l’accademico Goyau. Il caso, stavolta, è proprio disperato.
1.g.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 01.02.39

Citazione: Lorenzo Gigli, “Osservatorio: Stavolta tocca a Dante,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 19 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2486.