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Titolo: Poema eroico del minerale italiano

Autore: Mario Sobrero

Data: 1939-02-01

Identificatore: 1939_71

Testo: Poema eroico
del minerale italiano
La Mostra al Circo Massimo - Tutte le iniziative per l'autarchia della Nazione - Il misterioso sottosuolo italiano
Roma, gennaio
Una prospettiva di architetture estremamente semplici; una nettezza di contorni e chiarezza di tinte; la galleria di zampilli sulla lunghissima vasca rettilinea; in fondo l’aquila colossale sopra la facciata del palazzo d’alluminio; in ogni parte delle costruzioni quella precisione e finitezza che oggi si ammirano nelle macchine e che danno un senso di cose perfette. A confronto con l’aspetto della Mostra la potente locomotiva ferroviaria collocata presso l’entrata sembra già un ricordo di tempi passati.
Visione notturna
Di sera questo lembo di città che raduna forme, idee, strumenti della vita attuale sopra il suolo del Circo Massimo è anche più splendido. Le luci diffuse disegnano la geometria dei porticati; le pareti di cristallo diventano trasparenze colorate; i giochi d’acqua sono d'argento; dall’alto d’un padiglione i proiettori toccano coi fasci luminosi l’oscurità del cièlo o radendo gli edifizi rischiarano all’improvviso cime d’alberi, bandiere, torri metalliche. Lungo la via dei Cerchi i ruderi giganteschi del Palatino, illuminati, si mostrano con la piacevole fragilità d’uno scenario.
Non so se vi sia un visitatore della Mostra che, potendo, non sia tornato a vederla più d’una volta. Le cose capaci d'interessare la folla sono innumerevoli, dalla « Pietà » di Palestrina alle gallerie minerarie riprodotte al naturale coi meccanismi in funzione, dai diorami dell’Agro Pontino, com’era prima della bonifica e com’è ora, alla rassegna delle stupende Armi italiane. Ma ciò che prende tutti, è il significato della Mostra. Lavoro minerario e metallurgico, armamenti, bonifiche: i temi sono questi; ma dall’insieme si ha un’idea di grandissime proporzioni, un’idea dell’Italia quale è oggi, come sforzo, come metodo, come volontà.
Il pensiero ritorna all’opinione tradizionale, che definiva il nostro Paese povero di « ricchezze naturali », ricco invece d’ingegni e di braccia e di capacità di lavoro. Questi sono infatti i termini del problema che si viene risolvendo con lo sforzo autarchico. Enorme somma di lavoro quella rappresentata nella Mostra! Stupisce, se appena vi si riflette un momento; desta un'ammirazione profonda e commossa per cui il più umile prodotto di quella fatica acquista ai nostri occhi un valore altissimo. Questo sentimento, del resto, è felicemente espresso in ogni padiglione, in ogni sala, nell’allestimento di tutta la rassegna, dove gli strumenti di lavoro più modesti, al pari delle grandi macchine e degli impianti complicati, stanno in un’atmosfera ideale. Si comprende com’è giusto che i campioni dei minerali meno pregiati splendano entro vetrine perfette, come oro o pietre preziose.
Una parola storica
Non è mai esistita difficoltà che al genio italiano paresse insormontabile. Ed il genio della razza, in molte delle sue personificazioni maggiori, ha il dono della versatilità. Questa è anzi una sua dote caratteristica. Michelangelo disegna le fortificazioni fiorentine; di Leonardo proprio in questa Mostra si vedono, tradotti in piccoli modelli, i progetti di macchine per il volo. Anche il semplice ingegno, tra gli Italiani, ha spesso un potere molteplice, genialmente s’interessa di problemi disparati e trova in sè l’intuizione felice che li risolve. Nel padiglione delle Ricerche ed Invenzioni è esposta una macchina elettromagnetica per separare il ferro dalle scorie, inventata da Quintino Sella, lo statista scienziato.
Autarchia: la parola dice il fine a cui sono rivolti gli studi, il lavoro, le iniziative, le creazioni documentati nella Mostra. Questa parola rimarrà nella storia a indicare uno dei concetti ed uno dei fenomeni più importanti del tempo presente. È il nome d’una invenzione singolarissima. Significa per alcuni popoli l’azione per liberarsi da un vassallaggio economico: una lotta d’indipendenza. Quanto valga un tale riscatto — che rappresenta un enorme benefizio in tempo di pace ma in tempo di guerra è una necessità per vivere e vincere — s’incomincia a vederlo nettamente oggi, mentre ha cessato d’aver corso il preconcetto che nell’esistenza delle nazioni la pace sia la regola e la guerra un’eccezione più o meno rara.
La battaglia del grano, quella per i tessili nazionali sono nel piano autarchico imprese superbe alle quali già corrispondono magnifici risultati. La lotta per il nostro riscatto dalla servitù economica nel campo minerario ha però qualcosa di più drammatico, di più eroico: in essa la dura volontà dell’Italia fascista s’è trovata di fronte a difficoltà durissime. Per la natura stessa delle cose tutto ciò che riguarda la trattazione dei minerali, dalla fatica del minatore alle opere roventi della metallurgia, nella fantasia umana è sempre stato avvolto d’una luce di sacrificio, di grandezza, d’eroismo. I metalli sono il nerbo della civiltà, i metalli sono le armi per la guerra. Alla conquista dell’autarchia nel settore minerario l’Italia fascista s’è messa con un impegno proporzionato alle difficoltà.
La realtà del lavoro
Visitando la Mostra, si ha una idea chiara del sottosuolo italiano. di quanto vi è conosciuto e sfruttato. Il panorama della nostra vita mineraria è completo. Esso non rivela certamente, nella struttura geologica della penisola, una larghezza di doni naturali paragonabile a quella con cui la sorte ha favorito altri paesi; tuttavia dà l’impressione di un patrimonio soddisfacente. Richiama alla mente, ad ogni passo, la constatazione del Duce: « Oggi finalmente ci accorgiamo di aver molte più materie prime di quello che pensassimo ».
Nella rassegna è seguito largamente il criterio di presentar le cose nella loro concreta realtà, di far vedere come il lavoro viene fatto, come si scolpisce una statua con lo scalpello elettrico, come il terreno è trivellato fino a centinaia di metri di profondità; di mostrar gallerie di miniere a chi non potrà mai scendere in una miniera, una cava di marmo delle Apuane a chi non salirà mai su quei monti. Ma non c’è soltanto l’esemplificazione realistica. Il tema è trattato con una varietà di mezzi; l’argomento è chiarito, impresso nella memoria della folla con accorgimenti ingegnosi. Nei raffronti statistici elementari le cifre acquistano una eloquenza ch’è impossibile non intendere. Ad ogni tratto i dati si offrono allo sguardo espressi in una raffigurazione geografica, come scritti sopra un lembo della nostra terra o su tutta la penisola o sull’impero. La fluidità del mercurio diventa bellezza d’argento vivo in una fontana. Ma nessuna trovata è più felice che quella dello strato di oligisto — il minerale elbano da cui si ricava ferro da qualche millennio — messo sotto un pavimento di vetro: ferro greggio è il cammino per il quale si va attraverso la storia della siderurgia dai suoi primordi. In questo tragitto l’animo più semplice sente che il ferro è sacro per l'uomo come il pane.
Ciò ch’è stato già fatto per l’autarchia anche nel settore minerario, ha veramente del prodigioso. Leggi, provvedimenti di carattere corporativo, studi, ricerche, sviluppo e perfezionamento dell’attrezzatura meccanica, coltivazione di miniere nuove, ripresa od incremento delle coltivazioni antiche, disciplina delle importazioni ed esportazioni di minerali, ammassamento di riserve. Nei bacini minerari sono sorti villaggi e città, non di ripiego ma anzi perfetti: la vita delle popolazioni operaie che li abitano appare, sullo schermo del cinematografo, lavoro, ordine, benessere presente, promessa di avvenire. Ed in quanto tempo è stato realizzato tutto questo? In tre anni.
La «sua» volontà
Ciascuna delle Mostre successivamente allestite dal Partito, con la visione generale che offre, coi particolari che alla folla rendono visibili i procedimenti ed i risultati dell’immensa opera, ciascuna di queste rassegne fa più profondamente sentire che cosa è nella realtà contemporanea il Fascismo, come idea e modo di vita, come coordinamento degli sforzi, come fusione delle energie. Nello Stato fascista è integralmente attuata l’unità del sistema morale, economico, militare che una nazione costituisce. Prima, questa essenziale unità era talvolta compresa in teoria, talvolta negata coi fatti; senza che la struttura ed il funzionamento dell’organismo statale venissero mai pienamente conformati ad essa. Il Fascismo risponde alle supreme ragioni di esistenza e di sviluppo d’una grande nazione nel mondo quale è oggi. È il nuovo stadio dell’evoluzione storica dell’umanità.
Come una misteriosa forza ovunque operante, in tutta la Mostra si sente la volontà del Duce. In una sala Egli è raffigurato in costume di minatore, come lo videro gli operai quando visitò le miniere. Il suo aspetto simboleggiava allora la sua decisione d’impegnare e di vincere anche la battaglia del minerale italiano. Come ogni altra sua espressione, anche questa ebbe un potere irresistibile. La sua volontà, quando si è determinata, fatalmente diviene realtà, raggiunge il fine.
Mario Sobrero

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 01.02.39

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Citazione: Mario Sobrero, “Poema eroico del minerale italiano,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2488.