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Titolo: Invito alla biografia: Francesco Chiesa; Bonaventura Tecchi

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1939-04-05

Identificatore: 1939_119

Testo: Le inchieste del « Diorama »
Invito alla biografia
Abbiamo rivolto agli scrittori italiani questa domanda:
« Se vi incaricassero di scrivere la biografia di un grande italiano del passato, quale personaggio scegliereste? Perchè? ».
Francesco Chiesa una volta ebbe l’idea di scrivere la vita di Leon Battista Alberti, ma poi l’abbandonò. Perchè? Le ragioni della rinuncia egli le espone in questa risposta:
« Anch'io ebbi una volta l’idea di scrivere la biografia di qualche gran personaggio, e mi fermai per un po’ di tempo su Leon Battista Alberti, nel quale mi sembrava (e ancora mi sembra) di ravvisare una delle più complesse e singolari figure del primo rinascimento: umanista e costruttore, padrone del latino e del volgare, della penna e del compasso, architetto in quanto l’architettura ha il suo posto tra la matematica e la musica, toscano in quanto questa parola significa una certa succosa asciuttezza. Molto mi piaceva pure che quel dotto, quell’artista, fosse stato, se è lecito dire, un gran ginnasta.
Ma poi abbandonai l’impresa, essendomi accorto che troppa è la mia inclinazione a romanzare; ni credo che mi riproverò a scrivere biografie. Se dovessi, sceglierei uno di quei grandi che lasciarono opere più che notizie della loro vita: qualcun altro di quei maestri del Quattrocento (prediligo quella stagione di primavera acerba), il grandissimo Donatello, ad esempio. Nel quale vorrei soprattutto mettere in luce l’artista sommo che esce dall’artigiano, che mai non perde certe qualità specifiche dell’artigiano: la perizia nel mestiere, la familiarità degli arnesi, l’amore concreto della materia, la mente non appartata nella cella ossea del cranio, ma presente ed operante nel braccio e nella mano ».
Francesco Chiesa
Da molti anni Bonaventura Tecchi pensava di scrivere una biografia su Alessandro Poerio in quanto, secondo lui, non esiste figura più attraente del nostro Risorgimento: che unisca in così indissolubile unità la delicatezza del sentimento e la forza dell'animo, la vocazione per la poesia e l’eroismo.
Scrive il Tecchi:
Poeta di non scarso valore, conoscitore di molte lingue e di molte letterature, esperto di paesi stranieri — fu a lungo in esilio —, amico del Leopardi e insieme del Tommaseo, che influì su di lui per la conversione al cattolicesimo, anima profondamente religiosa, Alessandro Poerio è uno degli eroi maggiori di quel nostro bellissimo periodo. Deciso e fermo, benché di natura sensibilissima, nell’idea della lotta ad oltranza contro l’Austria e i tirannelli dell’epoca, malato e quasi cieco, volle andare volontario nel 1848, combattè per la difesa di Venezia e alla sortita di Mestre morì, come è noto, per ferite; figlio e fratello di due altri patriotti napoletani che soffrirono il carcere e l’esilio: Giuseppe e Carlo; e di due donne eroiche: la madre Carolina Sossisergio, la sorella Carlotta Poerio-Imbriani.
Perchè non mi decisi a scrivere questa biografia? A parte alcune ragioni personali delle quali qui è inutile parlare, credo che la difficoltà principale provenisse da un dato di fatto: mi convinsi, leggendo alcune opere sui Poerio (tra le quali non è da dimenticare il libro del Croce sull’intera famiglia Poerio, il breve profilo del Secrétant, ecc. ), che, per fare opera completa e dire qualche cosa di nuovo sulla figura di Alessandro, mi abbisognassero alcuni inediti. I quali esistono o esistevano fino a qualche tempo fa: un gruppo di carte che fu già alla Biblioteca Nazionale di Firenze e fu poi restituito a una delle eredi del Poerio-Imbriani, la signora Pia Fioretti. Questa signora, che abitò a Napoli in via Chiaia e fu da me invano ricercata, deve avere ancora, o debbono avere i suoi eredi, le sopracitate carte, tra le quali non è impossibile che si trovi anche la traduzione dell'Ifigenia in Tauride del Goethe, che Alessandro Poerio fece e che egli stesso consegnò al grande poeta tedesco, quando andò a trovarlo a Weimar durante il Viaggio in Germania nel 1825-26.
L’amore all’argomento è tale che, se anche qualcuno approfittasse di queste mie notizie e venendo in possesso di quelle carte se ne valesse per sè, non me ne dorrei. Tanto meglio poi, naturalmente, se qualcun altro, più generoso, volesse aiutarmi a riprendere il filo delle ricerche interrotte e fino ad oggi inutili.
Bonaventura Tecchi

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 05.04.39

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Invito alla biografia: Francesco Chiesa; Bonaventura Tecchi,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2536.