Come scrivono... (dettagli)
Titolo: Come scrivono...
Autore: Silvio d'Amico
Data: 1932-02-03
Identificatore: 1932_63
Testo:
Come scrivono..
Abbiamo indotto Silvio d’Amico, il principe dei critici drammatici, a confessarsi, e gli abbiamo anche strappata una cartella (bravo chi riuscirà a leggerla) del più recente de’ suoi articoli, scritto per la prima rappresentazione romana della commedia 11 mondo senza gamberi di Gino Rocca.
Come scrivo? Io scrivo male. Lo dicono, anzitutto, i tipografi; anzi Orio Vergani, convinto che la mia cacografia sia qualcosa d’assolutamente indecifrabile, ha messo in giro la storiella che il vero autore de' miei articoli sia un linotypi sta della Tribuna, il quale una volta, in mia assenza, egli racconta d’aver mandato una cronaca drammatica da lui composta esclusivamente con scarabocchi, e conclusa con la mia firma falsa: ne tornò in redazione — giura Orio — un discreto articolo, che potè prender decentemente il suo solito posto nel giornale. Io lascio correre la storiella, perchè mi fa molto comodo con gli autori e gli attori stroncati, ai quali dico: non sono stato io, è stato il linotypista.
Ma che poi io scriva male, anche nel senso dello stile, lo diranno probabilmente altri, a cui purtroppo non avrei niente da replicare. E come potrei, dato l’infernale mestiere dei cronisti italiani, obbligati a lavorar su due piedi, mandando l'articolo al proto cartella per cartella, spesso avendo già dimenticato, nello scriver la cartella 3, quel che s’è detto nella cartella 1? (Vedere ciò che scrive Monicelli nell'ultima Comoedia, a proposito dell’improvvisazione che è caratteristica di tutta lo, nostra vita teatrale: recitazione a soggetto, e critica a soggetto... ).
Vero è ch’io non scrivo, se Dio vuole, soltanto di teatro. E allora mi sorveglio un poco di più; cancello molto, rifaccio; e soprattutto, quando posso, ricopio. Credo, come hanno creduto scrittori grandi e piccoli, che un mezzo materiale efficacissimo per arrivare allo stile più denso, conciso ed essenziale, sia quello del ricopiare molte volte il manoscritto. Ed era appunto Monicelli, quando teneva la Direzione dell'Idea Nazionale, a ripetere ai suoi redattori troppo frettolosi epperciò prolissi e slavati, il motto famoso: « Non hai avuto il tempo di esser breve ».
Se poi, anche seguendo questo metodo, non mi riesca di concludere gran che, è evidente che la colpa è tutta mia.
Una cartella autografa di un articolo di Silvio D’Amico.
Collezione: Diorama 03.02.32
Etichette: Silvio d'Amico
Citazione: Silvio d'Amico, “Come scrivono...,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 23 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/319.