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Titolo: Le fonti dei romanzi, I guadagni di Wolfango Goethe, L'Enciclopedia cinese

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1932-03-16

Identificatore: 1932_107

Testo: Scampoli
Le fonti dei romanzi
Gli esegeti che studieranno i romanzi degli autori ora in voga si accorgeranno che essi sono quasi tutti « a chiave » e tratti da situazioni reali. Andrea Maurois, ad esempio, frequenta i salotti e le feste, e vi appare gentile e timido. Egli però osserva e raccoglie, sebbene sembri indifferente. Quando crede di noti essere veduto, leva di tasca una vecchia busta da lettera e scrive rapidamente una parola od una frase che gli ricorderà un aneddoto. Appena tornato a casa utilizza le conversazioni udite e gli appunti fìssati sulle vecchie buste, e riempie delle schede separate. Quando ne ha un bel pacchetto scrive un romanzo, in cui quasi tutti i personaggi sono riprodotti dal vero. Molti sono stati riconosciuti e i loro nomi corrono nelle conversazioni, e qualche signora, diventata eroina di romanzo, ha sentito la necessità di un lungo viaggio per lasciare che la curiosità si spenga o si rivolga su altri libri e su altre eroine.
I guadagni di Wolfango Goethe
Per il centenario della morte di Goethe, in Germania fioriscono le pubblicazioni e le ricerche sul grande poeta. Sono stati calcolati anche gli utili che Goethe ha ricevuto dai suoi editori. Dall’esame dei documenti autentici, sono risultate cifre che farebbero sorridere di disprezzo Maurizio Dekobra od una qualunque scrittrice di romanzi pornografici (questo genere di letteratura è ormai, in Francia, specialità delle donne). Nel 1805, l'editore Cotta di Stoccarda offriva a Goethe 10. 000 talleri (il tallero valeva allora due lire e settanta centesimi) per la pubblicazione delle opere complete e per avere il diritto di « esclusività », come si dice oggi, della produzione futura per sei anni. Nel 1815, l’offerta fu portata a 10.000 talleri. Finalmente, avendo l’autore già scritto quaranta lavori ed avendo conquistata una fama europea, il contratto fu concluso con un compenso di 100. 000 talleri, somma che fu giudicata favolosa e che, come fu scritto allora, « certamente nessuno raggiungerà mai più... ».
L’Enciclopedia cinese
Il Museo Britannico ha acquistato altri tre volumi della « Yung Lo La Tien », la famosa enciclopedia cinese, che «probabilmente è il più lungo e faticoso lavoro letterario che sia mai stato eseguito. Essa fu composta per ordine dell’imperatore Yurig Lo, che regnò nei primi anni del 1300, e si componeva di più di dodicimila volumi, scritti a mano. Ne furono trascritte tre copie, di cui due furono distrutte al tempo della dinastia dei Ming, e la terza giunse sin quasi ai nostri giorni nella biblioteca del Collegio Han Lin a Pechino. Molti volumi andarono perduti, perchè i lettori e gli studiosi non li restituivano. La biblioteca fu incendiata dai Boxers, e dall’incendio furono salvati appena trecento volumi del preziosissimo manoscritto. Il Museo Britannico ne possedeva sei, ai quali sono stati aggiunti ora i tre di recente acquisto. L’opera, ornata da molti disegni, è, ad un tempo, un’enciclopedia e un dizionario, perchè contiene (o meglio conteneva) tutti i caratteri della lingua cinese. L’indice riempie trenta volumi.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 16.03.32

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Le fonti dei romanzi,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 23 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/363.