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Titolo: Un generale romanziere

Autore: Silvio d'Amico

Data: 1932-06-29

Identificatore: 1932_301

Testo: INCONTRI
Un generale romanziere
E’ dunque vero che al giorno d’oggi, per scrivere un buon romanzo, ci voglia un generale? Senza voler arrivare in fretta a conclusioni troppo presuntuose, se non scandalose, sta di fatto che Ilia ed Alberto — il romanzo accolto, sul principio dell’anno scorso, con insoliti plausi dalla critica italiana — è, come tutti sanno, opera del generale Angelo Gatti: ossia di uno de’ nostri più noti scrittori di cose militari, e le cui doti, appunto, di scrittore, s’erano fino a ieri rivelate in saggi e libri di carattere non precisamente creativo e narrativo (si pensi, per es., al volume, bellissimo sotto ogni riguardo, Uomini e folle di guerra).
Ma ci sembra che la consuetudine della nostra stampa letteraria, di « licenziare » al pubblico le opere nuove e poi di non occuparsene più, oggi possa interrompersi molto a proposito, almeno per fare una constatazione, questa: che, una volta tanto, ai quieti o entusiastici consensi dati dalla critica ad Ilia ed Alberto, ha corrisposto, e continua a corrispondere, con un ritmo crescente, l’interesse del gran pubblico. E non solo in Italia: perchè, se da noi il romanzo è arrivato, in sedici mesi, alla sua terza edizione, anche all’estero gli editori cominciano a contenderselo.
Tipico, ad es., il fatto che uno dei maggiori quotidiani tedeschi, l’organo del Centro, Germania, di Berlino, rabbia voluto pubblicare (cominciò col 1° febbraio) a puntate in appendice, come colà si usa solo per i più notevoli romanzi. A pubblicazione finita, ossia fra un mese, esso sarà edito in volume dalla Casa Ksel e Pustet.
In francese, il romanzo sta per essere stampato presso un editore notissimo, il Payot, nella versione di F. Hayward. In Inghilterra l’editore Jonathan Cape ne ha affidato la traduzione alla signora Avis Watermann. Per l’America del Nord se ne sta facendo un’altra versione inglese dal noto" « italianizzante » e traduttore di Pirandello, Livingstone. Infine — diciamo infine per ora — l’autore ha concesso i diritti di traduzione anche a un ungherese, Debriche Delasta.
Il caso d'un tale successo internazionale, per un romanzo italiano, ci sembra tutt’altro che consueto: specialmente se si pensi al tono pacato, intimo, pudico, religioso di quest’opera, assolutamente in contrasto, come ispirazione e come arte, con quanto oggidì richiama chiassosamente l’attenzione delle folle. Perciò ci sembra che il fenomeno vada segnalato, anche come sintomo del fatto che i valori dello spirito non sono morti, se da tante parti si cerca d’attingere a una fonte, come questa, semplice e pura.
Silvio d’Amico.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 29.06.32

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Citazione: Silvio d'Amico, “Un generale romanziere,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 03 dicembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/557.