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Titolo: Curriculum vitae di Gabriele d’Annunzio. Ricordi e aneddoti sulla vita del Poeta

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1932-07-20

Identificatore: 1932_335

Testo: “Curriculum vitae di Gabriele d’Annunzio"
Ricordi e aneddoti sulla vita del Poeta
Roma, 19 luglio
Da Bayonne, dove risiede, Georges Herelde, traduttore di D’Annunzio, scriveva a Giannino Antona-Traversi annunciandogli di aver fatto dono alla Biblioteca Nazionale di Parigi di una quantità enorme di ritagli, da giornali e riviste, concernenti la vita; e le opere di Gabriele d’Annunzio. Le casse rimasero a lungo chiuse nel magazzeni della Biblioteca, senza che nessuno si prendesse la cura di esaminarne il contenuto; la stessa quantità di documenti raccolti creava una difficoltà grave alla loro classificazione ed utilizzazione. Nella collezione si trovano edizioni del D’Annunzio divenute molto rare od introvabili, ed alcune curiosità bibliografiche, come la traduzione in versi latini di alcune poesie del Poeta. Vi sono anche alcuni manoscritti, fra cui quello di dieci o dodici sonetti scritti in francese, inediti; essi datano dal 1895 al ’96.
La Corrispondenza informa che Giannino Antona-Traversi ottenne, dalla Biblioteca Nazionale di Parigi, la facoltà di aprire le casse e di esaminarne il contenuto. Frutto di questa paziente ricerca è ora il libro che la « Casa del Libro » di Roma sta per pubblicare, dal titolo Curriculum vitae di Gabriele d'Annunzio. Esso comprende il diario schematico della vita del Poeta, anno per anno, dal ’63 al 1910. Seguiranno poi altri volumi, specialmente dedicati all’attività di D’Annunzio nell’epoca precedente la guerra e durante il conflitto. La documentazione di questo, periodo è, come si può immaginare, voluminosissima. Molte delle cose interessanti o curiose, narrate nel primo volume del Curriculum, sono ignorate dai giovani e dimenticate dai vecchi. La Corrispondenza, per l’autorizzazione avuta dalla « Casa del Libro », ne riferisce qualcuna. Interrogato da un giornalista a proposito dei dannunziani e dell’importanza che il Poeta loro annette, rispose: « Non mi volto mai indietro ». Nel luglio 1908 si diffuse in Firenze la notizia d’una grave caduta da cavallo del Poeta. Un giornalista, ben sapendo che il cameriere del Poeta non si sarebbe lasciato commuovere per far rispondere al telefono D’Annunzio in persona, pensò ad un tranello. Telefonò alla Capponcina e al cameriere dichiarò: « Lei parla con Roma. Io sono Giovanni Giolitti ». Un secondo dopo D’Annunzio era al telefono e ringraziava il Ministro del suo interessamento, e Giolitti di rimando: « Creda, qui a Roma non si parla d’altro. Io non ho voluto attendere il telegramma del Prefetto. Ho preferito informarmi personalmente ».
— La ringrazio vivamente, ma il conte Gioia è andato via che sarà appena mezz’ora.
— Bene, bene, allora fra poco avrò sue informazioni. Ma intanto mi dica Lei.
E qui il Poeta ripetè che si trattava d'una storiella, ad arte messa in giro. Poi chiese al Ministro se fosse vero che i giornali di Roma raccoglievano anche la voce d’un suicidio, e Giolitti si affrettava a rispondere di sì, aggiungendo però che nessuno la credeva.
Nel febbraio del 1910 D’Annunzio, corse il rischio di buscarsi una querela per diffamazione per il suo Forse che si forse che no. Il cav. Michelangelo Inghirami di Volterra trovò che nel romanzo è descritta una persona di sua famiglia con una luce tutt’altro che simpatica per la casa Inghirami. Il Poeta scriveva all’interessato: «Mi consenta di esprimerLe il mio profondo rammarico nell’udire come Ella abbia sconosciuto il mio libro ove, con tanto fervore, è celebrata la città di vento e di macigno, la Volterra degli Inghirami, che qualunque sia il giudizio intorno all’eroina, la quale non è un’Inghirami ma una Lunati, chiamata intrusa anche dalla sorella nell’antico palagio, rimane simbolo del leccione, l’esaltazione della magnifica stirpe che diede eroi come Giovanni di Inghirami, sepolto con Curpio, e mecenati come Marcello ».
Una nuova opera di D’Annunzio in francese
sarà pubblicata da un editore parigino
Roma, 19 luglio
Gabriele d’Annunzio ha continuato al lavorare ininterrottamente in questi ultimi anni. Gli intimi del Poeta sanno — comunica l’Agenzia Ala — che egli, chiuso in solitudine ma presente alla manifestazioni della vita italiana, ha compiuto una nuova opera. Andosmé ou le banquet des phologastres, così essa è intitolata. Sarà pubblicata, in autunno, dall’editore parigino Calman Levy. L’opera è composta in quel francese ricco e puro di impronta antica e di spirito modernissimo, che già fu usato per la Pisanelle e che pose di colpo il grande Poeta italiano fra i maggiori scrittori francesi. Essa è ricca di quel linguaggio di prodigiosa armonia di cui la letteratura di Francia aveva, da tempo, smarrito la lettura. L’ambiente del racconto è nella Parigi medioevale, al tempo del Re San Luigi, e la vicenda tratta d’un sordomuto miracolato durante la Messa, che a sua volta compirà, nello spazio di una giornata, miracoli e prodigi.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 20.07.32

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Curriculum vitae di Gabriele d’Annunzio. Ricordi e aneddoti sulla vita del Poeta,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/591.