Una parola al giorno: Calembour (dettagli)
Titolo: Una parola al giorno: Calembour
Autore: Paolo Monelli
Data: 1932-11-02
Identificatore: 1932_475
Testo:
Una parola al giorno
Calembour
Parola francese, di oscura origine; secondo alcuni deriva dal nome dell'abate di Kalemberg, personaggio burlesco di certi racconti germanici; secondo altri, da quello di un conte di Kalenburg che fu ospite alla Corte di un Re di Francia, e divertiva i cortigiani con gli innumerevoli equivoci creati dalla sua cattiva conoscenza e pronuncia del francese. Se ne è cercata l'etimologia anche nel connubio delle due parole italiane calamaio e burlare.
I vocabolarii francesi dànno per questa parola il significato di « sciocchezza, stupidaggine »; nell'uso odierno ha il significato di facezia in foggia di bisticcio o doppio senso; in italiano freddura o bisticcio. Alle freddure allude il Castiglione dicendo « delle facezie quelle sono acutissime, che nascono dalla ambiguità ». La difficile arte di far freddure è di illustri tradizioni (si ricordi il bisticcio divino: Tu sei Pietro, ecc. ); è a torto calunniata o derisa, e si legga a questo proposito la difesa appassionata che ne fa Bernardo Prisco nel suo Alfabeto (ed. Treves) con citazioni di fredduristi classici.
E' usata talvolta nelle nostre scritture in luogo di freddura o bisticcio la parola tedesca witz (cfr, l'inglese wit); ma witz è parola di significato più generale, e vuol dire tanto freddura, bisticcio, quanto semplicemente facezia o storiella allegra.
Collezione: Diorama 02.11.32
Etichette: Paolo Monelli
Citazione: Paolo Monelli, “Una parola al giorno: Calembour,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 29 gennaio 2025, https://dioramagdp.unito.it/items/show/731.