Fiera del libro (dettagli)
Titolo: Fiera del libro
Autore: Massimo Bontempelli
Data: 1933-04-05
Identificatore: 1933_191
Testo:
Fiera del libro
In un testo del Trecento sono così descritti i caratteri del mese di aprile:
— in questo tempo la notte e il dì si agguagliano, si addolcisce il tempo, risplende l'aere, soffiano i venti, dissolvonsi le nevi, corrono i fiumi tra' monti, gemono le fonti, levansi le umidità insino alla sommità degli alberi, crescono le biade, verdicano i prati, vestonsi di nuove foglie gli alberi, ornasi la terra di germogli, imbelliscono i fiori, generano gli animali, cantano gli uccelli, la terra riceve intero suo ornamento e bellezza, e si fa come sposa bellissima, ornata di variati colori, acciò che paia agli uomini in festa di nozze.
Tutto bellissimo, e sebbene scritto seicento anni fa, serve magnificamente anche oggi. Ma per oggi ci manca una cosa: in aprile si ricomincia a parlare della festa del libro, che avrà luogo, credo, ai primi di maggio.
Anzi mi pare che proprio di questi giorni stia sedendo un consesso autorevole, allo scopo di dettare le norme secondo le quali la festa del libro dovrà quest’anno essere attuata nelle nostre città.
Perciò chi ha consigli da dare sull’argomento, è bene si affretti. Io m’affretto.
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Contro l’atteggiamento di parecchi dei miei colleghi in letteratura e giornalismo, io ho sempre parlato bene di questa istituzione, e credo possa a lungo andare riuscire di qualche utilità. Per questa ragione posso a cuore tranquillo, dopo due o tre anni di esperienze, segnalare gli errori in cui gli anni scorsi siamo caduti quasi dappertutto nella attuazione della bella iniziativa.
L’appunto principale deve rivolgersi alla assoluta mancanza di ogni senso di discrezione, di ogni gusto di scelta.
Pensate alle fiere campionarie. Ogni fiera campionaria ha sempre avuto cura di offrire ai visitatori il meglio della produzione nazionale di un determinato periodo di tempo.
Invece nelle fiere del libro molti editori e autori — anzi qualunque editore e autore — vengono a riversare tutti i loro più vecchi magazzini, anche se sono immondezzai. E c’è chi si improvvisa editore o autore per l’occasione: i quali editori ignoti saltan fuori non si sa donde e si mettono a fianco a quelli che hanno fatto faticosa carriera. E il più analfabeta dei borghesi si fa autore, cioè fa stampare alla meglio qualche manipolo di bestialissime prose e poesie, e viene a offrirlo a fianco agli altri, e nessuno può cacciarli via.
Nel che è una truffa e un danno gravissimo. Perché si deve tener conto che le fiere del libro sono destinate a un pubblico di persone che in generale non hanno mai veduto un libro, se lo hanno veduto non han mai saputo o sospettato che cosa sia e a che cosa serva; se anche hanno di questo un vago sentore, ignorano nel modo più perfetto che quello è un oggetto che si può comperare e tenere in casa. Le fiere del libro son fatte appunto per insegnare a costoro questi elementi. Altrimenti non si capisce a che cosa servono.
Ma appunto per tale loro condizione, questi disgraziati non hanno alcun criterio di scelta. Li avete mai visti? Sono più divertenti di qualunque « commedia comico-sentimentale ». Dopo una lunga serie di soste timide davanti al bancone, il più volonteroso tocca un libro, e poi lo compera: il primo che gli è capitato, quello che un più sfacciato banditore gli ha messo più vicino al naso. Data la grande prevalenza di quella produzione strafalciona che ho detto, data anche la maggiore sfacciataggine dell’editore o dell’autore improvvisato in confronto agli altri, è matematico che il disgraziato, che si doveva iniziare, si porterà a casa uno o più libri di tal fatta, che poi appena li guarda gli levano la voglia di vederne mai più un altro, e fa voto solenne di non caderci più, di non comperare mai più un libro per tutta la vita. E questi giuramenti si mantengono. E ha ragione lui.
È dunque indispensabile che d’ora innanzi le fiere si facciano a base di scelta.
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E qui conviene intendersi. Non voglio dire che la scelta sia fatta con criteri da letterato. Tutt’altro. Su queste fiere a scopo di iniziazione, non s’hanno da gettare se non libri che possano essere veduti e toccati, e poi letti, con qualche piacere e rispetto anche da chi s’è trovato a comperare un libro che poi per avventura non gli piace; ma possa dire: sceglierò meglio un’altra volta.
Qualcuno potrebbe, accettato il principio della scelta, pensare che si debbano invitare alla fiera soltanto editori e autori già provati. No. Sarebbe un criterio presuntivo, che come tutti i criteri di questa specie potrebbe generare errori e iniquità grandi. Può darsi benissimo che un editore o un autore perfettamente nuovi e ignoti abbian messo fuori — magari appunto spinti dall’occasione di esordire brillantemente nella fiera — qualche cosa di singolare e interessante. I dirigenti dovranno avere la pazienza e la intelligenza di esaminare (e basta, allo scopo nostro, sfogliare) questa materia di nuovi arrivati. Gli altri — editori e autori — invitarli. Come si fa con le esposizioni d’arte, insomma.
Quanto agli autori ed editori già garantiti dal loro recente passato, da invitare, dovrà tuttavia anche per essi esercitarsi una certa vigilanza. Espongano alla fiera solamente le novità; oppure quelle opere non nuove che per qualche ragione sembra bene far conoscere a un nuovo pubblico: l’importante è vigilare ch’essi non profittino della fiera per tentar di liquidare di sorpresa, fidando dell’ignoranza del compratore matricolino, vecchi fondi di magazzino che non hanno trovato in tanti anni precedenti alcuno sbocco.
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Vorrei che tutti gli editori e gli autori per bene dichiarassero fin d’ora ai solerti preparatori delle fiere di quest’anno, ch’essi si asterranno dal prender parte alla fiera se essa non sia regolata con i sopra detti criteri di scelta, cioè di pulizia.
(Chi sono gli editori e gli autori per bene, cui questo invito è rivolto? Lascio alla coscienza di ognuno stabilire se può entrare nella categoria).
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Ho qualche cosa da raccomandare anche ai colleghi dei giornali.
Nei periodi precedenti ogni fiera, i giornali della città avrebbero modo di fare una ottima propaganda. Gli anni scorsi essi si limitavano in generale a pubblicare i comunicati della commissione: i quali per necessità, per definizione, sono freddi e schematici. Ma i giornali li passavano pari pari in tipografia, e gli pareva d’avere abbastanza servito la cultura nazionale. Male. Si lamentano spesso che non hanno argomenti su cui sbizzarrirsi. Qui potrebbero sbizzarrirsi fin che vogliono, fare per quindici giorni cose divertentissime, da far venire a tutta la città la voglia di correre alla fiera.
Se seguiranno il mio consiglio, tengano conto che nelle fiere degli anni passati è sempre stata quasi del tutto assente la classe ricco-borghese.
Forse perché è quella che i libri li compera dal libraio, tutto l'anno? Ma nemmen per sogno. La classe ricco-borghese è la peggior compratrice di libri. È quella che della fiera ha maggior bisogno. Potrebbe con un minimo di furberia profittarne per far bella figura per almeno sei mesi.
Questo è, che noi dei giornali dovremmo far capire, o almeno far credere alle signore eleganti e ai loro zelanti accompagnatori: che a passare qualche ora alla fiera del libro fan bella figura quasi quanto ad andare a una prima teatrale, o a un concerto, o alla vernice d’una esposizione.
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La migliore delle fiere del libro cui ho assistito, è stata quella di Napoli l’anno scorso. Là la fiera è durata una settimana. L’esempio dovrebbe essere seguito; perché la conquista e l’educazione di nuovi compratori alla merce libro potrebbe cosi contare su un principio di continuità, sull’avviamento a un’abitudine. In tutte le fiere, la vendita va sempre aumentando verso gli ultimi giorni.
Direi anche che di tali fiere, che diventerebbero « la settimana del libro », se ne facessero due all’anno, cioè una di primavera (il periodo degli acquisti per la stagione estiva), l’altra d’autunno (il periodo delle principali « novità »).
Massimo Bontempelli.
Collezione: Diorama 05.04.33
Etichette: Massimo Bontempelli
Citazione: Massimo Bontempelli, “Fiera del libro,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1001.