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Titolo: I libri della settimana

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-04-19

Identificatore: 1933_214

Testo: I libri della settimana
La canzone del fiume
Come Riccardo Balsamo Crivelli tratti l’ottava, questa strofa narrativa che toccò le vette della perfezione nel poema dell'Ariosto, sappiamo dal tempo di Boccaccino. Egli ha rimesso in onore un canto tutto spiegato che par fatto apposta per celebrare il dolce paesaggio italiano, la vita spensierata, le belle donne e i facili amori. Balsamo Crivelli possiede uno spirito da cantastorie del vecchio tempo innestato sopra un, fondo culturale di prim’ ordine e una sensibilità squisitamente moderna. Ancora oggi Boccaccino resta l'opera tipo di questo scrittore e certo il più bel poema in ottave dell'età nostra. Gli dissero: c'era bisogno di scriverlo? cos'è questa archeologia poetica? perchè vuoi emulare l’Ariosto nel tempo del verso libero? Egli rispose modulando le musiche verbali delle sue ottave perfette e scandendo su quelle il ritmo dei suoi passi di pellegrino dell’Italia provinciale e mal nota. Anche il nuovo poema ch’ora vede la luce nelle edizioni Preda (La canzone del fiume, Milano 1933) appartiene al ciclo dei giorni e delle opere, allo spirito e alle gesta d’una umanità innocente e vicina alla natura. C’è un fiume che discende da bei poggetti che furono un dì rupi piene di fuoco e di sdegno e che tante e mai tante cose ha visto che se le raccontasse ci sarebbe da percorrere in iscorcio tutta la storia del genere umano.
Se un dì potesse questo fiumicello alzar la voce, che vien di lontano, e a chi non crede narrar tutto quello ch’egli ha veduto e sa, di mano in mano...
Ci si prova il poeta a ritessere col filo della poesia il dramma che ha le sue origini nell’alba del mondo. Ma il dramma si fa, d'un subito, idillio; e codesto è il tono che il canto rivendica e che l'accompagna sino alla fine. Diviso in cinque parti, il poema brucia cantando le tappe d’un’avventura che deriva i suoi colori dalla realtà ma che li stempera su cieli di fiaba. È l'incanto maggiore della poesia di Balsamo Crivelli, i cui modi popolareschi rispondono idealmente alla consistenza, terrena e paesana d’una materia trasferita poi, per virtù di magia poetica, in climi fantastici. Il tema par dimesso, appunto a causa di quei modi e di quello stile, ed è invece grandioso; come sono grandiose le condizioni iniziali del dramma e le sue fasi ulteriori. Ma, dicevamo, il sentimento idilliaco se ne impadronisce e trasforma in fiaba dorata la realtà. E il lettore si sente trasportato sul piano del sogno e vi si lascia condurre con accompagnamento di musica d’oro di cui ogni ottava, è un piccolo scrigno. Avverte il poeta:
Ma questa poesia ch’è tanto bella non può venir di cosa se non vera che sente il cuore, o non sarebbe quella, e come nasce così dura intera...
Dura intera nella sua grazia solida e ben fatta, nella sua risonanza spirituale che è tutta sanamente italiana, nella sua limpida vena dove si riflettono miracoli di cieli e di paesi. Anche nella Canzone del fiume, dove le ottave si rincorrono con tanta spontaneità e il retroscena culturale e filologico non invade il campo della poesia, i momenti felici e felicissimi son molti e schietti.
Balsamo Crivelli
Pagine del Tommaseo
Volgono tempi propizi per il dalmata. Pochi mesi fa Piero Misciattelli curava la stampa di un gruppo di saggi religiosi inediti sotto il. titolo Norme di vita (ed. Le Monnier); poi P. Prunas pubblicava presso lo Zanichelli la parte seconda del quarto volume del Carteggio inedito Tommaseo-Capponi la cui stampa era rimasta interrotta dopo la morte di Isidoro del Lungo; e ora Guido Battelli commenta una antologia di Prose e Poesie del Tommaseo (ed. Le Monnier) scelte in modo da dare ai giovani la figura morale e artistica completa dello scrittore che amò di tanta passione l’Italia e le lettere ed ebbe il culto della lingua viva intesa come strumento di nazionale armonia e perfezione. Se il carattere dell'attività letteraria del Tommaseo fu la versatilità e la frammentarietà, la sua opera d'educatore e di, filologo obbedisce ad un’unica norma morale, la ricerca della verità, « una e varia come la luce », còngiunta con la bellezza ch'era per lui la più potente educatrice dello spirito umano. Come artista, il Tommaseo è pur meritevole di attenzione, e poiché il suo libro Fede e Bellezza non è conosciuto come dovrebbe, vale la pena di rammentare che esso è il primo romanzo analitico di costumi, contemporanei da citare con more di fronte agli stranieri. L'ottima scelta del Battelli avvicina opportunamente alla scuola questo onorando pensatore ed artista che, come disse un giorno Gabriele d'Annunzio, « possedette il magistero della lingua e dello stile come pochissimi del suo secolo ».
Tommaseo
Rodi
Non vi tenta un viaggio a Rodi? La gemma delle Sporadi meridionali è oggi uno scalo mediterraneo in pieno splendore e sviluppo, un lembo dell'Italia nuova sotto i cieli che videro Afrodite uscir dalle spume del mare. Il governatorato di Mario Lago conta nella storia dell’isola come, un'epoca: e l’impronta del rinnovamento fascista è visibile ed eloquente anche in quella gloriosa sutura di civiltà dove l'Ellade dà la mano a. Roma, a Venezia e a Genova. Il nome di, Rodi è legato, tra l’altro, ad uno dei capolavori dell'umanità, a quella « Vittoria di Samotracia » che dava le ali al vento delle primavere elleniche, e che fu scolpita da Pitocrito rodiota. Se l’eccellenza di Rodi nelle arti della guerra e della marina fu nota e proverbiale nel mondo classico, anche nelle lettere e nella filosofia l’isola vantò dei grandi nomi, da Pisandro di Camiro ad Apollonio autore delle « Argonautiche », dallo stoico Panezio amico di Scipione Emiliano al retore Molone. Poi, le sue vicende si identificano con la decadenza del mondo romano e col bizantinismo, finchè entra nell’orbita delle nostre repubbliche marinare e i cavalieri crociati ne reggono per due secoli le sorti. I saraceni se ne impadronirono nel 1522: Rodi ritorna nel ciclo della civiltà latina soltanto quattro secoli dopo, quando l’Italia vi pianta le sue bandiere. Un giro per l’isola ci è ora consentito sotto la guida di Giulio Jacopi che a Rodi dedica un volume della serie « Italia Artistica» (Istituto Italiano d’Arti Grafiche, Bergamo 1933). I segni dell’antica nobiltà risorgono ad ogni passo accanto ai nuovi che hanno la chiara impronta dell'età mussoliniana.
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File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 19.04.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “I libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1024.