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Titolo: Scrittori giovani: Franco Santi

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-05-17

Identificatore: 1933_247

Testo: SCRITTORI GIOVANI
Franco Santi
Aveva, vent’anni. Morì lo scorso Natale a Torino, studente del terzo anno di legge. Ha lasciato tre commedie e un fascicolo di poesie che la famiglia ha pubblicato postume col titolo I palpiti della primavera. Il suo curriculum è in queste due date : nato nel 1912, morto il 21 dicembre 1932. Un destino crudele, com'è quello di tutte le giovinezze stroncate. Nel caso di Franco Santi, la spietata ala della morte ha freddato uno scrigno di pensieri e di sogni che non erano già più aerei ma si concretavano in forme ancora timide ed incerte nella ricerca dei mezzi espressivi e della disciplina dell'arte. Ma questo giovanissimo sentiva nobilmente la poesia e guardava la vita con virile fermezza: due qualità per camminare avanti consolandosi della realtà nei colloqui assidui con l'ideale. Il tono particolare delle sue liriche, nove in tutto, è dato dalla pienezza e dalla sincerità del sentimento nell'atto della confessione autobiografica che virtualmente si affranca dalla tirannia di schemi non originali e dalle inevitabili influenze dell’esordio in forza appunto della facoltà d’abbandonarsi al canto con fresca vena fantastica rinnovante i motivi comuni d'un’esperienza di. vita soltanto letteraria e libresca. I temi, oscillano tra un concluso stato d'animo romantico e qualche movimento di reazione sensuale intesa alla conquista d’un’autonomia ancora in potenza sebbene bastantemente scoperta. La personalità del giovane poeta si autodefinisce e si limita in questi, atteggiamenti che talvolta sorprendono per la loro intima violenza e per il loro coraggio. Il « gaudeamus igitur » dei vent’anni non è soltanto un momento panico, una parentesi orgiastica; qui la poesia sfiora il, tremore d’un presentimento che si concreta in immagini colorate di malinconia non più letteraria, ma umana. Donde la giustificazione d’una commozione crescente che prende il lettore di questi versi, scritti da un fanciullo cui non fu concesso di diventare uomo e che, sulla soglia insospettata della morte, sogna gli angioli d'oro e il cielo azzurro della sua infanzia non lontana, verso i quali sta per tornare per sempre. Diede all’ultima primavera, sulla quale gli fu concesso di spalancare i suoi occhi tuttavia stupiti, un benvenuto pieno di grazia, in rime scorrenti e trillanti rivolte al sole d’oro, alla campagna teneramente verde, all’albero fiorilo, al passero che canta e alle garrule fontane. Motivi eterni, che Franco Santi non avrebbe ritrovato più sulla sua strada. Qualche cosa di buono avrebbe fatto, e la sua fede in se stesso era piena di giovanile sicurezza. « Per me, diceva, la poesia è una musica. Una musica complicata come quella di Wagner. Io ho la superbia di credermi già capace di fare le scale ».
Scrittori e artisti in navigazione. Franco Ciarlantini (a destra) con S. E. Pietro Canonica e la baronessa Carola Ompteda che sta per pubblicare un volume di ricordi sulla caduta degli Hohenzollern.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 17.05.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Scrittori giovani: Franco Santi,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1057.