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Titolo: Requiem

Autore: Sergio Essenin

Data: 1933-05-31

Identificatore: 1933_263

Testo: Requiem
1.
Fra poco il gelo scialberà Il paesetto e queste pianure.
Dove, dove, dove salvarsi dalla malora?
Più non rimane un posto dove fuggireste il nemico. Eccolo, eccolo colla pancia di ferro Tende dal lato delle valli le cinque dita.
Muove l'orecchio il vecchio mulino Affinando il suo fiuto di farina, E il bove taciturno nella corte, Colatosi il cervello nei vitelli, Sente asciugandosi la lingua sulla greppia, Sulla pianura la malora.
2.
Ah! dietro il paese non piange per questo Così triste la fisarmonica?
S’appicca al davanzale bianco della finestra Il suo ta-la lala, ti-li ligom.
Per questo va il vento giallo d’autunno Come strigliamo noi i cavalli, E solca il cielo, spoglia gli aceri?
È qui il tremendo messaggero, è qui.
Rovescia gli albereti col peso dei suoi passi, Forte, sempre più forte, fa disperare le canzoni, Sotto i lagni, nel fieno, delle rane.
Oh, aurora elettrica.
Battaglia sorda di corregge e tubi.
Il ventre di legname delle case Scuote febbre d’acciaio.

3.
Avete visto nelle steppe, Nella nebbia dei laghi come corre Il grosso treno sopra le sue zampe, Come sbuffa al ferro delle sue froge?
Come dopo di lui, sulle erbe grasse, Un cavallino di criniera rossa, Ributtandosi disperato
Le gambe gracili incontro alla testa Va di galoppo? Scemerello, O caro, caro e buffo, Perché corre? Non sa
Che la cavalleria d'acciaio ha vinto
I cavalli di carne?
Non sa che la sua corsa
Nei campi senza luce
Non rammenta più i tempi di Petscenech?
Dava due belle donne della steppa Per un cavallo.
Il destino ha cambiato tinta al nostro mercato, Dànno oggi per una locomotiva Ben mille pud di pelle cavallina.
4.
Ospite malvagio, al diavolo!
Con te non vive la nostra canzone.
Da ragazzo, perché non ebbi forza D’annegarti nel pozzo come un secchio!
Per costoro trovarsi presenti va benone, E guardare, intrugliarsi la bocca nei baci di latta.
Io solo devo borbottare Sopra il paese nativo l’alleluia.
Per questo di settembre Sull’argilloso suolo, secco e freddo, Spaccandosi la testa contro siepe
Il sorbo s’è caricato di frutti.
Seminando odore di paglia, I contadini per questo
Si sono strozzati al fuoco dell'alcool.
Sergio Essenin.
(Traduzione di Maria Miloslawsky, Franz Hellens e Giuseppe Ungaretti).
Nota — Questo lavoro, per il quale la signora Miloslawsky mi ha fornito una traduzione letterale, è stato condotto secondo le indicazioni dello stesso Essenin, date a voce nel 1922 a Franz Hellens. Farà parte, insieme ad altre traduzioni di poesie d'Essenin e d'altri, del mio volume Traduzioni che verrà pubblicato prossimamente nei Quaderni di Novissima - Roma. G. U.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 31.05.33

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Citazione: Sergio Essenin, “Requiem,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1073.