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Titolo: Scrittori giovani: Salvatore Brignone

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-06-21

Identificatore: 1933_292

Testo: SCRITTORI GIOVANI
Salvatore Brignone
È nato nell’isola di Pantelleria, ha studiato a Palermo, a Roma e a Torino, e vive a Tunisi. Fu appunto la rivista tunisina « Mirages » (il cui direttore Armand Guibert è legato con alcuni ambienti culturali italiani ed ha pubblicato recentemente in Italia una sua bella monografia sul poeta inglese Rupert Broocke) a rivelarlo. Le prime liriche del Brignone uscite in italiano in Mirages fecero convergere sul giovane poeta italo-tunisino l’attenzione di parecchi; e, auspice il Capasso, Salvatore Brignone stampa ora il suo primo volume nella « Collezione degli scrittori nuovi », dell’editore genovese Emiliano degli Orfini. Il titolo, Poemi Orfici, è una dichiarazione di tendenze e di gusti. Ma non è un titolo programma in senso stretto. Anche il povero Dino Campana aveva scelto il titolo di Canti Orfici per presentare i suoi lucidi sogni lirici, i suoi intervalli di felicità e di abbandono cosmico, la sua reazione disperata contro la realtà. Il Brignone è meno istintivo e più raffinato, ha un fondo culturale e letterario che sostiene sul piano intellettualistico le sue evasioni nel mistero. La dedica a Ungaretti e l’epigrafe di Charles du Bos son rivelatrici. Dichiara, il Du Bos, la missione del poeta orfico, il quale « n’est obscur que dans la proportion où d’introduire plus de clarté léserait la nature et profanerait la solennité de ce qu'au sein du mystère il entrevoit: l’entrevision est son acte même, — l’entrevision, non point la vision, et, parce qu’ il s’agit d'une entrevision, le poète orphique est difficile, mais d'une difficulté que jamais il ne cherche pour elle-même ».
Ogni poeta che sia degno del nome è difficile, è ermetico, è orfico. Lo sono i grandissimi, da Dante al Petrarca e al Leopardi, senza che nessuno abbia mai pensato di scandalizzarsi della loro oscurità e della necessità delle glosse: il Paradiso dantesco è poesia difficilissima e oscurissima e nondimeno altissima ed angelicata. La etichetta d’ermetico non è dunque fatta per spaventare il lettore in buona fede, il quale sa a che cosa tenersi. Ai poeti, ermetici o no, si chiede quel dono di trasfigurazione e d’assunzione nei cieli magici ch'è il loro privilegio e blasone, la loro possibilità di mettere le ali e di sollevarsi a volo sui deserti umani. I verseggiatori e i retori, anche abili, son mille; i poeti veri si contano sulle dita di una mano. Il caso del Brignone porta alla polemica sull’ermetismo un corredo di ottime ragioni positive per una presa di posizione antipregiudiziale. Prima di tutto la merce dichiarata sotto codesta etichetta è, per quanto riguarda il Brignone, autentica; e poesia vera nasce dai suoi incontri con la natura in forme insolite e distaccate dalla realtà. Gli aspetti naturalistici lo isolano subito nel mondo con forza e ingenuità di mito. L'apparizione d’un albero è un richiamo al primitivo istinto naturale (« Non certo in noi la carne — ti somiglia — che dopo poco muore... »), è una consacrazione rituale della nostra unica essenza (« all'atleta l’ulivo — di pastorali albe argenteo; — o volontà: la quercia; — ai poeti l’alloro — eterno rinverdire — dell'ideale »), è la fonte del desiderio di pareggiare simbolo e sorte. Sotto i chiarori siderei l'uomo è frammento del tutto che lo circonda, e ogni cosa è per il poeta un sentimento. Il potere d’evocarlo e di rappresentarlo in immagini essenziali e in uno stile poetico sintetico in cui ogni mutamento ideale si traduce in ritmo, è notevole nel Brignone. Nè nella modernità della sua architettura stonano certi ritorni e soste romantici che danno voce alla, sua nostalgìa (si vedano Primavera, Infanzia, Il romito peccatore).

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 21.06.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Scrittori giovani: Salvatore Brignone,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1102.