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Titolo: Il "Premio Viareggio"

Autore: Lando Ferretti

Data: 1933-06-28

Identificatore: 1933_301

Testo: Il “Premio Viareggio, Chi non conosco Viareggio d’agosto (ma esiste un italiano che non la conosca? ) non può comprendere che cosa sia questo « certame » letterario. Viareggio d’agosto: chilometri di ombrelloni, di tende, di cabine allineati sul mare tra il molo e il fosso dell’Abate; ed oltre il fosso altri chilometri, a diecine, sino a Forte dei Marmi, alle marine di Carrara e di Massa, a bocca di Magra e più in su. È un'Italia in sintesi: gente di Milano e di Roma, forestieri, sopra uno sfondo che è pure sintetico: alpi, colline, pinete, la spiaggia, il mare.
Ebbene: per quindici giorni almeno gli stessi geni del luogo — Frègoli, la Galli, ad esempio — sono dimenticati da questa città di due o trecentomila persone che ha un solo scopo: divertirsi, ed una sola fatica: divertirsi ancora. Si parla del Premio, solo del Premio, e dei suoi protagonisti.
Non che tutte le signorine di buona famiglia, in «flirt» tra la chiglia di una barca a terra e la parete della cabina, abbiano letto i libri concorrenti: sarebbe troppo pretendere, questo! Ma si formano ugualmente i partiti; si discute e, qualche volta, si fa a pugni o poco meno per il proprio uomo: un «tifo», insomma, che non ha niente da invidiare a quello dei campi di giuoco del calcio.
La giuria che si aduna in questo ambiente elettrico fa presto a elettrizzarsi anche lei. Veramente, da Firenze, da Roma, da Milano e da altre onorevoli città ancora, i giurati arrivano già con addosso il sacro entusiasmo della scuola, del cenacolo, del campanile (intèso nel senso migliore), dell’amicizia, delle fondate opinioni personali; sicchè rincontro dei dodici commissari è uno scontro in piena regola, anzi una serie di scontri, con grida, pugni sul tavolo, minaccie di abbandono dell’aula e, alla fine, gran pace generale, bevuta, ballo, premiazione e gaio arrivederci al prossimo anno.
La Giuria, a Viareggio, non viene murata nella sua stanza; e non si fanno «fumate»; ciò non toglie che la gente stazioni intorno alla sede del giudizio, e che le sedute si prolunghino tanto da far saltare i pasti ed isolare i giurati dal resto del mondo balneare che si diverte. Le indiscrezioni circolano (si sa, anche le mura hanno le orecchie); occhi assassini di concorrenti dell’altro sesso interrogano cercando di conoscere le decisioni... Ma è impossibile conoscerle per la semplice ragione che non sono state ancora prese: qualche volta è successo che già l’orchestra sonava, la gente tra un ballo e l’altro attendeva la premiazione, e i giurati in frac stavano ammosciandosi il colletto e sgualcendosi lo sparato nelle ultime sudate discussioni.
Come non ricordare la disputata vittoria di Tumiati e dei suoi «Tetti rossi » nel 1931? Concorrenti non numerosissimi quell’anno; molti meno dell’anno successivo e di questo; ma quali nomi! e che opere!
Ci volevano tutta l’arguzia e tutto il tatto di Colantuoni per riferire, come egli riferì, nel corso della festa, al pubblico impaziente, sui risultati del Premio. Tumiati, proclamato vincitore, aveva diecimila lire; altri premi in denaro toccavano alla Pietravalle, a Palmieri, a Villaroel e Bartolini; ricevevano medaglie Sanminiatelli, Marchi, Radice, la Masino e l’Anguissola. Intanto, la festa brillava di mille episodi: il premio per la miglior dichiarazione d’amore toccava a un impenitente uomo di mondo, il sempre giovane Giannino Antona Traversi, che diceva in versi sonanti la sua passione alla leggiadra signora Rèpaci. Il marito aveva altro da fare che provocare uno scandalo!
Ma il « record » dei concorrenti e delle « grane », perciò del successo, fu registrato l’anno scorso. Al presidente del Premio — che, data l’intimità dei nostri rapporti, me lo riferiva in quei giorni — toccò persino una diffida in piena regola, per mezzo d’usciere: la prima, così egli assicurava, e, spera, anche l’ultima della sua vita! Era il « Bava » (vulgo: Lorenzo Viani) che voleva tutelare in quel modo i suoi diritti di concorrente. Quante ne fece Viani in quei giorni! Ma chi potrebbe serbare rancore a questo generoso artista che parte con l’ardore di un moschettiere e si arresta, sul petto dell’amico, con la bontà candida di un bambino?
Come Dio volle, la giuria arrivò ad una decisione: il Premio veniva assegnato a un giovane, degnissimo scrittore (la relazione di Massimo Bontempelli tratteggia, con critica vigorosa, i caratteri del suo stile e ne illumina i pregi d’arte): Antonino Foschini, per la sua « Avventura di Villon ». Il denaro — tolte ottomila lire per il vincitore — veniva suddiviso tra Pea (6000), Frateili (4000) e Nino Masala (2000). Ricevevano medaglie: Fanciulli, Meano e Carrieri.
Arturo Marpicati, che aveva in entrambi i casi dichiarato di non voler ricevere premi, veniva citato, con speciale segnalazione, per la «Coda di Minosse» e per «Ritratti e racconti di guerra », nel 1931 e nel 1932.
E quest’anno? Il Premio, nonostante la crisi e l’accresciuto valore d’acquisto della lira, è sempre di ventimila lire: formano questa cospicua cifra il Ministero delle Corporazioni, la Confederazione Generale Fascista Professionisti e Artisti, la Società Italiana Autori e Editori, il Commissariato del Turismo, e il provento dell’annuale festa al Royal. Il Premio ha, dunque, un carattere ufficiale che gli dà maggior prestigio e promette la sua continuità. Ma questa è ancor più garantita dalla città di Viareggio che, nella persona del suo Podestà, il duca Salviati, niente tralascia perchè la fortuna del Premio duri e si accresca; ora, poi, un nuovo alto patrono si è aggiunto: l’on. Giuseppe Morelli, cui è stata affidata la presidenza dell’ente preposto all’incremento della incantevole spiaggia dove Shelley ebbe il suo rogo e dove tanta giovinezza dell’Italia fascista tempra corpi e volontà per il domani.
Concorrenti? A centinaia. I volumi sono già stati divisi tra i dodici commissari per la prima lettura. Gli ammessi alla seconda lettura (il relativo elenco sarà pronto per il 15 luglio) saranno oggetto del giudizio collegiale e definitivo. Le sedute si iniziano a Viareggio domenica 30 luglio; la premiazione è fissata per la domenica successiva 6 agosto. Sette giorni di tempo e un po’ di buona volontà da parte di tutti sembrano sufficienti per dare a Viani, Bucci, Tumiati e Foschini un degno successore.
Lando Ferretti.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 28.06.33

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Citazione: Lando Ferretti, “Il "Premio Viareggio",” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1111.