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Titolo: Paola Masino

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1931-08-19

Identificatore: 115

Testo: GALLERIA

Paola Masino

Un' altra felice segnalazione del Premio Viareggio. Un nome ignoto, fino a ieri. Ma dicono che la folla della Fiera, milanese del libro s'ac calcava intorno al banco dove l'editore Bompiani vendeva il primo romanzo della giovane scrittrice, che conobbe per tal modo da vicino la passione del pubblico e l'ebbrezza del successo: esordio quant’altri mai pieno di promesse. Paola Masino af ferrò subito, con modi suoi personali, l’attenzione dei lettori e li incatenò al suo carro d'oro: con cui procede per la strada sicura che quella primaverile apparizione le ha dischiuso da vanti. Il primo romanzo, Monto Ignoso, è di ieri ed è già celebre: sia per il carattere romantico dell’avventura, stemperata su sfondi aerei come di fiaba, sin per, il tono e lo stile conquistati in silenzioso e lungo raccoglimento e messi avanti all'ora buona come un passaporto di libera entrata nella repubblica delle lettere: la sorpresa fu grande, molte le voci ostili, sincere le ammirazioni di pochi spiriti eletti, deciso il consenso del pubblico che istintivamente va verso i miglio ri e sa scegliere senza bisogno di mèntori. Oggi Monte Ignoso, romanzo di scorci audaci e di franche passioni, 232 pagine di psicologia sottile e nuova e di dramma incalzante, tutto febbre di scatti e vivacità d'allegoria, corre il mondo, penetra nei paesi stranieri, trova posto nelle collezioni degli editori di grido, come quelle del tedesco Zsolnay che ha voluto acquistare i diritti per la pubblicazione di questo come dei futuri romanzi della giovane scrittrice italiana. La quale, se con Monte Ignoso è alla sua prima prova nell'arte narrativa, ha però pubblicato un paio di anni fa un volume di prose, Decaden za della Morte {ed. Stock, Roma), sulle quali il successo del romanzo ha richiamato l'attenzione della critica e del pubblico. E allora s'è visto chiaro, con quanto gusto e penetrazione ne avesse indicato il carattere e l'impor tanza Massimo Bontempelli quando la Decadenza apparve, ed egli, lettore privilegiato, potè presentarla con parole introduttive che occorre richiamare. « Inoltrandomi nella lettura di queste prose — scriveva allora Bontempelli — mi prende a tratti uno sgomento, a sentirmi cosi assalito da. tutte le parti, sommerso sotto rovesci subiti e tumultuosi di scoperte, stupefazioni, miracoli, sacrilegi, favolosi imprevisti, frammenti di teogonie, abbagliamenti di sole seguiti da corse vertiginose nella tenebra. L'aria intorno ora si rarefà fino a diventar lu ce pura, ora tutt'a un tratto si chiude e pesa addosso come un incubo. Ogni sostegno di riscontri con la realtà viene meno, ci sentiamo reggere nel vuoto per forza di un equilibrio d'at trazioni simile al gioco della meccanica celeste. L’anima piomba in esaurimenti mortali, di là balza di colpo ai vertici dell'intelligibile. Non riesco a fermare una qualsiasi attenzione di natura critica sopra i più singolari tra questi saggi. Non so precedenti a questa maniera di pensare e di scrivere. Che essa maniera sia opera d'una donna, d'una giovanissima, mi pare un prodigio. Forse altrettanto prodigioso apparirebbe che fosse opera d'un uomo, d'un saggio. Tutto qui sembra nato da una ardita incoscienza, e più dove le scoperte sono alla conclusione d’una serie logica. Siamo ai limiti spaventosi tra la illuminazione e la dialettica, tra l’esame e l'e stasi, tra il reale e l'arbitrario, tra il celeste e il demonico, tra il concreto e l'astratto, tra l’abitudine e la vertigine. I protagonisti di questo mondo caotico e ultralogico sono nomi vasti, idee eterne: Amore, Vita, Morte, Follia, il Destino, la Paura, le Nuvole, il Tempo, il Moto, Dio. Ed eroi sempre: una continua ossessione verso l'eroico fa spasimare tutta questa materia, dove è più compatta, e dove è più incandescente: tendenza esasperata al sublime a costo d'ogni pericolo. Mai il primo libro d'un poeta fu quanto questo, liberazione spregiudicata dai fermenti tortuosi della intelligenza adolescente, e capofitto nel peri colo. Dal quale fatta degna, Paola Masino potrà scendere a toccare con spirito semplificato la terra, ad accompagnare vicende accorate d'uomini concreti e vivi... ». Come ha poi fatto col romanzo di Monte Ignoso che nel bilancio letterario del 1931 è una delle voci più solide.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 19.08.31

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Paola Masino,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/115.