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Titolo: All'insegna delle Belle Lettere

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1931-08-19

Identificatore: 114

Testo: All’insegna delle Belle Lettere

* Alcuni momenti della vita politica fiorentina durante il 1849 sono illustrati dalla pubblicazione di lettere inedite di Ruggero Bonghi e di Cirillo Monzani a Silvio Spaventa e a Mariano d'Ayala: la corrispondenza, che appare nella Nuova Italia a cura di Aldo Romano, pur nella sua frammentarietà è tale da rappresentare esattamente uno dei momenti storici più interessanti del Risorgimento nella valutazione di alcuni fra gli spiriti maggiormente vigili e consapevoli di quel tempo.

* Berte, burle e baie nella Firenze del Brunelleschi e del Burchiello è il tema attraentissimo d’una monografia di Domenico Guerri sulle correnti popolari del Rinascimento (editore Sansoni). L’autore sostiene tra l’altro l’apocrifia della famosa tenzone di Dante e Forese che, secondo lui, sarebbe invenzione di un bizzarro spirito fiorentino del primo Quattrocento, per satireggiare un pedante presuntuoso, Giovanni da Prato l’Acquettino, e come tale sarebbe una delle tante satire che allora si scrivevano e si diffondevano in Firenze a danno dei letterati del vecchio stampo.

* L'Eneide di Virgilio ha trovato un nuovo traduttore in Emilio Pratellesi (editore Le Monnier): la traduzione del Pratellesi, in versi, colpisce subito per una molto maggior lunghezza nei confronti del testo; ma merita lode per essere opera coscienziosa e paziente, che trae la sua impronta essenziale dal la poesia virgiliana di cui rispecchia il tono e il colore. Il Pratellesi ha rivissuto il poema con efficacia di sentimento e potenza descrittiva.

* In un volume di Annali delle edizioni dantesche (editore Zanichelli) Giuliano Mambelli fa la storia tipografica della Divina Commedia in Italia e fuori, nelle sue varie forme e ne’ suoi diversi pregi. Il volume è completato da due saggi sulle illustrazioni del poema dantesco e per la storia della fortuna di Dante.

* Sta per uscire nelle edizioni della Nuova Italia la versione italiana della Storia economica e sociale dell'Impero Romano », del Rostovtzev, opera di capitale importanza, che interpreta la storia dell’Impero sotto un aspetto assolutamente nuovo, con mezzi d’indagine in gran parte nuovi anch’essi. L'edizione italiana, curata dal Sanna, accoglierà le aggiuntò introdotte dall’autore nella recentissima edizione tedesca, tra cut un capitolo sulle relazioni dell’Impero Romano con la Nubia.

* Chiarandà è il titolo di un romanzo « squadrista » di Giacomo Etna, recentemente apparso nelle edizioni G. Carabba: la prima edizione di questo romanzo della rivoluzione fascista, spoglio di retorica e ricco di fatti eroici, si è rapidamente esaurita, ed ora se ne prepara una seconda.

* Il senatore Giuseppe De Lorenzo, usando le sue vaste cognizioni di naturalista e d’indologo, di scienziato e di letterato, esamina a fondo, in un libro intitolato Oriente ed Occidente (ed. Laterza, Biblioteca di cultura moderna) uno dei problemi fondamentali dell’ora presente, partendo da premesse scientifiche e storiche, trattando delle diverse forme della natura e dell’arte, della famiglia e della società, della vita materiale e spirituale che si sono svolte e si svolgono sulle parti più importanti della superfice del nostro pianeta: singolari le pagine in cui sono additate le analogie di Michelangelo con gli antichi scultori dell’India.

* Cent’anni fa lo scrittore caricaturista Henri Monnier (1799-1877) creava il famoso tipo di Joseph Prudhomme, personaggio leggendario che incarna comicamente la nullità pretensiosa e la solenne idiozia delle « vecchie barbe » della borghesia Luigi Filippo. Il tipo, apparso sulle scene del vaudeville nell’estate 1831, in un lavoro intitolato La famille improvisée, fu una vera creazione del Monnier, il quale recitava nel lavoro stesso, scritto però non da lui ma da Brazier, direttore del teatro. Prudhomme divenne ih breve universalmente celebre e il Monnier lo fece poi centro di parecchi lavori teatrali che conobbero grandiosi successi.

* I casi di scrittori inglesi che non potendo far stampare le loro opere in patria si rivolgono ad editori stranieri non si limitano a quello di James Joyce. Infatti parecchi altri autori di opere testimonianti la sconfitta del puritanesimo e' l’avvento d’una mentalità spregiudicata nei confronti dei problemi sessuali, hanno dovuto chiedere ospitalità oltre Manica: così Radcliffe Hall per Il pozzo della solitudine, stampato la prima volta a Parigi, e Norah James per Sleeveless Errand, Lawrence per L'amante di lady Chaterley e Cecil Barr per Daffodit, Marjorie Firminger per Jam to Day.

* Un critico che si firma «le Père Ubu » ha inaugurato in una rivista parigina, un genere di critica sintetica, che riassume in una frase, spesso in una parola, pregi e difetti del libro nuovo. Eccone alcuni esempi. Per il volume « Divers », di Andrò Gide, il critico avverte: « Fonds de tiroire »; per l’edizione francese d'un volume di Freud, precisa: « Cauchemar et sommeil »; per il libro « Trois pièces », di Gabriel Marcel, nota: « Vue sur la cour ». E’ un metodo che potrebbe definirsi la critica-fascetta: utilizzabile, cioè, dagli editori per lanciare il volume, se i giudizi non fossero talvolta piuttosto crudeli nella loro laconicità...

* Un inedito stendhaliano di grande interesse si può leggere nel fascicolo d’agosto della Nouvelle Revue Française: si tratta d’un abbozzo di commedia scoperto da Henri Martineau, il più illustre dei beylisti. Stendhal ne scrisse soltanto il piano generale e le prime scene, quelle appunto che ora il Martineau presenta e illustra. La commedia Letellier si proponeva di mettere in ridicolo Chateaubriand, Genlis, Làharpe e altri partigiani del regime monarchico, alla maniera di Molière nelle Précieuses. Il pensiero della commedia occupò Stendhal dal 1804 al 1830, ma non fu mai finita ed ebbe via via una quantità di titoli, l’ultimo dei qua li, Letellier, è quello che il Martineau adotta.

* Chi ha inventato il romanzo poliziesco? A questa domanda risponde André Billv, indicando come precursore del genere il Voltaire di Zadig: « Ricordatevi come Zadig, ritiratosi sulle rive dell’Eufrate, vi studia le proprietà degli animali e delle piante e scopre mille differenze là dove gli altri uo mini non vedono che uniformità; una impronta sulla sabbia gli ìndica il passaggio d'una cagna dalle lunghe orecchie che sta per avere i piccoli... Evidentemente Zadig non è un romanzo poliziesco nel vero senso della parola, ma Voltaire ha conferito al suo personaggio una facoltà d’osservazione deduttiva che Edgar Poe doveva poi riprendere per gratificarne il suo poliziotto Dupin ». Il romanzo poliziesco, conclude il Billy, è d’origine francese poiché non bisogna scordare le « Memorie di Vidocq », che Poe lesse certamente: Vidocq è il padre del romanzo giudiziario e della voga delle cause celebri sotto Luigi Filippo. La novità apportata da Poe consisterebbe soprattutto nell’aver fatto del poliziotto un personaggio simpatico.

* Vede la luce in edizione francese la corrispondenza di Katherine Mansfield, autrice di quel racconto Garden Party che ormai gira il mondo. Mansfield era un nome di battaglia: la scrittrice si chiamava Catheleen Beauchamp, ed era nata nella Nuova Zelanda. A tredici anni, i suoi genitori la mandarono in Inghilterra a studiare; ritornò più tardi nel paese natio, ma fini poi per fissarsi a Londra dove visse dando lezioni. Nel 1915 sposò un critico letterario, ma il male che la minava le lasciò soltanto altri dieci anni di vita, spesi nel comporre i mirabili racconti e le novelle che apparvero col nome di Katherine Mansfield. Passata in Francia, la scrittrice vi morì nel 1925.

* L’infatuamento per ì libri dì guerra di Erik Maria Remarque, la cui autenticità è stata revocata in dubbio da tempo da critici e lettori intelligenti, sta per tramontare? I sintomi non mancano. Ora è la volta di Henri Martineau, che nella rivista Le Divan sottopone il trucco remarchiano a una stringente disamina. « Ce n'est pas un tableau, mais un répertoire », precisa il critico, riferendosi particolarmente al nuovo romanzo, Après, che fa seguito al famigerato A l’ovest. « On n’y peut trouver que de petites histoires anonymes mises en brochette, sans aucune intrigue suivie et sans qu’on y puissc découvrir un seul caractère ». Evidentemente la nostra epoca ha dimenticato cos’è un romanzo e a quali leggi d’armonia e di costruzione obbedisce...

* Virginia Woolf gode in Inghilterra d’una situazione privilegiata, è l’idolo di lettori raffinati che costituiscono il suo corpo di guardia senza per questo precluderle i contatti col vasto pubblico del mondo. Ma chi ricordi Mrs. Dallovay o la Camera di Jack sa che poche fame son cosi solide e giustificate come quella della Woolf, la quale ha creato un tipo di romanzo in cui il lettore è testimone non solo di tutto ciò che passa nella testa del protagonista, ma anche di ciò che passa nelle singole teste dei personaggi secondari che attraversano momentaneamente la vita dell’eroe. Con Orlando, l’ultimo venuto tra i romanzi della Woolf, si realizza invece una formula nuova; per comprenderlo ed amarlo bisogna rinunciare alle formule del razionalismo meschino che sono ancora in onore presso troppa parte del pubblico. Basti dire che l’azione Orlando si svolge durante cinque secoli, e non ha che un unico protagonista. L’autrice, propostosi lo stadio d'un determinato carattere, specificatamente inglese, ha cercato di vedere come esso sì sarebbe comportato al tempo d’Elisabetta, poi sotto il regno di Carlo II, poi nel Settecento e nell'epoca vittoriana e infine ai nostri giorni. Per rendere sensibile la sua idea, la Woolf ci presenta il suo Orlando vivente per 500 anni; ma non dà nessuna spiegazione di codesta anomalia, non ne ricerca la causa pseudo-scientifica, come avrebbe potuto fare un Wells: presenta il fatto come compiuto, ecco tutto. E su di esso non c’è luogo a discussione, così come non si discutono l’ippogrifo dell’Ariosto o gli strani paesi di Gionata Swift.

* Si è spento in un villaggio del Cumberland Jonathan Bedwood, autore del romanzo Red Book, la rivelazione letteraria di quest’anno a Londra. Il Bedwood, garzone macellalo, emigrato in America, dove fece ogni sorta di mestieri, ha scritto prima di morire una commovente lettera agli amici in cui dichiara: « Il successo è venuto troppo tardi» Durante gli ultimi due anni, quando i miei manoscritti passavano come un pallone di foot-ball da un editore all’altro, io avevo un bisogno disperato di denaro per pagarmi le cure che avrebbero potuto arrestare il male che mi uccide. Ormai è troppo tardi. Non si può più far nulla. Dicono che in un mese si sono vendute 30.000 copie del mio libro: potrebbero anche essere 300.000, e ormai per me sarebbe lo stesso... ».

* Dei romanzi documentari di Upton Sinclair, dottrinario del marxismo, s’è detto che, volendo troppo provare, suscitano la diffidenza del lettore. Non è il caso d’una giovane recluta del romanzo populista, Louis Colman, il cui primo libro sta avendo grande fortuna in America. La verità, antica e amara, del Colman, non è compromessa da nessuna ideologia declamatoria, e la testimonianza imparziale è dunque tanto più schiacciante per l'utilitarismo americano. E’ la semplice storia d’uno dei tanti paria della terra e delle sue tribolazioni chiuse da una morte in rissa dopo una serie di commoventi sciagure. Codesto accanimento del destino attenua la portata del romanzo e gli impedisce di essere tipico. Però l'ambiente e gli sfondi sono dipinti con forza: specchio dell’anarchia economica sotto l’apparenza d'una effimera prosperità, il romanzo di Colman ha interessato enormemente tutti i ceti americani.

* Gli editori americani hanno rivolto una protesta al Commissariato degli Affari Esteri a Mosca, perchè gli autori americani vedono le proprie opere tradotte in russo, non soltanto senza salvaguardia dei diritti d'autore, ma senza neppure una parola d’avvertimento o una richiesta d’autorizzazione. Il Governo sovietico ha risposto seccamente che non riconosce i diritti d’autore degli scrittori stranieri.

* Il centenario di Goethe sarà celebrato nel 1932 in Austria con la rappresentazione dei capolavori goethiani e con una esposizione nella quale, tra gli altri documenti, figurerà la lettera di un critico che consigliava al poeta esordiente di rinunciare alla letteratura.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 19.08.31

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “All'insegna delle Belle Lettere,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/114.