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Titolo: Pittori e poeti sul golfo della Spezia

Autore: F.T. Marinetti

Data: 1933-08-30

Identificatore: 1933_378

Testo: Pittori e poeti
sul golfo della Spezia
Il Golfo della Spezia, malgrado l’indiscutibile e constatata varietà delle sue bellezze originalissime, è stato finora trascurato dai pittori e dai poeti.
All’infuori di pochi mirabili versi di Shelley, che però non precisano né risolvono nulla, non esiste un poema di qualche importanza né un quadro noto consacrati al Golfo della Spezia.
Byron e Shelley innamorati del Tirreno abitarono a Portovenere e a San Terenzo, ma preferivano le selvagge solitudini dell’allora assolutaménte deserta pineta di Viareggio, tutta armata delle sue mitologiche frescure contro le brutalità africane dello scirocco.
La continuata sfortuna letteraria-artistica di questo Golfo, dal 1870 al 1914, trova la sua spiegazione nello stato d’animo che dominava l’arte italiana in genere e particolarmente gli artisti stranieri che nel godere la nostra Penisola vi ricercavano ciò che più garbava alle loro sensibilità limitate da manie e preconcetti.
A molti bastava il titolo di « porto militare » perché La Spezia cessasse di colpo d’interessarli plasticamente o poeticamente. Tanto più che nel dilagare delle teorie democratiche social-comuniste e dell’ossessionante propaganda pacifista si voleva ad ogni costo in Europa considerare l’Italia come un paese quasi imbelle e tutto languidamente abbandonato ad ozi pittoreschi, amori violenti e gelosi con pugnalate sensazionali, fra un sudiciume colorato e un casupolame disordinato e saporito quanto una scorpacciata di frutti di mare.
Per pittori e poeti, erranti in cerca di dolci serenate sotto romantici castelli costruiti come nobili piedestalli della luna, era certo una sgradita sorpresa l'incontrare in un uliveto fresco e ombroso la bocca di un cannone o un cartello con tetro divieto militare ai fotografi e ai sostanti.
Vagabondi cacciatori d’immagini e paesaggi rari, irritati di trovarsi tra i piedi la dura inaspettata realtà di una forte Marina di guerra che concentrava nel suo porto tipico e adatto tutto l’orgoglio italiano di allora, essi negarono o finsero di ignorare il Golfo della Spezia e le sue bellezze naturali.
Da quel tempo ad oggi, attraverso le nostre guerre africane coronate dalla conquista e dalla pacificazione terrestre e navale della Tripolitania e della Cirenaica, attraverso le lotte per l’intervento e la grande guerra vittoriosa in terra e in mare rifulgente nel Regime Fascista Mussoliniano, andò sempre più sviluppandosi l’estetica della macchina con lo splendore delle navi da guerra, degli arsenali, delle batterie costiere e dell'aviazione militare. Ne fummo i pionieri noi futuristi 24 anni fa con un’assidua propaganda che risvegliava da un Iato la fierezza aggressiva della razza e dall’altro insegnava ad amare gli ordigni e i perfezionamenti guerreschi.
Nacque così in me l’idea di un cospicuo e clamoroso Premio di pittura da conferirsi al pittore che, dopo aver goduto i fascini diversi e sorprendenti della Spezia, di Lerici, San Terenzo, Portovenere, Telaro, ecc., sapesse farne la glorificazione sintetica con evidente originalità.
L’iniziativa partita dalla « Casa d’arte » diretta da Piero Salmojraghi ha avuto l’approvazione del Capo del Governo, il patronato di S. E. Sirianni e l’appoggio zelante dell’Ammiraglio, del Prefetto, del Preside della Provincia, del Segretario federale, del Podestà, del Comitato del Turismo, ecc.
Affluirono immediatamente sulle sponde del Golfo pittori e pittrici di tutte le tendenze e di ogni parte d’Italia, tradizionalisti, moderni, avanguardisti e futuristi, sedotti dall’importanza nazionale del Premio e dalla sua assoluta novità.
Infatti per la prima volta nel mondo gli artisti vengono strappati al loro abituale quotidianismo di pittura senza soggetto vivo e palpitante, amorosamente costretti di estrarre una loro personalissima interpretazione da una zona italiana non sfruttata e quindi ispiratrice. Zona che unisce una ricchezza di linee e colori naturali alle geometrie dello sviluppo meccanico, urbanistico, industriale, militare, navale della nuova Italia Fascista.
La mostra delle opere concorrenti, che avverrà nella « Casa d’arte della Spezia » rifatta interamente dall’architetto Costa, escluderà certamente qualsiasi possibilità di denuncia d’influenze straniere.
Nelle serate di questo agosto al caffè « Vittoria » di Lerici, davanti alle montagne e alle isole insanguinate dal tramonto, in una simultaneità d’acque fulgenti, lampadine colorate, muscolosi bagnanti seminudi e squadriglie di ragazze a braccetto belle e spavalde, pittori e pittrici discutono animatamente dei nuovi problemi plastici imposti da questo Golfo insieme tanto misterioso e tanto eccitante per la fantasia. L’altezza raggiunta dalle discussioni e l’intensità del fervore artistico generale si aggiungono alle garanzie offerte da una Giuria assolutamente equilibrata dove tre futuristi bilanciano gli altri quattro tradizionalisti e avanguardisti.
Oltre il Premio di 20.000 lire che sarà conferito trionfalmente e con la massima pubblicità, vi saranno acquisti di opere significative scelte fra le molte esposte.
Con lo stesso intento di portare direttamente l’arte nella vibrazione della vita, ho lanciato a tutti i poeti d’Italia una sfida sul tema «Golfo della Spezia » incitandoli tutti a cantare l’indiscutibile bellezza della nostra Penisola che fonde dolci pinete, isole beate, veloci navi armatissime, idrovolanti, di questa totalitaria poliedrica nuova Italia sfaccettata come un brillante.
F. T. Marinetti.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 30.08.33

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Citazione: F.T. Marinetti, “Pittori e poeti sul golfo della Spezia,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1188.