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Titolo: Scrittori giovani: Carlo F. Musso

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-09-20

Identificatore: 1933_418

Testo: SCRITTORI GIOVANI
Carlo F. Musso
Nato a Torino da genitori piemontesi ventitré anni or sono, Carlo Ferdinando Musso scrive di sé in una pagina autobiografica: « Della guerra ho veduto i soldati che partivano, il latte condensato in scatole e il pane oscuro. La Rivoluzione fascista è venuta quando la mia mente era aperta a comprendere meglio: nei primi anni di riedificazione dell'Italia m’infiammavo ai problemi civili e scrivevo liriche patriottiche. Sono stato, mi vergogno a dirlo, singolarmente precoce. A dodici anni la mia prima novella; a sedici metto giù dal primo all’ultimo capitolo un romanzo il cui intreccio, ripreso dopo i vent’anni, è quella del mio unico volume edito. Ho scritto anche una commedia che nessun capocomico vuol leggere, e se trovassi l'editore pubblicherei un libro di versi. Mi si è sviluppato con la ragione, naturalmente, il desiderio di far vivere creature mie in un mio mondo: cominciando dai burattini di legno sono arrivato al romanzo, e i miei personaggit quelli di allora e questi del libro, son sempre stati, almeno per me, di carne ed ossa. Ho viaggiato parecchio cercando di vedere molte cose, di conoscere uomini, e attraverso gli altri me stesso, come un personaggio di Ibsen. Non sono contento del poco che ho fatto, ma penso di poter fare in avvenire qualcosa di notevole: in questa certezza oggi lavoro... ».
Bella pagina. Che può servire di introduzione appunto al romanzo al quale il Musso accenna, che è stato pubblicato nelle edizioni Montes: Ventate sulla cenere. Il titolo è chiaramente allusivo. Sulla cenere delle speranze mute, delle certezze travolte, delle delusioni patite soffia il vento dell'azione e dello spirilo, e la fiamma riprende. Siamo nel dopoguerra. Storia d'un giovane, Claudio, che non è quella di moltissimi giovani della generazione che vide partire i soldati e li accolse al loro ritorno vittorioso e poi si unì ad essi allorquando assistette al vilipendio della Patria, alle rovine della morale civile e all'impotenza dello stato democratico; ma di un giovane travolto dalla vita e redento dall’idea-azione e dall’esempio. Egli si unisce agli altri, giovani e rinasce. Merito del Musso d’aver trasportato in un romanzo, costruito ancora con qualche squilibrio ed incertezza, un mondo siffatto e siffatti eventi, d'averli inquadrati bene nello schema narrativo e d'averne ricavato, sul piano psicologico e storico, validi insegnamenti di vita. L'ottimismo del Musso è giustificato dai fatti, non è una mera posizione ideale. Il suo Claudio, se pur trova con qualche ritardo lo scopo dell’esistenza, lo trova in pieno sotto la guida d'un Capo per cui è bello morire. Sappiamo il resto, ch’è la stupenda realtà odierna. « Ventate sulla cenere dell'anima, a soffi, avevano liberato la brace, la fiamma ricompariva ». Il tema è grandioso e impegnativo, e il Musso he ha sentito l’imponenza e l’ha nobilmente servita nell’ambito delle sue forze, che non sono trascurabili. Il romanzo ha momenti drammatici, e anche là dove sarebbe stato facile dare nell’eloquenza ha un suo tono sobrio e virile che piace; il qual tono mantiene anche le pagine d’amore al riparo dal patetico e dal lezioso.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 20.09.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Scrittori giovani: Carlo F. Musso,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1228.