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Titolo: Scrittori giovani: Marino Leogrande

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-10-11

Identificatore: 1933_448

Testo: SCRITTORI GIOVANI
Marino Leogrande
Questo siculo-milanese dinamico non si dorrà se lo inscriviamo nell'albo dei giovani. Gliene danno diritto prima di tutto l'età e poi quella sua tipica baldanza che è indizio d'una freschezza di spirito la quale non si smarrisce anche se il tempo passa. Il suo nome l'ha prodigato un po’ dovunque, anche troppo. Ma fin dalle sue prime impressioni e novelle, qualche anno fa, era chiaro il proposito di non fare nelle lettere un ingresso qualunque, un esordio banale. Tanto per cominciare, si buttò alla polemica, e alle sue armi non mancò talvolta la punta efficace. Ma Leogrande era attratto dall'arte narrativa, e appena potè mise fuori tre o quattro volumi che non passarono senza eco: Il mendicante di luce, Persiane chiuse, Crocefisso, Pagliacci d’amore, Il libro delle donne ignote. In tutti noti una sincerità di emozione che non manca di pathos e un modo di raccontare che vorrebbe sciogliersi dagli schemi consueti, indice d'una aspirazione lodevole che talvolta riesce a concretarsi. Siamo ancora, per intenderci, ai passi d’uno che sta cercando una strada e forse la troverà; ma intanto, in questa sua stessa ricerca appassionata, mette il meglio di sè, il suo entusiasmo, la sua esuberanza, la sua stessa ingenuità simpatica. Scorie da buttar via, Leogrande ne ha moltissime, e prima di tutto appunto certe pose polemiche che, in sede artistica, non hanno giustificazione. Poi una revisione severa dei valori culturali condurrebbe il Leogrande a ripudiare alcuni atteggiamenti estetizzanti che continuano in clima 1933 il peggiore dannunzianesimo, e alcune tipiche impostazioni del racconto che sono di marca naturalistica a forti tinte romantiche e ci riconducono al Verga della prima maniera e alle sue opere caduche. Certo se all'entusiasmo fossero pari la disciplina e la preparazione, Leogrande potrebbe battere con successo alle porte dell'arte chè un temperamento di scrittore in lui c'è. Ma occorre che le forze si equilibrino e che i facili elogi non gli montino la testa. (Esempi della sua scrittura, ad apertura di pagina del Libro delle donne ignote: « Quello che tutti gli riconoscevano e che lo faceva passare nella vita come un’ala bianca d'uccello che sfiori fulmineamente le coste di una roccia dirupata, era il suo fare stanco, strano e un po' assente alla realtà delle cose umane... ». « La folla dei buoni villici inorridì e scappò la casa di Barborella... ». « Non era più che una piccola cosa scaraventata nell’immane congerie della cosmopoli... ». «Nel rettangolo di cielo stellato, fermo sull'ebbrezza del vuoto e incastonato nel vano della finestra, i comignoli dei palazzi si allungavano come le ossature dell'eternità sgomenta »). E pur tuttavia in queste novelle c'è dell’ingegno (si vedano Valdostana e Cercasi casa di salute), una forza istintiva che maturerà. La nostra segnalazione odierna significa questo, una speranza.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 11.10.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Scrittori giovani: Marino Leogrande,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 08 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1258.