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Titolo: Il libro italiano all’estero

Autore: F.T. Marinetti

Data: 1933-10-18

Identificatore: 1933_452

Testo: Il libro italiano all'estero
Il problema del libro italiano all’estero va diventando sempre più uno dei più gravi e assillanti dal punto di vista politico nazionale fascista. Si tratta infatti di portare al di là dei mari e degli Oceani la nuova grande anima rinnovata del popolo italiano in una tipica espressione letteraria, per modo che possa entrare in contatto con le anime degli altri popoli e convincerle della nostra ormai provata superiorità.
Il problema è stato affrontato con ingegno ed esperienza da molti scrittori fascisti, ma senza giungere ad un vero piano concreto e pratico delle sue possibili soluzioni.
Analizziamo anzitutto le ragioni della maggior diffusione del libro francese e dell’inglese. Il primo è dinamizzato dalla facilità elegante di una lingua impregnata dell’ancora potente pariginismo mondano artistico e del fascino voluttuario di Parigi.
Il libro inglese, e il libro americano, procedono nel mondo sulle guide invisibili di un vastissimo commercio e di una lingua che per la sua semplicità sintetica ha una efficace funzione commerciale.
Ciò che l’Italia ha da contrapporre a queste forze ha già conquistato magneticamente il mondo.
La nostra Roma, rinnovantesi ogni giorno e tutta armata del genio novatore del Duce, esercita oggi su tutti i popoli un magnetismo di palpitante vita creatrice a sorpresa, già forte quanto quello che ha costituito per tanti anni il primato della capitale francese. D’altra parte la letteratura italiana che rappresenta Roma capitale dell’Italia fascista, è oggi in condizioni splendide; e se noi ci liberiamo da qualsiasi personalismo, da qualsiasi ipercritica, la dichiariamo subito superiore a tutte le altre letterature per la sua varietà di scrittori che, dai tradizionalisti rurali provinciali ai moderni e ai futuristi, manifestano una grande originalità d’interpretazione della vita d’oggi, una notevole profondità di pensiero, e una non meno notevole potenza espressiva.
Ma, obbietteranno i soliti pessimisti, la lingua di una Nazione che fu a lungo in uno stato di inferiorità politico commerciale industriale, può difficilmente superare in diffusione lingue già da tempo imposte nei più lontani paesi da secolari domini di ambasciatori consoli e commercianti ricchi, usi a spadroneggiare.
La mia conoscenza dei maggiori centri intellettuali del mondo, approfondita a traverso centinaia di conferenze in italiano e in francese, mi permette di rispondere che la nostra lingua va diffondendosi ogni
giorno prodigiosamente. Ne ebbi la prova quando nelle città dell’America del Sud e della Spagna, in Ungheria ed in Bulgaria, parlando in italiano di sottili questioni letterarie a pubblici di artisti poeti signore studenti o operai offrivo eventuali spiegazioni in lingua francese, che mi venivano gentilmente rifiutate.
Prima di abbordare il mio particolareggiato piano d’azione per il libro italiano all’estero, credo urgente che tutti gli albergatori fascisti d’Italia vietino al personale dei loro alberghi l’uso di lingue straniere, costringendo così le folle dei visitatori che affluiscono in Italia, ad improvvisare un loro modo elementare di esprimersi in Italiano.
Dato che la loro affluenza crescerà, automaticamente crescerà in loro, ritornati nei diversi punti della terra, l’attrazione per il libro italiano sorretta dal ricordo di un viaggio indimenticabile.
Per la diffusione del libro italiano all’estero propongo:
1° - che gli editori, specializzando sempre più la loro produzione, perfezionino il libro dal punto di vista del contenuto, e dal punto della veste editoriale.
2° - che gli editori perfezionino il lanciamento del libro, adattando ad ogni autore una speciale pubblicità.
3° - che gli editori, non favorendo più la persistente esterofilia antitaliana del pubblico, preferiscano un buon libro italiano alle traduzioni dei migliori libri stranieri.
4° - che le Feste del Libro siano trasformate. Credo infatti dannosa al prestigio di un autore illustre la sua partecipazione diretta alla vendita del suo libro, tenendo conto dell’individualismo italiano che dà al compratore, preoccupato di spendere bene i suoi scarsi denari, una spavalderia denigratrice grande almeno tanto quanto è il nome dell’autore del libro acquistato.
Ho parlato più volte di feste campestri del libro con musiche canti danze e merende sull’erba tra i fiori.
Lontano dalla pesantezza storica dei ruderi, che possono impolverare o deprimere i nuovi volumi alati di immagini, si mescoli finalmente il libro ai piaceri della vita. Danzatori e danzatrici ottengano col prezzo del libro acquistato anche il divertimento di danzare o mangiare sdraiati sull’erba.
I libri veramente carichi di forza geniale vinceranno la danza e la ghiottoneria. Con questa concezione di festosa vendita dei prodotti spirituali, l’autotreno del libro, la cui preparazione è stata ritardata da difficoltà tecniche, porterà volumi scelti e adatti, tutti a basso prezzo, nei nostri villaggi e nei nostri comuni più remoti.
5° - che i quotidiani consacrino al libro uno spazio almeno equivalente a quello occupato dagli avvenimenti sportivi, ascoltando il reiterato avvertimento patriottico del Sindacato Autori Scrittori; poichè se, come dichiarano alcuni Direttori, non dispongono di redattori competenti, possono sempre offrire al pubblico colonne di sintetiche recensioni puramente informative.
Se questo programma interno fosse realizzato, sarebbe agevole realizzare questo mio secondo programma all’esterno.
Propongo:
1° - la creazione degli addetti letterari nelle Ambasciate, nei Consolati e nelle Camere di Commercio. Più volte si è parlato di addetti letterari, ma sempre la proposta cadde, forse in omaggio alla mentalità esterofila e snobistica che ammorbava una volta le nostre Ambasciate, dove si parlava molto in francese di politica estera raramente di commercio italiano, sempre in francese dell'ultimo libro francese. Oggi nelle sale dei nostri Ambasciatori e Ministri vibra un energico fascismo fattivo; è quindi logico dare piena attività all’addetto letterario, incaricato di legare ogni giorno gli interessi della letteratura italiana alle Case editoriali estere, a giornali, a riviste, ai librai, ecc. Nella scelta degli Addetti letterari delle Ambasciate credo opportuno escludere i culturali, generalmente poco provvisti di fascino personale, di dinamismo e di orgoglio italiano.
2° - la creazione di salotti letterari animati e diretti con, finezza eleganza e senza pedanteria da signore italiane dotate di prestigio fascino ed intelligenza tali, da attirare e convincere personalità eminenti straniere. È certo che nulla può accelerare la diffusione di un nuovo libro italiano all'estero, quanto le conversazioni di signore italiane capaci di illustrarne graziosamente l’originalità italiana.
3° - l’istituzione di premi cospicui mensili all’illustre critico straniero autore del migliore studio critico sui libro italiano tradotto e pubblicato nel mese. Questi premi aumenteranno il numero dei critici italianizzati.
4° - l’istituzione di premi cospicui agli editori stranieri che avranno tradotto e pubblicato il più grande numero di autori italiani.
5° - l’istituzione di pubblici dibattiti del libro italiano, che riuniscano la coionia intorno pro e contro al valore letterario del nuovo libro italiano apparso in Italia, allo scopo di attirare l’attenzione dei giornalisti, dei critici, dei traduttori e degli editori.
6° - il rinnovamento di tutte le feste italiane all’estero da imperniarsi sull’ultimo libro o gli ultimi libri italiani importanti da vendersi insieme col biglietto d’ingresso. Alle feste da ballo in costume si darebbe il tono e il carattere del libro o dei libri da festeggiare e da vendere. Le colonie italiane use a riunirsi ogni tanto intorno al loro Ambasciatore Ministro o Console, troverebbero nel libro o nei libri glorificati così l’ardente genialità fascista indispensabile alla loro vita quotidiana.
7° - aumentare il numero delle librerie italiane nei centri importanti stranieri, seguendo la geniale iniziativa della Direzione dei Fasci all'Estero.
Questo programma, insieme ideale e pratico, potrebbe essere magnificamente realizzato dalla forse prossima Corporazione del Libro.
F. T. Marinetti.
Luigi Pirandello con Omero Guglielmini che ha tradotto in spagnolo il dramma Quando si è qualcuno per i teatri del Sud-America.
Massimo Bontempelli fotografato a Buenos Aires mentre subisce l’assalto di un intervistatore che gli pone a bruciapelo la domanda: « Cosa ne pensa della letteratura di oggi? ».

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 18.10.33

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Citazione: F.T. Marinetti, “Il libro italiano all’estero,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1262.