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Titolo: I libri della settimana

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-11-01

Identificatore: 1933_477

Testo: Libri della settimana
Giuseppe De Maistre
Tornano a mente le parole di Saint-Cyran su San Bernardo, che Sainte-Beuve cita nella chiusa del ritratto letterario di De Maistre: « Ç’a été un vrai gentilhomme chrétien ». Cioè, prima di tutto, in pace con la sua coscienza. È il solo uomo, asserivano i contemporanei, che dica ad alta voce ciò che pensa senza venir meno per questo alla prudenza. Che era la prudenza d'un gran signore diplomatico preoccupato non di nascondere la propria anima ma d’averla pulita. La figura di Giuseppe De Maistre, accanto a quella del fratello Saverio, minore di lui di statura ma scrittore fine e colto, autore di quel delizioso « Viaggio attorno alla mia camera » che rimane una bella cosa anche dopo un secolo, è preminente nella società europea del principio dell'Ottocento. Vide la Rivoluzione, l'Impero, la Santa Alleanza, la Restaurazione. Rappresenta, lui savoiardo, il Re di Sardegna alla Corte di Russia, e le sue « Serate di Pietroburgo » nacquero negli otia della diplomazia. Scrisse molto; e molti lo citano senza averlo letto. O meglio lo giudicano e lo mandano. Perchè, naturalmente, Giuseppe De Maistre è la bestia nera dello scrittore e del pseudo-pensatore democratico e di conseguenza del lettore borghese che accetta la sentenza bell’e fatta dalla bocca dei suoi oracoli e forma su quella le sue opinioni. Dunque per gran tempo il De Maistre passò per il paladino dell’assolutismo, per l'esaltatore del boia e della forca, per un tipaccio insomma di reazionario che il Grande Architetto ci scampi e liberi tutti. A condannarlo bastavano, secondo il sistemo insegnato da Talleyrand e messo largamente in pratica dagli scrittori democratici, due o tre frasi staccate dalle sue opere. Abbastanza equo, e ad ogni modo intelligente come sempre, fu con lui il Sainte-Beuve: e si veda, oltre il citato ritratto (nel secondo tomo dei Portraits Littéraires p. 387 e seguenti), gli articoli sulle Lettere e opuscoli inediti e sulla Corrispondenza diplomatica nelle Causeries du Lundi. In Italia il De Maistre ebbe almeno la fortuna di trovare nell'altro savoiardo Alberto Blanc, già segretario di Cavour, un preparatissimo presentatore della sua Corrispondenza poetica; e adesso quella di avere nel generale Saverio Nasalli Rocca un biografo e un illustratore in cui la conoscenza del tema è pari all’amore per il soggetto. Il libro Giuseppe De Maistre nei suoi scritti (ed. Bocca, Torino. L. 20) onora, oltre che l’autore, la cultura italiana. Discendendo per parte materna dai De Maistre, il Nasalli Rocca era naturalmente portato verso un soggetto cosi attraente per un uomo di studio. La spinta al lavoro gliela diede la lettura d’un racconto di Enrico Bordeaux che non gli piacque (e lo dice nella prefazione). « Il Bordeaux è savoiardo, ma la Savoia in cui è nato è una Savoia francese, non è la Savoia dei fratelli De Maistre »: e i savoiardi d’oggi non sono adatti a capire l’aristocrazia savoiarda prima del 1860. Quale essa fosse e quali i suoi sentimenti espone il Nasalli Rocca in due paginette bellissime che varrebbe la pena di riferire; testimoniano della profonda preparazione dell’autore; sta la testimonianza continua in tutto il libro che è un apporto alla bibliografia del De Maistre completo sotto ogni riguardo, il primo studio moderno pubblicato sul gentiluomo savoiardo, che non ha riscontri neppure in Francia. La figura di Giuseppe De Maistre uomo e scrittore ne esce in piena luce. L’analisi delle opere (ottimo particolarmente il capitolo sul trattato Du Pape) è condotta con grande chiarezza e penetrazione e merita al suo autore il consenso degli studiosi e dei lettori di gusto.
Storia di Tycho Brahe
Esce nella collana « Voci di tutti i popoli » della Casa editrice Sperling e Kupfer di Milano Tycho Brahe e il suo cammino a Dio di Max Brod, storia di un'anima. Max Brod, nato a Praga nel 1884, è uno degli scrittori tedeschi più in vista. Ebreo e sionista, ha dato parecchi quadri assai interessanti, da un punto di vista storico e psicologico come da un punto dì vista artistico, dell'esistenza e dell'avventura moderna del popolo d'Israele, e in uno di essi (Renbeni) affronta il problema di una soluzione politica della questione ebraica sui fondamento di un motivo religioso, proiettandolo nell’Europa del secolo XVI. Questo Tycho Brahe, che ora vede la luce in italiano tradotto da B. Maffi, è una delle sue prime opere (1915) ed è un significativo documento di tutta un'epoca. La figura di Tycho, astronomo della Corte imperiale di Rodolfo II e maestro di Keplero, è scolpita sullo sfondo tumultuante dell’età barocca a linee grandiose. Attraverso dolorose esperienze familiari e intime, Tycho riconosce nel suo stesso tormento la legge di Dio e un dovere di amore supremo di fronte al quale ogni piccolo orgoglio deve piegarsi; nel finale riconoscimento di un’unica legge governante il mondo (il mondo delle stelle come il mondo umano), Tycho trova la liberazione da ogni vincolo terreno e da ogni preoccupazione meschina. La figura dell'astronomo viene delineandosi nel libro attraverso un lento lavorio interiore per assurgere nell'ultima parte a proporzioni solenni. « A ragione — avverte il traduttore — essa è stata il simbolo di tutta un’epoca, che dal travaglio della guerra muoveva ansiosa incontro a Dio ».

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 01.11.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “I libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1287.