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Titolo: Joyce, Dujardin e le parole in libertà

Autore: F.T. Marinetti

Data: 1933-12-06

Identificatore: 1933_527

Testo: Joyce, Dujardin
e le parole in libertà
Caro Diorama, ho Ietto con piacere l’articolo di Aldo Sorani sul « Caso Joyce » pubblicato dalla « Gazzetta del Popolo ».
Dato il carattere riassuntivo che abbraccia l’opera intera di questo scrittore credo utile fargli seguire alcune precisazioni indispensabili.
Il cosiddetto « monologo interiore » di Joyce è una verbalizzazione ardita e veloce dei pensieri più intimi e più spontanei, quelli che sembrano formarsi all’insaputa della coscienza e sembrano nati prima del discorso organizzato, logico.
Questo « monologo interiore », che è in realtà l’assoluta sincerità nuda e cruda in letteratura, è stato inventato dal letterato simbolista francese Edouard Dujardin nel suo romanzo « Les lauriers sont coupés » pubblicato dalla « Revue Indépendante » nel 1887.
Valéry Larbaud infatti nella sua prefazione alla nuova edizione di questo romanzo (Albert Messein, editeur, 1923) afferma: « Joyce me dit que cette forme (il monologo interiore) a déjà été employee et d’une manière continue dans un livre d'Edouard Dujardin publié en pleine époque symboliste et antérieur de près de trente ans à la composition d’Ulyssès: « Les lauriers sont coupés ».
Parlando poi del modo di scrivere di Joyce, Aldo Sorani dice che egli «non adopera che parole artefatte e nella massima parte sibilline ed ognuna di queste parole è una creazione... egli pretende di fondere in ciascun vocabolo non solo elementi glottologici diversi ma potenze rievocatrici di varia sorta. Ogni parola ha subito amputazioni e inoculazioni, presenta escrescenze e protuberanze ».
Non sono già forse le italianissime parole in libertà colla loro ortografia libera espressiva, inventate dai futuristi italiani 25 anni fa, imposte al mondo dalle mie declamazioni in Italia, a Londra, Parigi, Berlino, Mosca, ecc., nella rivista « Lacerba » (1913) e nel mio volume francese « Les mots en liberté futuristes »?
Quasi tutte le liriche parolibere (alcune in special maniera come « Dunes », 1911) contengono anche il cosiddetto « monologo interiore » cioè l’assoluta sincerità alogica della coscienza e del sub-cosciente.
Pur riconoscendo l'ingegno originale di Joyce resta stabilito che egli deve a Edouard Dujardin il « monologo interiore » e le parole in libertà ai futuristi italiani. Tanto più che un amico di Joyce, il notissimo poeta americano Esra Pound, non esitava a dichiarare recentemente: « Lo scrittore vostro che più mi interessa e verso il quale confesso molti debiti di gratitudine è Marinetti. Marinetti e il Futurismo hanno dato una grande spinta a tutta la letteratura europea.
« Il Movimento che io, Eliot, Joyce ed altri abbiamo iniziato a Londra non sarebbe stato senza il Futurismo ».
Con simpatia.
F. T. Marinetti

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 06.12.33

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Citazione: F.T. Marinetti, “Joyce,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 03 dicembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1337.