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Titolo: I libri della settimana

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-12-13

Identificatore: 1933_530

Testo: Libri della settimana
Romanzi d’amore
Se ne scrivono ancora. Li scrivono, soprattutto, le donne. Con una fedeltà ai miti romantici che, spiritualmente parlando, è ammirevole. Ecco qua due volumi che recano la firma di due scrittrici rispettose del loro passato letterario e del loro pubblico, fornitrici di amene letture a un paio di generazioni. La loro firma equivale, per molti lettori, ad una garanzia, ed è comunque un'etichetta di buon gusto, di stile dignitoso e d'una ricerca psicologica delicata. Il primo di questi romanzi si intitola Vita di Doretta Cisano (editore Treves, Milano 1933 - L. 10) e l'ha scritto la triestina Ida Finzi. nota in letteratura col pseudonimo di Haydée, autrice del romanzo Faustina Bon, uscito avanti la guerra, che rappresenta uno studio per più aspetti felice di quella parte d'umanità che gli orpelli del teatro fan credere invidiabile all’altra parte. Adesso Doretta Cisano viene ad aggiungersi alla galleria dei ritratti di Haydée in una cosi ricca cornice d’umanità che chiudendo il libro sulle sue 420 pagine il lettore non rimpiange d’averla conosciuta. Una storia di donna alla quale il destino non è stato amico: che è costretta, negli ultimi anni, a condurre una esistenza ingrata accanto a una figliola datasi alla galanteria. Il romanzo ha una sua moralità, anche se non pretende di rappresentare il contrasto di due epoche, di due mentalità, di due modi di vivere e d'intendere la vita: di mettere, insomma, i figli in opposizione ai padri. Certo le ragazze del tempo in cui Doretta fu giovane e andò sposa e sognò i suoi sogni più belli eran molto diverse dalle ragazze moderne, di cui Claudina, la figlia di Doretta, è un non pregevole esemplare; ma se manca nel romanzo la drammaticità del contrasto, più raccontato che interpretato sul piano lirico e morale, esso non cade mai nell'approssimativo
e nel comune, incide i contorni dei personaggi con un rilievo nel quale senti l'anima di chi li ha veduti vivere prima di trasferirli nella narrazione. Tutto il romanzo è percorso da una commozione sincera, e, per esempio, i due ultimi capitoli sono pieni di sottili intenzioni che avvolgono il personaggio di Doretta di delicata malinconia, con la quale resta affidata al nostro ricordo, nell'atto appunto di derivare dai suoi ricordi forza alla sua rassegnazione. Ma occorre anche indicare un altro carattere della storia di Doretta, il fatto cioè ch'essa si inquadra nella vita di Trieste di prima e dopo la guerra, ritratta dalla realtà. E non è certo il carattere meno interessante del libro.
Il secondo romanzo è di Anna Franchi e dichiara apertamente la propria impresa: Dono d’amore (nella Nuova Biblioteca Amena Treves, Milano 1933 -L 5). La presentazione di questa scrittrice livornese, in alcune pagine introduttive, ne segnala la varia attività indicando Il figlio alla guerra come il libro suo più nobile e vivo. Siamo dello stesso avviso, e nella letteratura bellica ha da trovar posto quest’esperienza d'una madre che racconta senza rettorica il proprio martirio e il sacrificio della sua creatura. Anche Dono d'amore è la storia d'una donna proiettata su un ambiente famigliare, una storia comune che tocca però i limiti del dramma, che basterebbe un nulla a risolvere in dramma. È il destino di tutte le esistenze. Attraverso prove, dolori, gioie, delusioni, le creature di Anna Franchi si pacificano in una raggiunta serenità che è costata loro molto ma che non è priva di dolcezza. È un romanzo fondamentalmente ottimistico, d’un ottimismo ragionato e consapevole e quindi assai nobile. E anche qui il ricordo avviva la vicenda con l'apporto d’un’esperienza personale notevolmente ricca in fatto di sentimento e d'intelletto.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 13.12.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “I libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1340.